Giorno 23. Settantasette giorni all’alba. O al tramonto. Nonna Berenice vuole uscire dal romanzo. Vuole entrare nelle vostre vite! Qui, accanto a me, sento lo stridere della sua mascella. Il vorticare perpetuo del vuoto dentro quella bocca. Berenice, Berenice, perché ti gettasti nel Labironte? Perché desti la tua anima in pasto alle creature del fiume? Ora sei qui, fantasma tra i fantasmi, e pretendi la giusta vendetta. Se non ti fossi suicidata, chissà come sarebbero andate le cose… Forse Elena Cocchi, tua nipote, non avrebbe i problemi che ha. Forse sarebbe ancora possibile salvare il destino di Fabrizio, il povero, piccolo Fabrizio. Forse Magniverne sarebbe un po’ meno maledetta. Ma tu rinunciasti. Tu fosti presa dal Labironte. E ora dalla tua spaventevole gola, in fondo alla quale tutto e nulla si annida, sale un richiamo. Tu vuoi esser liberata. Pazienta, Berenice. Pazienta Forse tra settantasette giorni… Forse allora vedrai l’alba… E sarà il tramonto di ogni speranza.
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Giorno 23. Settantasette giorni all’alba. O al tramonto. Nonna Berenice vuole uscire dal romanzo. Vuole entrare nelle vostre vite! Qui, accanto a me, sento lo stridere della sua mascella. Il vorticare perpetuo del vuoto dentro quella bocca. Berenice, Berenice, perché ti gettasti nel Labironte? Perché desti la tua anima in pasto alle creature del fiume? […]