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Non volendo cadere nella banalità, ho deciso di cambiare completamente l’ambiente nel quale si svolge la vicenda, andando quindi ad eliminare il mare aperto, per quanto spaventoso, immergendo i protagonisti in un habitat selvaggio e ostile (la foresta pluviale) abitato dai predatori più temibili che esistano sul pianeta, come ad esempio il coccodrillo del Nilo, […]

Non volendo cadere nella banalità, ho deciso di cambiare completamente l’ambiente nel quale si svolge la vicenda, andando quindi ad eliminare il mare aperto, per quanto spaventoso, immergendo i protagonisti in un habitat selvaggio e ostile (la foresta pluviale) abitato dai predatori più temibili che esistano sul pianeta, come ad esempio il coccodrillo del Nilo, il pitone e lo squalo leuca. Il Tak-Uun nasce come versione mostruosa di quest’ultimo, dato che non sono pochi i racconti spesso esagerati circa questa affascinante creatura. Il manto del Tak-Uun, con i suoi cerchi concentrici e il suo colore nero, rappresenta l’eterno ritorno delle cose del filosofo Friedrich Nietzsche del quale ho avuto il piacere di leggere diverse opere e, in particolare, la ciclicità degli eventi più spaventosi della vita, destinati a ripetersi in eterno in tutta la loro brutalità.

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