“Il pullman diretto a Londra, fermata Marble Arch, scorre a velocità sincopata per le strade ancora quasi deserte di Oxford; percorre il tragitto consueto inforcando le vie dall’asfalto umido e i tornanti ora a gomito, ora ampi, languidi e sonnolenti. Il ritmo a singhiozzi – no, non perché il pullman stia piangendo, anche se probabilmente è sul punto di esplodere in un pianto dirotto, viste le condizioni del cielo color sposa cadavere – si deve al fatto che ogni due metri e mezzo deve fare acrobazie per schivare i numerosi furgoncini, tir e rimorchi parcheggiati in modo decisamente ingombrante ai lati delle strade. Povero Oxford Tube: ci sono seduta dentro ma me lo immagino, visto da fuori. Sembra un vecchio nonno stanco, un cavallo purosangue anziano, che ha già corso abbastanza. Sempre impeccabile, professionale, un corridore agonista. Ma ora sobbalza sotto il peso dei suoi due piani e pare che le sue pareti tappezzate di colori sgargianti (blu, rosso e arancione, una combinazione non propriamente armonica, per quanto mi riguarda) trasudino un pensiero insistente ma sfinito, “lasciatemi riposare sulla mia sedia a dondolo”
https://youtu.be/IgU-0__fpXY
Aggiornamento
“Il pullman diretto a Londra, fermata Marble Arch, scorre a velocità sincopata per le strade ancora quasi deserte di Oxford; percorre il tragitto consueto inforcando le vie dall’asfalto umido e i tornanti ora a gomito, ora ampi, languidi e sonnolenti. Il ritmo a singhiozzi – no, non perché il pullman stia piangendo, anche se probabilmente […]