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Alle Serali. Entro per la prima volta in una classe dei corsi serali: sono tesa come una corda di violino, ma ho le gambe molli e il cuore nello stomaco, effetto vuoto. Fa ancora caldo, sono le diciotto, indosso un vestito bianco e celeste, con ballerine in tinta. Sono in anticipo, mi siedo e aspetto. […]

Alle Serali.
Entro per la prima volta in una classe dei corsi serali: sono tesa come una corda di violino, ma ho le gambe molli e il cuore nello stomaco, effetto vuoto. Fa ancora caldo, sono le diciotto, indosso un vestito bianco e celeste, con ballerine in tinta. Sono in anticipo, mi siedo e aspetto. Dopo poco arrivano, sono quasi tutti maschi e qualcuno ha ancora la tuta da lavoro. Hanno l’aria stanca. E io mi sento inadeguata e ridicola con le mie unghie smaltate da brava professorina preparata e diligente, in confronto le loro mani sono di chi si spacca la schiena. Hanno grandi borse, gli occhi assonnati e severi, il loro sguardo è di chi non ha tempo da perdere. Si accomodano educatamente, mi presento, e mi sento come un comico debuttante in un teatrino di periferia davanti a un pubblico esigente, che fischia e urla: “Dai facce rideee!”.”
da” La cattedra rovesciata”

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