Il racconto narra le atroci gesta di un assassino seriale che la stampa arriva a definire “Il mostro della Vetere” che, spinto da una sorta di ossessione mistico/religiosa che lo induce a voler redimere il mondo delle prostitute di lusso (le c.d. escort), sfruttando i moderni mezzi di comunicazione per adescare le sue vittime, le massacra ispirandosi al martirio della santa patrona catanese ed alle opere artistiche che lo rappresentano, tentando altresì di rappresentare le sue “opere d’arte” riuscendo ad oltraggiare l’intera comunità etnea (credenti e non). Un orribile viaggio all’interno dei meandri della mente malata di un oscuro assassino.
La storia vede il coinvolgimento di un anziano ispettore di Polizia dalla dubbia moralità, che presta servizio presso la locale Squadra Mobile e che, suo malgrado, partecipa alle indagini sugli omicidi dalle quali tenta sempre di tirarsi fuori ma che, nonostante tutto, lo porteranno a scoprire la vera identità dell’assassino. Gli incontri con vari personaggi, alcuni dei quali potenziali sospettati, aggiunti alle svariate circostanze di contorno all’intera vicenda indurranno il poliziotto a fare un misero bilancio della sua vita, trascorsa fra gioie e delusioni che risulteranno legate, esclusivamente, al suo lavoro, che l’uomo realizza giornalmente essere la sua unica ragione di esistenza.
Una Catania attuale, sempre viva e pulsante, rappresentata con tutti i suoi pregi e difetti, caratterizzata dal forte legame con la sua santa patrona ed alcuni scorci della provincia etnea, fanno da palcoscenico all’intero racconto.
Perché ho scritto questo libro?
La motivazione che mi ha spinto a scrivere il racconto è la passione nel raccontare storie di fantasia che mi porto fin da bambino quando a casa mia o nei cortili del mio quartiere riuscivo a catturare l’attenzione dei miei amici e parenti. Da grande e quindi maturo, ho deciso di mettere alla prova questa mia passione nero su bianco.
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