Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Copia di 740x420 - 2025-04-14T105415.367
37%
126 copie
all´obiettivo
95
Giorni rimasti
Svuota
Quantità
Consegna prevista Gennaio 2026
Bozze disponibili

Un sonno millenario ha avvolto Emrid in un oblio senza tempo. Ora, un sussurro lo strappa all’oscurità, catapultandolo in un mondo irriconoscibile, dove la natura selvaggia cela segreti antichi e un’aria carica di mistero.
Senza memoria del suo passato, Emrid si ritrova custode di un destino ineluttabile, un fardello di sacrificio necessario per la salvezza di ogni forma di vita. Una voce eterea lo guida in questa terra sconosciuta, dove alberi colossali si ergono come sentinelle silenziose e creature sconosciute popolano foreste rigogliose.
Immergiti in un’epopea emozionante dove la perdita si intreccia indissolubilmente con la speranza. Segui il viaggio di Emrid, un percorso commovente segnato da scelte difficili e un amore così potente da sfidare la fine stessa. Lasciati scaldare il cuore da una storia sincera e potente, che ti convincerà del valore eterno del dono di sé.
Quando tutto sembra perduto, un ultimo atto d’amore può risvegliare una nuova speranza.

Perché ho scritto questo libro?

Questo libro nasce da un’amicizia speciale: Giacomo ha acceso la scintilla, spingendomi oltre le insicurezze. Volevo creare qualcosa di unico, ma il percorso è stato tutt’altro che lineare, pieno di blocchi. Giacomo ed Emma sono stati la chiave per superare quei momenti difficili. In fondo, pulsa il sacrificio di Emrid, un seme di speranza per un mondo rinato. Amore e perdita si intrecciano, lasciando un segno duraturo.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Incipit

Scrivere un libro non è mai un viaggio solitario. Certo, ci sono momenti in cui l’autore si ritrova da solo, immerso nel proprio mondo, con le dita che corrono sulla tastiera e la mente che vaga tra idee e immagini. Ma ogni storia, per quanto frutto di un singolo autore, porta con sé l’influenza di tante persone, di chi condivide il percorso, di chi offre spunti, consigli, critiche costruttive. Questo libro non fa eccezione.

Quando ho iniziato a scrivere questa storia, avevo solo una manciata di idee confuse e un entusiasmo sconfinato. Sapevo di voler creare qualcosa di speciale, ma non avevo ancora chiaro il modo in cui tutte le parti dovessero incastrarsi. È stato un processo lungo e a tratti complicato, fatto di momenti di ispirazione pura alternati a blocchi creativi che sembravano insormontabili. E proprio nei momenti di incertezza, quando la storia sembrava sfuggirmi di mano, ci sono state due persone che hanno reso possibile la realizzazione di questo libro: Giacomo ed Emma.

Giacomo, il mio migliore amico, ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita di questa storia. È stato lui, con la sua fantasia inesauribile e la sua passione per il mondo del gaming, a suggerirmi uno spunto chiave tratto da un videogioco che entrambi amiamo. Non si è limitato a darmi un’idea: mi ha spronato, mi ha aiutato a svilupparla, ha discusso con me dei personaggi e della trama, proponendo alternative, creando intrecci che da solo forse non avrei mai immaginato. Ogni volta che mi sentivo bloccato, bastava una chiacchierata con lui per ritrovare la direzione giusta. In un certo senso, è stato il primo lettore di questa storia, e senza il suo contributo, molte delle pagine che oggi compongono questo libro non esisterebbero.

Continua a leggere

Continua a leggere

Ma una storia non è solo idee: è anche coerenza, dettagli, struttura. E qui entra in gioco Emma. Lei è stata la bussola che mi ha aiutato a orientarmi nel mare delle mie idee. Ha letto la storia con occhi attenti e critici, individuando quelle piccole e grandi lacune che rischiavano di minare la solidità della trama. Ha saputo farmi vedere le incongruenze che mi erano sfuggite, aiutandomi a limare i punti deboli e a dare maggiore spessore ai personaggi. Il suo occhio attento e la sua passione per le storie hanno reso questa avventura narrativa molto più solida e coerente di quanto fosse all’inizio.

