Sebastiano, detto Seb, cioè io, dall’alto dei suoi sedici anni, raggiunse il suo posticino in via Sacchi, all’angolo con via Magenta, preparandosi a sopravvivere a un’altra notte di freddo torinese, ancora senza ombra di neve, con buona pace delle olimpiadi che stanno per incominciare.
Veramente un gran bel posto il mio, sapete? Nel corso di quell’anno passato per strada ero riuscito a mettere insieme un discreto bottino, grazie alla mia abilità nel rivalutare ciò che si trovava nei bidoni dell’immondizia, nel saper sfruttare al meglio le elemosina che riuscivo a ricevere e nel sapermi semplicemente arrangiare, dote insospettabile che avevo scoperto ed affinato.