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Questa foto me la scattò la mia amica Maria Rita mentre eravamo in pausa pranzo, in una delle tante, lunghe giornate in facoltà. Me lo ricordo bene quel periodo, bellissimo ma molto faticoso, e ricordo anche il mio pranzo fisso di quegli anni: pane e prosciutto. Non c'è da meravigliarsi se non avessi tante energie […]

Questa foto me la scattò la mia amica Maria Rita mentre eravamo in pausa pranzo, in una delle tante, lunghe giornate in facoltà. Me lo ricordo bene quel periodo, bellissimo ma molto faticoso, e ricordo anche il mio pranzo fisso di quegli anni: pane e prosciutto. Non c'è da meravigliarsi se non avessi tante energie e avessi vari acciacchi…
Nel mio libro “Farfalle nello Stomaco” mi sono divertita a ripercorrere come mangiassi (o non mangiassi) nei diversi periodi della mia vita, uno è stato proprio il periodo dell'università. Saltavo la colazione, mangiavo cornetti, panini e crakers. I distributori erano miei fedeli amici.

Quando alle 18 mi rimettevo sul pullman per tornare a casa, la sensazione era quella di avere la febbre, completamente disidratata, lo stomaco e la pancia gonfia e dolorante, esausta. Un periodo davvero stressante sotto il profilo sia fisico che mentale, due cose che come sappiamo si rincorrono sempre. In quel periodo, a 23 anni, mi spuntarono tantissimi capelli bianchi e mi venne la candida.
E' facile capire come mai. La mia alimentazione era del tutto inadeguata, soprattutto, credo che il mio intestino soffrisse veramente tantissimo.
Il nostro intestino è un piccolo ecosistema e noi ne siamo i soli e unici responsabili. La nostra pancia è la casa di centinaia di miliardi di piccoli esseri, batteri soprattutto, e questi batteri sono essenziali per il suo funzionamento e tutta la nostra salute in generale. Si potrebbe dire che, essendoci evoluti insieme nel corso di milioni di anni, siamo ormai profondamente interconnessi e
abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Ma attenzione però, non tutti i microrganismi che vivono nell'intestino sono così pacifici e benefici. Uno di questi è proprio il lievito Candida che a volte può “prendersi spazi che non gli competono”.
Può succedere a causa di un periodo di stress, fisico o psicologico, in grado di abbassare le nostre difese immunitarie, rendendole incapaci di contenerlo. Può addirittura essere causato da un eccessiva igiene. Non per ultima, il proliferare di lieviti è, ovviamente, causato da una cattiva alimentazione.

Se vuoi quindi coltivare questo lievito, la strada più veloce e sicura è mangiare quello che mangiavo io ai tempi dell'università. La cosa peggiore di tutta questa situazione è che una flora batterica squilibrata non si ripercuote solamente su una cattiva digestione e igiene intestinale, ma su tutto l'organismo.
Una flora disfunzionale infatti smette di sostenere le nostre difese immunitarie (e infatti quell'anno presi diverse volte l'influenza e altri acciacchi, sembrava che qualsiasi cosa ci fosse in giro io fossi in grado di beccarmela), ma soprattutto la flora batterica condiziona il nostro umore.
Strano ma vero, puoi cercarlo tu stesso su internet: “I tipici sintomi della «sindrome da lievito» sono: stanchezza, irritabilità, alterazioni dell'umore, depressione, allergie, disturbi
intestinali, rallentamento della digestione, intolleranze alimentari, aria nell'intestino, gonfiori…” ma non finisce qui, perchè, ormai è noto, l'intestino è il nostro secondo cervello, e se sta male lui, anche l'altro cervello, quello “della testa” ne risente.

Il capitolo del mio libro in cui parlo di tutto questo è “Pane, prosciutto e Candida”. Mi aiuti a pubblicarlo?

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