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Dico sempre che ho iniziato a scrivere da adolescente ed è vero: non ricordo bene la necessità di scaricare lo stato d’animo alle pagine di un quaderno, nascondendole nelle parole di un’avventura irreale, ma c’è un’immagine nella mia mente che mi scombussola, mi agita: è il porto di Fano- dove abitavo- avvolto nella nebbia e […]

Dico sempre che ho iniziato a scrivere da adolescente ed è vero: non ricordo bene la necessità di scaricare lo stato d’animo alle pagine di un quaderno, nascondendole nelle parole di un’avventura irreale, ma c’è un’immagine nella mia mente che mi scombussola, mi agita: è il porto di Fano- dove abitavo- avvolto nella nebbia e laggiù alla fine del molo c’è una casetta un gabbiotto, dove un militare della Guardia di Finanza, a cui apparteneva mio padre, controlla che nessuno varchi la frontiera d’acqua senza autorizzazione. Il suono della sirena che avvisa i pescatori della visibilità ridotta arriva fino all’entroterra, fino al mio letto. Mi rannicchio sotto le coperte e cerco di sognare qualcosa col sole. Così deve essere scattata la voglia dell’avventura il desiderio di sconfiggere il malaffare e le sue minacce con una soluzione favorevole al bene, come il sole batteva la nebbia, così devo aver iniziato a scrivere le mie storie per non dimenticarle alla mattina quando col sole tornava a casa anche mio padre.

nebbia paesaggio

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