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Chi l’avrebbe detto che volendo parlare di letteratura siamo invece a parlare di 3ª guerra mondiale. Rifugiarsi nella lettura non per scansare i guai della guerra ma per conoscere e parlarne in modo costruttivo. Continuo nel racconto sul periodo di gestazione del romanzo. 3) – Dappertutto ti spiegano che se non esisti online sei condannato […]

Chi l’avrebbe detto che volendo parlare di letteratura siamo invece a parlare di 3ª guerra mondiale. Rifugiarsi nella lettura non per scansare i guai della guerra ma per conoscere e parlarne in modo costruttivo. Continuo nel racconto sul periodo di gestazione del romanzo.

3) – Dappertutto ti spiegano che se non esisti online sei condannato all’inesistenza. Anzi peggio, all’indifferenza in vita. La regola è spiegare qualcosa in due o tre righe, alla fine meno ci sai fare e più che ti fai male. Algoritmi capricciosi e senza cuore, ma dovrò pur aiutare un libro a farsi conoscere e non come sia faceva prima davanti a un pubblico. Da pandemico diversamente nativo devo scrivere in diretta cose assennate o sincere nel tempo di scatto di una foto. Devi esistere nei canali sociali sforzandoti nell’apparire interessante o convincente. Cioè come si fa esattamente?
Delegando a queste enigmatiche protesi commerciali i rapporti con gli altri esseri umani fuori casa mi sovvengono ricordi come di arcane sculacciate, mi rifugio nello sviluppo della storia.
A questo punto il romanzo aveva già scelto un suo protagonista centrale e un ambiente di sviluppo. Un simbolo rappresentativo della cosiddetta migliore America, personaggi potenti considerati quasi leggendari, come quando i fiorentini pensano ai Medici. L’anziano ingegnere William Samuel Rogers Mac Fyreland nella sua casa fortezza in Colorado. “Ultramiliardario discendente da una grande famiglia che dall’ottocento ha avuto un ruolo centrale nella storia americana.”
Questo racconta la storia, Cesari tra i Cesari, latifondisti, industriali, aristocrazie e dinastie di magnati, commercianti, militari, affaristi, prelati e leader carismatici che hanno determinato l’asse portante di questo modello di convivenza, creando un’identità nazionale e definendo bandiere, regole e valori del gioco. Dal prezzo della vita al pane. O… no?
Si dice che tra i sapienti sapiens siano oggi 10, 100 o 1.000 clan, famiglie o gruppi a controllare il destino di tutti gli altri e di quelli che stanno arrivando insieme alle progenie. Nel progredire umano si è potuta rilevare un’intelligenza collettiva che privilegia anche un’organizzazione gerarchica piramidale, ma il potere d’accesso alle risorse della terra che diventa patrimonio quasi esclusivo di questo ristretto vertice, è un fattore che con sincerità mi sembra forse un tantino fuori formato, nel senso di sproporzionato.
PS: Sarà stato inevitabile? Fattore storicamente, scientificamente e auspicabilmente impugnabile?
Cont…

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