Ma Emma non si è fermata qui. Oltre ad aiutarmi a rafforzare la struttura della storia, ha dato vita alla sua veste grafica. È sua la copertina che racchiude questo libro, il primo impatto visivo che ogni lettore avrà con la mia opera. Vedere la mia storia trasformata in immagine, grazie al suo talento artistico, è stata un’emozione indescrivibile. Quella copertina non è solo un’illustrazione: è la rappresentazione visiva di un viaggio condiviso, di un’amicizia che ha reso possibile tutto questo.

Ora, con il libro finalmente completato, guardo indietro e mi rendo conto di quanto questo percorso sia stato arricchito da loro. Certo, la scrittura è un atto individuale, ma nessun autore crea davvero da solo. Ogni storia è il risultato di un intreccio di voci, di consigli, di incoraggiamenti, di critiche costruttive. Questo libro è mio, sì, ma dentro c’è anche un pezzo di Giacomo e di Emma, del tempo che abbiamo passato a parlare di trame, di personaggi, di mondi fantastici.

A chiunque prenderà in mano queste pagine, spero di riuscire a trasmettere almeno una parte della passione con cui è stato scritto. Perché, in fondo, ogni storia è un viaggio, e questa è la mia. La nostra.

Capitolo 1

“Svegliati.”

La parola risuonò nella sua mente come un eco lontano, un sussurro che proveniva dalle profondità dell’oscurità. Emrid spalancò gli occhi. Un fremito lo percorse mentre l’aria fredda e umida lo avvolgeva. Per un istante, il suo corpo rimase immobile, avvolto da muschi e radici che si erano intrecciati intorno a lui durante il suo sonno millenario. La luce fioca filtrava attraverso le fronde di alberi colossali, illuminando la caverna muschiosa in cui giaceva.

Si sollevò a fatica, sentendo le articolazioni scricchiolare dopo un’eternità di immobilità. I suoi lunghi capelli argentei erano incrostati di terra, e la sua tunica, un tempo splendente, ora era logora e sbiadita. Non aveva memoria degli eventi che l’avevano portato a dormire per un millennio, ma quella voce… quella voce era reale.

“Chi sei?” sussurrò, ma ricevette solo il sibilo del vento come risposta.

Emrid inspirò profondamente, cercando di riconnettersi con il mondo attorno a lui. La foresta era cambiata. Gli alberi sembravano più alti, le loro radici più contorte, e l’aria aveva un odore diverso, più antico e carico di segreti. Il suolo sotto i suoi piedi era soffice, ricoperto da uno spesso strato di foglie marcescenti, e il canto di creature sconosciute riempiva l’aria con suoni estranei e inquietanti.

Si guardò attorno, scrutando la vegetazione fitta e selvaggia che lo circondava. Ogni cosa sembrava intrisa di un’energia silenziosa, come se la foresta stessa lo stesse osservando, attendendo i suoi prossimi passi. Istintivamente, poggiò una mano sul tronco di un albero vicino e chiuse gli occhi. Un tempo, riusciva a sentire il battito della natura, la linfa scorrere come sangue nelle vene degli alberi, il respiro della terra. Ora, però, avvertiva solo un silenzio innaturale, un’assenza che gli fece rabbrividire.

Doveva trovare la fonte di quella voce. Qualcuno, o qualcosa, lo aveva chiamato. Qualcuno lo aveva risvegliato da un sonno che avrebbe potuto essere eterno. E lui doveva sapere perché.

