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Unendo i punti

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Consegna prevista Aprile 2026
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Un libro diaristico, scritto durante un viaggio che ha rappresentato un punto di svolta, oltre al più grande riferimento. Un riferimento suggestivo, in cui si è riscoperto il limite del proprio corpo.
La guida, racchiusa nella forza della Volontà, ha trasformato le difficoltà iniziali, la solitudine, l’inesperienza e le paure di chi esce completamente dal proprio porto sicuro in un’esperienza evolutiva, fatta di condivisione, conoscenze, scoperte, commozione, traguardi e nuove consapevolezze.
La voce interiore, inizialmente titubante e poi determinata a proseguire, è stata premiata da ciò che comunemente chiamiamo coincidenze. Quelle occasioni che si colgono camminando e di cui, nel bene e nel male, si ha bisogno proprio perché segnano il percorso e permettono, magicamente, di far unire i punti.

Perché ho scritto questo libro?

Con questo libro voglio trasmettere quanto sia efficace la forza della propria Volontà. Che nonostante le difficoltà, le invalidità, se si immagina di poter fare qualcosa e si inizia a farla, le circostanze iniziano a far unire i punti.
Nonostante sia una persona concreta e realista, vedere e toccare direttamente con mano certe coincidenze mi ha segnato particolarmente e sono sicuro che chiunque, di fronte all’evidenza, si sarebbe posto delle domande.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Camminando ho ripensato agli oggetti che i miei amici mi hanno affidato prima di partire e che avevo promesso loro di lasciare per strada man mano che mi avvicinavo a Santiago. Non so perché, non c’è un motivo particolare ma pensavo fosse una cosa bella da fare. Anche io avrei dato un oggetto ad un mio amico se fosse partito per un viaggio del genere. E la cosa più bella è che avrei mandato loro la posizione GPS del luogo in cui lo lasciavo, cosicché se un giorno avessero voluto recuperarlo, avrebbero saputo dove recarsi.

Quindi oggi ci ho ripensato e tra me e me mi sono detto che avrei potuto iniziare a lasciarne qualcuno. E come primo oggetto ho pensato a quello lasciatomi da Anna, la mamma di Elia.

Incredibilmente, Elia ha risposto alla storia di Instagram dove c’era quel pescatore sulla scogliera dicendomi che avrei potuto lasciare i suoi oggetti vicino al mare per- ché suo papà amava pescare. Una coincidenza perfetta, ringraziandolo gli ho detto che proprio oggi avevo intenzione di lasciare l’oggetto di sua mamma. Così poco dopo ho trovato il luogo perfetto.

Uno scenario spettacolare, dove si fermavano in molti, con scogliere altissime e l’orizzonte infinito.

Molto, molto ampio, enorme. Era il luogo perfetto. Ho poggiato lo zaino e ho preso la cravatta. Mi sono diretto verso la scogliera e ho trovato una pietra dove metterla. Era perfetta perché aveva una tasca profonda a forma di cilindro. In quella tasca la cravatta sarebbe rimasta fino a quando non fosse andato qualcuno a riprenderla.

A quel punto mi sono fermato, respirando profondamente. Ho connesso mente e cuore e ho scritto ad Anna:

“Buon giorno Anna, sono Saverio il ragazzo che ha portato lungo il Cammino di Santiago la cravatta che mi è stata affidata da Elia.

Durante il percorso di questa mattina sentivo che era il momento di lasciarla. La conferma me l’ha data Elia quando ha risposto ad una storia di Instagram dicendomi che suo papà amava pescare.

Proprio questa mattina ho incontrato persone pescare su una scogliera bellissima. Non è stata una semplice coincidenza, era destino che la lasciassi proprio oggi.”

E insieme le ho inviato il video in cui le mostravo dove era posizionata, illustrandole luogo e sentiero per arrivarci, e la posizione GPS.

Immediatamente lei mi ha risposto con un messaggio vocale di quattro secondi ringraziandomi, con la voce rauca…

Le riscrivo: “Un onore. Ora proseguo il cammino. Ti auguro una buona giornata Anna”.

Mi risponde con un altro messaggio di quattro secondi, ripetendo le cose del messaggio precedente e augurandomi un buon cammino.

In questo messaggio però c’era qualcosa di diverso, di più profondo. Era palesemente commossa e a fine audio ha tirato su col naso.

Anna come immagine di Whatsapp ha una foto con suo marito e come frase personale

“Sei l’addio che non riuscirò mai a dire”

Dopo aver connesso tutte quelle cose, dopo aver riascoltato il secondo audio, ho vissuto un momento in cui grazie al suo tono e modo di ringraziarmi sono esploso in un pianto di pura commozione. Commozione profonda mai provata prima.

Ho realizzato che ci sono persone legate a quell’amore vissuto anni prima in grado di emozionarsi ogni volta che ci ripensano.

Che nonostante il dolore provato e il vuoto incolmabile continuano a rialzarsi e a dedicarsi alla vita.

Ho pianto molto ed ero molto sorpreso di questo, perché dopo quel momento ho avuto un’energia particolare, mi sentivo potente. Asciugati gli occhi, mi sono allontanato da quel luogo con i brividi. Ho recuperato lo zaino, mi sono ricomposto e ho ringraziato per quel magico momento che ormai appartiene a me e ad Anna.

Ho ripreso il cammino e sono andato verso alcuni pellegrini che erano lì vicino a guardare qualcosa. Incuriosito ho notato che la cosa che guardavano era un foro nel terreno che emanava un suono e un vento potentissimi. Una cosa mai vista. Mi sono avvicinato ancora e ho scoperto essere un foro collegato a delle grotte marine posizionate in profondità dove le correnti d’acqua facevano sbattere il mare contro le pareti facendo uscire suono e aria direttamente da lì sotto.

Un pellegrino si era posizionato direttamente sopra il foro e per la potenza dell’aria gli era volato il cappello. Sono andato anche io dove si trovava lui e mentre mi avvicinavo mi ha guardato gridandomi “the power!”.

E anche questo aveva un senso, perché solo pochi minuti prima mi ero detto di aver vissuto un momento potentissimo che poteva essere incoronato perfettamente solo dalla potenza della natura.

Dopo quella centrifuga di emozioni, ho camminato per molto tempo con un’aura magica attorno. Sembrava che le gambe si muovessero da sole. Ho continuato a pensare a quanto sia stato straordinario il momento vissuto e mi compiaccio per aver deciso di portare con me questi valorosi oggetti.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Saverio Pio Di Cosmo
Nato a San Giovanni Rotondo il 9 marzo del 1992, si diploma come perito informatico e successivamente si
laurea in Product Design.
Vive felicemente l’adolescenza a San Giovanni Rotondo fino a quando dovrà far fronte ai primi ostacoli della
crescita.
Inizia la sua avventura trasferendosi a Pescara per lavoro, successivamente a Roma per iniziare gli studi
e una volta finiti ritorna a San Giovanni Rotondo dove, per via del covid 19, ha deciso di stabilirsi trovando un
lavoro.
Subisce un intervento invasivo, supera la depressione e spinto dalla ricerca di sé intraprende il Cammino di
Santiago che lo porta a imboccare la via della scrittura.
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