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Credo che le parole più vere siano quelle delle amiche, quelle capaci di dirti anche quando le cose non vanno, e credo che le amiche sappiano leggere tra le righe. Per questo ho chiesto ad Irma Circosta di scrivere la prefazione al mio libro. Eccola: “Ho conosciuto Antonella due anni fa, ma è come se […]

Credo che le parole più vere siano quelle delle amiche, quelle capaci di dirti anche quando le cose non vanno, e credo che le amiche sappiano leggere tra le righe.
Per questo ho chiesto ad Irma Circosta di scrivere la prefazione al mio libro. Eccola:

“Ho conosciuto Antonella due anni fa, ma è come se ci conoscessimo da tempo
Sedute davanti a due fumanti caffè in un bar a Roccella, abbiamo parlato di come lavorare insieme per aiutare a migliorare la qualità di vita dei “girasoli della Locride”, polisportiva fondata insieme ad alcune mamme nel 2019.
Ci siamo trovate subito d’accordo su tante cose e, dalla nostra collaborazione, sono nati “ il giornalino dei girasoli “e “girasoli in fiaba “.
Quando mi ha chiesto di scrivere la prefazione di questo suo libro, non ho esitato ad accettare, perché il suo modo di scrivere mi è piaciuto da subito .
Antonella ha il dono della scrittura, che non è di tutti, anche se i libri in circolazione sono tantissimi.
Ha un patrimonio lessicale notevole e ha il dono di descrivere ciò che vede, che vive, con lentezza, con attenzione ai particolari che sfuggono agli occhi dei più, per cui leggere i suoi scritti è come entrare in simbiosi con lei e vedere, fotogramma per fotogramma, ciò che descrive.
Questo libro la cui stesura è durata parecchio è, attraverso la voce narrante di Franca, il percorso a ritroso di un’anima che cerca il perché: la madre ha abbandonato i suoi primi due figli, quando avevano più bisogno della sua presenza.
L’occasione di sapere è fornita da un quaderno/diario e da una vacanza trascorsa insieme alla madre, ormai anziana e malata di tumore.
Contrariamente a quanto si può credere, non è un atto di accusa nei confronti di una madre che ha scelto altri amori, partorito altri figli. Franca non giudica, prende coscienza e consapevolezza che il bisogno di amore/passione della madre l’ha spinta a sempre nuove avventure.
Anche Franca Ama, ma il suo è un amore più ampio, più costante: ama i suoi figli, i suoi ricordi di infanzia, le persone con le quali ha vissuto storie intense, ama la natura, in tutti i suoi aspetti, colori e varietà. Ama i suoi simili e ama la Calabria, la parte ionica di questa terra, i cui colori ,odori e sapori sono forti, come lei!
Il suo amore la porta a vivere, e condividere, le storie di altre donne che, come lei, hanno scelto la Calabria dopo una vita affannosa e, in alcuni casi, drammaticamente dolorosa.
Ecco il motivo per cui, nella seconda parte del libro, sono narrate le storie di Mamadé, epicentro di altre vite vissute : Ilaria ,Marta ,Lucia,Lia e Sara e, ultima, la più dolorosa, Oumou che percorre tutti i gironi infernali di un viaggio che attraversa l’Africa fino alla Calabria, dove l’Odissea finisce e la vita diventa dignitosa.
Sono tutte storie che hanno una fine serena e mi piace pensare che Antonella voglia indicare, a se stessa e ai suoi lettori, una sua verità acquisita: la vita è intricata, difficile , complicata ,dolorosa, ma ognuno deve tentare sempre, e con tutte le proprie forze, di viverla fino in fondo e là dove regna l’umanità, intesa come rispetto e amore per l’altro, allora può essere anche bella e piacevole”.
Irma Circosta presidente dell’ ASD “I girasoli della Locride, Special Olympics Calabria.

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