Si rimise in piedi, togliendosi di dosso la polvere del tempo. Ogni passo era un ritorno alla vita, un risveglio della memoria muscolare, un ricollegarsi al ritmo dimenticato della terra sotto i suoi piedi. Sentiva il suolo umido tra le dita, il freddo pungente del vento che gli accarezzava la pelle. Con passi incerti, si inoltrò nella foresta, lasciando dietro di sé il luogo in cui aveva dormito per secoli. Il sole, ormai basso all’orizzonte, gettava lunghe ombre dorate tra le fronde. L’aria era carica di suoni nuovi e familiari al tempo stesso: il fruscio delle foglie, il cinguettio di creature invisibili, il lontano scorrere di un ruscello.

Camminò per ore, forse giorni. Non aveva fame, non aveva sete. Il suo corpo si stava adattando al risveglio, e la sua mente cercava disperatamente di ricordare chi fosse, da dove venisse. Frammenti di immagini danzavano nei suoi pensieri: un trono d’argento avvolto da rampicanti, occhi luminosi che lo fissavano nel buio, una melodia suonata con un’arpa di cristallo. Ma nulla aveva ancora un senso.

La foresta sembrava non finire mai. I sentieri che un tempo conosceva erano scomparsi, inghiottiti dalla natura. Il cielo, sempre più scuro, era punteggiato di stelle scintillanti, e la luna si stagliava pallida e solenne sopra di lui. Si fermò per riposare ai piedi di un albero secolare, il tronco nodoso avvolto da licheni luminescenti. Chiuse gli occhi solo per un attimo, ma il sonno non arrivò. Solo l’attesa.

Poi, la voce tornò.

“Trova la radice.”

Emrid si svegliò di colpo, il cuore che martellava nel petto. La radice. Quale radice? Guardò attorno a sé, cercando segni, presagi, indizi. Ma la foresta taceva, avvolta in un manto di nebbia argentea.

Non aveva altra scelta che continuare.

Con rinnovata determinazione, si rialzò e riprese il suo cammino. La voce era tornata a chiamarlo, e questa volta non l’avrebbe ignorata. Non si sarebbe fermato finché non avesse scoperto la verità.

Mentre avanzava tra le ombre della foresta, il vento parve sussurrare il suo nome. La notte era lunga, ma Emrid sapeva che la sua ricerca era appena iniziata.

Durante la sua ricerca, il giovane si addentrò sempre più nel cuore della foresta, ma qualcosa non andava. Le fronde degli alberi, che una volta si estendevano come un tetto verde e lussureggiante, ora pendevano svuotate, spoglie e secche. Le radici che avevano sempre dato vita alla terra ora emergevano come ossa esposte, screpolate dalla mancanza di umidità. Ogni passo che faceva nel terreno smosso, da un tempo ricco di vita, sollevava una polvere fine che sembrava inghiottire il suono dei suoi passi. Il silenzio era surreale, un silenzio che pesava come un macigno sulle spalle. L’aria era densa, come se l’atmosfera stessa avesse perso la sua freschezza, diventando oppressiva e stantia.

Il cielo sopra di lui, una volta di un azzurro vivido, ora appariva grigio, coperto da nuvole basse e dense che non lasciavano mai filtrare la luce del sole. Il caldo era torrido, ma non c’era nemmeno un accenno di pioggia in vista. Ogni respiro sembrava più difficile del precedente, come se l’ossigeno stesso fosse stato esaurito dalla terra che lo circondava.

Lentamente, il giovane si fermò, il cuore che batteva più forte, stretto dalla preoccupazione. “Dove è finita la vita?” sussurrò a se stesso, cercando di afferrare la realtà di quanto stava vivendo. La vegetazione che una volta prosperava era ormai un ricordo distante. Ogni pianta che toccava sembrava polvere nelle sue mani. I fiori che un tempo si aprivano in mille colori ora giacevano appassiti e privi di vita.

La voce misteriosa, che da tempo lo aveva accompagnato con il suo sussurro, tornò a farsi sentire, ma stavolta sembrava più distante, come se provenisse da un luogo lontano e intangibile. “Devi trovare il tuo potere. È l’unico modo per riportare la vita in questo mondo.”

