Cosa accomuna uno spirito che vive in mezzo al bosco, un giovane aristocratico e un soldato garibaldino? Questi e molti altri sono personaggi solo apparentemente indipendenti l’uno dall’altro, ma tutti legati insieme da un unico filo rosso: l’essere fuori dal tempo. Undici racconti che condividono luoghi, leggende ed esperienze in cui la fantasia e l’immaginazione prendono il sopravvento e in cui la realtà, piano piano, svanisce.
Perché ho scritto questo libro?
Si potrebbe dire che abbia scritto questo libro quasi per gioco, il che è vero, nonostante sia una formula inflazionata e – forse – superata. Alla base di questo lavoro ci sono l’osservazione e l’ascolto di tutto ciò che mi ha sempre circondato, che sia un edificio, un luogo, o una leggenda di Paese. Ho deciso così di prendere spunto da tutto questo materiale e di modellarlo, inventando delle storie che possano essere divertenti e, chissà, emozionanti.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Ai Piani Alti, quel giorno, il Direttore decise di mischiare un po’ le carte in tavola. Dopo anni e anni passati a lavorare in maniera precisa ebbe la brillante idea di provare a fare qualcosa di diverso, una sfida per lui e per i suoi dipendenti. La sua azienda era divisa in centinaia di milioni di settori, ognuno dei quali si occupava della vita e della morte in un determinato posto nel mondo. Dopo una breve consultazione su quale località scegliere per l’esperimento optò per un piccolo Paese di circa tremila abitanti dove, molti anni prima, aveva dato il via a una lunghissima tradizione; pensò che fosse opportuno provare a interromperla, se non definitivamente almeno per un piccolo momento. Si interrogò molto prima di prendere quella decisione. Era indeciso se convocare i lavoratori di quel settore per annunciare la novità e far sì che essi potessero prepararsi nel migliore dei modi oppure agire di nascosto, mettendoli alla prova.
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La bilancia pendeva più verso la seconda ipotesi, con il rischio che, se qualcosa fosse andato storto, ci sarebbero state delle conseguenze inenarrabili. D’altro canto, preparare il reparto alla novità faceva perdere un po’ il sapore di sfida che il Direttore voleva conferire a questa sua decisione, con la certezza che tutto sarebbe stato sotto controllo. Era una scelta difficile, avrebbe voluto chiedere un parere al suo Primo Consigliere, il quale tuttavia era molto indaffarato e non voleva caricarlo di ulteriore lavoro. Passarono anni prima che il Direttore prese una decisione definitiva. In mezzo, anche qualche periodo di ripensamento, con l’ipotesi di lasciare tutto così e di non modificare nulla. Alla fine, però, la curiosità di vedere quello che sarebbe successo prese il sopravvento. Il giorno della scelta arrivò, aveva preso la sua decisione, non si tornava più indietro. Alzò la sicura e con un movimento deciso premette il pulsante che avrebbe segnato l’inizio del suo esperimento.
La vita nel Paese procedeva tranquilla. Le giornate passavano scandite da attività che, soprattutto per la componente più esperta del piccolo villaggio, erano diventate quasi rituali. Pane e giornale erano gli acquisti che scandivano le mattinate, seguiti dal materiale di cartoleria per i tantissimi bambini e ragazzi che frequentavano le scuole nelle vicinanze. Era un piccolo centro di tremila abitanti, ci si conosceva più o meno tutti e si andava quasi tutti d’accordo. Caratteristica comune del Paese, così come di molti di quelli limitrofi, era la presenza di numerose leggende che ne animavano la storia e che nessuno sapeva da dove partissero. Tra queste, sicuramente la più curiosa riguardava quella che qualcuno bollava come semplice coincidenza, soprattutto chi veniva da fuori, ma alla quale gli abitanti credevano fortemente: nessuno, in Paese, poteva morire da solo. Ne moriva uno, ne morivano altri due. Insomma, in quel luogo si moriva sempre tre per volta. Era sempre stato così, non era mai capitato che ci fosse un’unica persona ad abbandonare il mondo terreno senza essere seguita da qualcun altro. Dopo la dipartita del primo, al massimo nel giro di tre giorni anche altri due compaesani lo seguivano nell’aldilà, nell’oltretomba, nel Valhalla, nel nulla o in quello in cui ognuno credeva. Era difficile dimostrare ai forestieri che non si trattasse semplicemente di una classica storia di Paese dove, si sa, tutti parlano e le dicerie passano di bocca in bocca con una verità che spesso è solo presunta. Per questo caso, tuttavia, non c’era niente di presunto, era tutto vero, anche se nessuno poteva dare una spiegazione logica al fatto.
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