È l’istinto che sceglie per noi, anche nelle decisioni più razionali che crediamo di prendere. Se non riusciamo a rispondere subito a una semplice domanda non serve illudersi di aver bisogno di tempo per riflettere e decidere. La risposta c’è già dentro di noi ma non viene presa per timore di sbagliare, di tradire noi stessi oppure di deludere chi abbiamo di fronte.
Carlotta, la sua amica, quel giorno stava cercando di convincerla a uscire con il ragazzo di cui ultimamente sentiva parlare spesso. Non era infatti la prima volta che le veniva fatta la richiesta.
«Prova almeno a incontrarlo, dai, è un bravo ragazzo, è un amico di Claudio, mio cugino e quindi ti puoi fidare. Io l’ho visto un paio di volte e credo che sia molto carino. Se poi non ti piace non lo vedi più. Ok? Ho detto ok?
Chiara la guardò mentre l’amica non smetteva di parlare e ripensò a quando la incontrò per la prima volta. Nello stesso giorno in cui Chiara e i suoi genitori si erano trasferiti nella nuova città aveva conosciuto Carlotta. Erano in strada a scaricare gli scatoloni dalla macchina e in quel momento era passata una ragazzina con la sua bicicletta. Con un sorriso esagerato e capelli simili alla criniera di un leone, sempre curiosa e indiscreta, Carlotta si era fermata per osservare la scena e dopo aver compreso che si trattava di persone nuove aveva deciso di presentarsi.
Ininterrottamente per due ore aveva parlato di sé, della sua famiglia, del suo quartiere e della città. Aveva descritto i posti in cui incontrava gli amici, i luoghi più belli da vedere e aveva descritto la scuola.
«Sono sicura che capiterai nella mia classe, me lo sento. Saresti fortunata perché conosci già me e io ho molti amici. Devo tornare a casa perché si è fatto tardi, mia madre mi starà cercando. Capita spesso».
Chiara non era mai uscita con un ragazzo, studiava, prendeva lezioni di pianoforte e trascorreva il resto del tempo con gli amici. Le sue giornate erano abbastanza piene, non sentiva il bisogno di avere un ragazzo e credeva fosse troppo presto per pensare all’amore. Avrebbe voluto dire a Carlotta che non aveva voglia di conoscere nessuno ma non se la sentì di non accontentare la sua amica che le stava facendo la stessa domanda ormai da una settimana.
«A patto che tu la smetta di insistere».
«Lo farò» e cambiando subito discorso proseguì: «Vieni a casa mia oggi pomeriggio?»
«Non posso, ho una doppia lezione di pianoforte. Ti ricordi che la settimana prossima c’è il saggio finale? Sono molto impegnata».
«Tu sei bravissima, ti eserciti tante ore al giorno. Sono sicura che resteranno tutti a bocca aperta quando ti sentiranno suonare» rispose l’amica facendo volteggiare in aria una mano.
«Lo dici soltanto perché sei la mia migliore amica. Farò comunque finta di crederci. Ora devo proprio andare. A domani. Ciao».
Mentre tornava a casa Chiara pensò che forse aveva fatto male ad accettare di conoscere il ragazzo di cui aveva parlato l’amica ma ormai aveva detto sì. Non poteva permettersi distrazioni per i prossimi anni, il suo obiettivo era l’ammissione al conservatorio con il massimo dei voti. Pensò che avrebbe rifiutato un secondo appuntamento e avrebbe accontentato tutti.
Fu una settimana molto faticosa per Chiara, la scuola, i compiti e le prove per il saggio. Giunse infine il giorno tanto atteso e si rese conto che fino a quel momento non si era fermata un attimo ma ora dietro al sipario, in attesa di sentire la professoressa pronunciare il suo nome, cominciò ad avvertire una strana sensazione di paura e angoscia. Venne assalita dal panico, credette di non ricordare più neanche una nota e decise di andare via, ma era tardi perché il sipario si alzò e lei si ritrovò davanti ad un numeroso pubblico che aveva gli occhi puntati sul palcoscenico. Seguirono istanti di silenzio, tutti aspettavano l’inizio dell’esibizione ma Chiara guardò lo spartito come se fosse con la mente da un’altra parte, non ebbe il coraggio di guardare verso gli altri fino a quando non sentì la voce di un signore che gridò: “Quando comincia?” e solo allora alzò il viso e rivolse gli occhi verso gli spettatori e nel momento stesso in cui lo fece incrociò lo sguardo di un ragazzo seduto in prima fila che la riportò alla realtà e all’improvviso le sue dita cominciarono a spingere sui tasti del pianoforte.
Alla fine dell’esibizione, Chiara rimase a fissare il suo pianoforte sopraffatta dall’emozione mentre tutti gli spettatori cominciarono ad applaudire e qualcuno si mise anche in piedi. Chiara si alzò dallo sgabello con le gambe ancora tremanti, fece un inchino per ringraziare e quando sollevò la testa si accorse che gli occhi del ragazzo visto poco prima erano ancora fissi su di lei come se non si fossero mai staccati. In quell’istante provò una sensazione mai avuta, si sentì arrossire e corse dietro il sipario per l’imbarazzo.
«Sapevo che avresti fatto colpo»
«Te ne sei accorta anche tu?»
«Se ne sono accorti tutti, non hai visto che erano in piedi?!».
«Ah, parlavi del pubblico».
«Certo, erano rapiti dalla tua bravura e… Perché, tu a chi ti stavi riferendo?»
«A nessuno».
«Non ci credo, sei arrossita!» la punzecchiò.
«Non è vero».
Carlotta spostò la tenda del sipario e guardò verso le persone presenti nel pubblico finché vide un ragazzo in terza fila che era rimasto seduto al suo posto e continuava a guardare sia il foglio che aveva in mano sia il palco come se aspettasse di vedere qualcuno.
«Ho capito, si tratta di quel tipo con i capelli castani e gli occhi neri che sta in terza fila».
«Non so di cosa stai parlando. Smettila».
«Io so chi è».
«Lo conosci?» rispose precipitosa Chiara, tradendosi.
«Ho ragione, guardati, sei di nuovo con le guance rosse. Credo che anche lui abbia fatto colpo su di te. Ti sei già scordata dell’amico di Claudio» disse Carlotta, poi aggiunse ridendo: «Non fare quella faccia, sto scherzando. Comunque il ragazzo si chiama Enzo, è all’ultimo anno e lo conosce tutta la scuola. Tu sei arrivata quando l’anno era già cominciato e perciò non conosci tutti gli altri studenti».
«In che senso lo conosce tutta la scuola?»
«Ha la fama di essere uno sciupa femmine, è stato con quasi tutte le ragazze del quarto e del quinto. Ora che ci penso, credo sia la prima volta che lui si interessi a una del primo anno».
«Non mi piace e poi chi ti dice che lui sia interessato a me. Probabilmente gli piace la musica ed è rimasto colpito dallo spettacolo».
«Mah! Non lo vedo come un ragazzo che ascolta musica classica. Comunque, so che sta con una del quarto di nome Vittoria, lei non si stacca quasi mai da lui, gli sta attaccata come una cozza. Mi hanno riferito che ha litigato con un’altra ragazza solo perché lei lo aveva aiutato a studiare».
«Non mi interessano i pettegolezzi. Inoltre, ti ho già detto che non mi piace». rispose leggermente indispettita.
«Ora devo scappare, i miei mi aspettano per andare in pizzeria. Però riparleremo assolutamente di questa storia. A domani.»
Dopo che Carlotta si fu allontanata, Chiara sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla, si girò e si ritrovò davanti proprio il ragazzo di cui stavano parlando lei e la sua amica.
«Scusa se ti disturbo, volevo congratularmi con te, sei stata bravissima».
Chiara deglutì un paio di volte ma non rispose.
«Noi non ci conosciamo, io mi chiamo Enzo», continuò il ragazzo, «ero tra il pubblico e ho visto la tua esibizione, non ho mai sentito qualcuno suonare così bene».
«Grazie», riuscì finalmente a dire Chiara, dopo aver esitato ancora.
«Menomale, credevo non volessi rivolgermi la parola», disse Enzo.
Ci fu un breve momento di silenzio dovuto all’imbarazzo di entrambi.
«Volevi dirmi qualcos’altro?» chiese Chiara per sciogliere quel momento.
«Di solito le ragazze che conosco preferiscono ascoltare la musica da discoteca oppure la musica hip-hop. Tu invece hai altri gusti musicali».
«Non mi conosci e non puoi fare paragoni tra me e le ragazze che frequenti tu» reagì nervosamente Chiara.
«Scusami, io volevo dire che è raro trovare qualcuno che apprezza la musica classica» rispose cercando di rimediare alla frase precedente.
«Ti piace questo genere?» chiese in tono lievemente sarcastico Chiara.
«Si, mi piace, anche se forse molti pensano che io sia solo un ragazzo bello e ignorante».
«Così tu ti definisci bello?»
«Così mi dicono. Brava, sincera e soprattutto bella. Posso sapere il nome della ragazza che ho di fronte?»
«Mi chiamo Chiara. Stai cercando di adularmi per farmi cadere ai tuoi piedi come le altre ragazze?»
«Le voci corrono. Non dare retta a tutto quello che si dice a scuola, non ho avuto tante ragazze».
«A chi dovrei dare retta? Non ti conosco nemmeno.»
«Hai ragione, non mi conosci, ma spero di incontrarti spesso a scuola. Chissà forse anche dopo la scuola».
«Hai appena detto che non vai dietro a tutte le ragazze e poi mi chiedi di uscire. È difficile fidarsi di te».
«Intendevo dire che magari potremmo ascoltare insieme dei brani di musica classica, tu ne capisci sicuramente più di me», rispose sorridendo Enzo.
«Non lo so» replicò Chiara accennando a sua volta un sorriso.
Dopo avere salutato Chiara, Enzo andò a prendere lo zaino lasciato sulla sedia e si diresse verso l’uscita. All’improvviso sentì: «Cosa cavolo ci fai qui?» si girò di scatto e vide il suo amico Sergio.
«Mi hai fatto prendere un colpo, stronzo!»
Sergio si mise a ridere, guardò la sala da dove era uscito Enzo e aggiunse: «Non dirmi che sei stato lì dentro a sentire quella lagna di musica?»
«Non rompere Sergio e fatti gli affari tuoi.»
«Mamma mia come sei permaloso. Dai, fatti abbracciare amico mio. Ti sono mancato tanto in questi due giorni?»
«Per niente», rispose Enzo cercando di liberarsi dall’abbraccio.
«So che sei timido e non vuoi ammetterlo. Va bene, lasciamo stare. Piuttosto, non posso lasciarti un minuto da solo che già ti ritrovo vicino ad una ragazza. Chi era la tipa con cui ti ho visto parlare?»
«Si chiama Chiara, suona il pianoforte e oggi ha fatto il suo saggio», rispose Enzo.
«Non l’ho mai vista prima.»
«Non l’hai mai vista perché è del primo anno.»
Sergio sbarrò gli occhi e disse: «Del primo? Enzo non fare stronzate, ho visto come la guardavi mentre parlavi con lei e si capisce che ti piace.»
«Non voglio fare proprio niente Sergio», disse seccamente Enzo, riprese lo zaino caduto a terra durante l’abbraccio con l’amico e andò verso l’uscita seguito da Sergio che preferì non fare altre domande. Usciti in strada, Enzo si rivolse all’amico con un tono più calmo: «Per la prima volta sento di essere interessato a qualcuno. Sergio, mi ha mai visto correre dietro ad una ragazza?»
«Per carità, quelle ti cascano ai piedi senza che tu debba aprire la bocca. Questa Chiara allora deve essere speciale?»
«Chiara è diversa.»
«Cioè?»
«Non so spiegartelo, appena l’ho vista e l’ho sentita suonare ho provato una forte emozione, non riuscivo a smettere di guardarla, ero come ipnotizzato.»
«Non voglio fare il guastafeste ma tu ora esci con quella perfida di Vittoria e lei non sarà per nulla contenta di essere scaricata per una ragazzina più piccola.»
«Non mi interessa quello che fa Vittoria.»
«Sei sicuro di quello che vuoi?»
Enzo poggiò una mano sul braccio dell’amico e disse: «Caro Sergio, non sono mai stato così sicuro, Chiara non è come le altre e non sarà una delle mie conquiste, come potranno pensare in molti qui, tu per primo. Mi è bastato guardarla e parlare qualche minuto con lei per capirlo. Ha già conquistato il mio cuore e io farò di tutto per conquistare il suo. Te lo assicuro, Chiara un giorno diventerà mia moglie.»
Commenti
Ancora non ci sono recensioni.