Il giovane si guardò intorno, gli occhi pieni di confusione e paura. “Il mio potere? Non so di cosa stai parlando!” La sua voce tremò, spezzata dal panico crescente che stava invadendo ogni fibra del suo essere. Non riusciva a capire. Cosa voleva dire quella voce? Che potere? Lui non era speciale, non aveva nulla che lo differenziasse da chiunque altro. Non aveva mai sentito di un potere dentro di sé, né aveva mai avuto motivo di credere di essere destinato a qualcosa di straordinario.

Il suo cuore si serrò nel petto. Non sapeva cosa fare. Non sapeva come trovare quella cosa misteriosa di cui parlava la voce. Un senso di impotenza lo assalì, mentre l’angoscia cresceva sempre di più. Guardò il paesaggio attorno a sé, i rami secchi e le foglie cadute, il terreno che non sembrava avere più speranza. “Come posso trovare qualcosa che non so nemmeno cosa sia?” mormorò, la sua voce quasi spezzata dalle lacrime che ora cominciavano a salire agli occhi.

Si lasciò cadere in ginocchio, incapace di continuare a camminare. Le lacrime cominciarono a scivolare lungo le sue guance, fredde come il vuoto che lo circondava. “Non ce la faccio…” singhiozzò, le sue mani che tremavano mentre cercava di asciugarsi gli occhi. Ma ogni tentativo di fermare le lacrime sembrava inutile. Il dolore era troppo grande, troppo intenso. Ogni speranza che aveva avuto sembrava svanire nel nulla, proprio come il mondo che lo circondava.

Poi, mentre le lacrime scorrevano senza sosta, qualcosa di incredibile accadde.

Un calore improvviso emerse dalle sue mani, prima impercettibile, poi sempre più forte, come se una piccola fiamma si stesse accendendo dentro di lui. Non capiva cosa stesse succedendo, ma sentiva un brivido lungo la sua pelle. La luce che usciva dalle sue mani non era calda come il sole, ma aveva una qualità particolare, come se fosse calda ed energica, ma al contempo purissima e rassicurante. L’intensità cresceva in modo inaspettato, mentre il giovane, incredulo, guardava le sue mani, cercando di comprendere cosa fosse quel fenomeno.

“Cos’è…?” mormorò, ma prima che potesse fare qualsiasi altra cosa, la luce si dissolse, lasciandolo nel buio. Non sapeva cosa fosse accaduto, né cosa avrebbe comportato, ma quella sensazione, quella luce che aveva emesso, gli lasciava una strana sensazione di speranza. Forse, pensò, era proprio quella la risposta a ciò che cercava. Il potere di cui parlava la voce misteriosa.

Ma lui non lo sapeva ancora. Non aveva idea di cosa fosse quel potere né di come usarlo. Quello che sapeva, però, era che qualcosa dentro di lui era cambiato. E anche se non riusciva ancora a comprendere pienamente, quella piccola luce aveva acceso una scintilla di fiducia, una sensazione che avrebbe presto capito essere il primo passo verso la sua vera forza.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Tears”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Mattia Guberti
Mi chiamo Mattia Guberti, ma molti mi conoscono come MattiG. Scrivo dal 2020, spinto dalla mia grande passione per la letteratura. Amo esplorare generi e tematiche diverse, cercando sempre nuove storie da raccontare.
Oltre a scrivere, ho creato MattigBooks, un canale dedicato ai libri, e conduco il podcast "Tra le Pagine", dove parlo delle mie letture e condivido riflessioni con chi, come me, ama il mondo della letteratura. Il mio obiettivo è trasmettere la mia passione per la lettura e la scrittura, costruendo una comunità di lettori e appassionati di storie.
Mattia Guberti on InstagramMattia Guberti on Wordpress
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors