La scuola è un campo minato, i soldi non bastano mai, in casa l’aria è pesante e a volte anche gli amici sembrano complicarti la vita. Ma lui, un ragazzino delle medie con più dubbi che certezze, ci prova lo stesso: a capire gli adulti, a stare a galla, a trovare un posto nel mondo- o almeno nel suo paesino dimenticato da Dio e a volte pure dal WiFi.
Lo seguiamo riflettere sulla sua famiglia, ossia sulla madre spesso assente anche emotivamente, la sorellina sensibile e un padre lontano da casa e sui suoi rapporti con gli amici, tra cui lo scapestrato impulsivo e ribelle privo di illusioni, l’immigrato che sogna in grande per riscattarsi e la ragazza più intelligente che abbiate mai conosciuto.
Raccontato con ironia, tenerezza e un pizzico di rabbia, questo è un racconto senza filtri di chi cresce a fatica, ma non smette di osservare, ridere e sperare.
Perché crescere è complicato, ma raccontarlo può essere un modo per resistere.
Perché ho scritto questo libro?
I personaggi della storia traggono ispirazione da ciò che vedo tutti i giorni e far vedere il mondo tramite gli occhi di un ragazzino mi ha permesso di avere maggiore libertà nella narrazione. Qui c’è tutto ciò che mi circonda: l’ambiente della scuola, il paese piccolo e un po’ chiuso, i sogni da inseguire pur tra mille difficoltà, ma è tutto raccontato con ironia e sarcasmo ed è questa cifra che sicuramente meglio mi rappresenta e può dire chiaramente perché questo libro sia mio.
ANTEPRIMA NON EDITATA
C’è il sole oggi e quindi posso fare una passeggiata, tanto mamma è andata da signora Gianna che le deve prendere le misure per un vestito, sicuro che quella là deve andare a una festa o la deve fare lei la festa, che non si sa quante feste fa però quando si è ricchi forse è così, cioè, si fanno tante feste. Io le farei, avendo i soldi però e tanti animali e tanti vestiti e magari delle scarpe e degli abiti anche ad Anita che poverina ha sempre quei due vestiti uguali e brutti e così forse la smette di lamentarsi che ogni giorno la devo sentire che urla perché le compagne di scuola la prendono in giro.
Anche a me mi prendono in giro ma mica sto a lamentarmi e a gridare, cioè, se mi dicono qualcosa io rispondo male e pazienza se gli insegnanti poi dicono che sono maleducato e mi vogliono sospendere e mamma allora deve andare a supplicare, che la situazione è difficile, che babbo non c’è eccetera eccetera.
Io manco voglio che mamma va lì a dire di tenermi a scuola e chi ci vuole stare? Le lezioni sono noiose e i compagni di classe sono tutti scemi, tranne Pietro e Kevin.
Kevin si chiama così perchè è nero, non è italiano, cioè, forse sì perchè comunque parla italiano meglio di me e di Pietro e di tutti gli altri, ma perchè è venuto qui dalla Nigeria che aveva cinque anni e già ha imparato qualcosa.
La mamma poverina non parla bene l’italiano, il padre qualcosa ancora ancora la dice ma non è che si capisce bene. Per fortuna c’è lo zio di Kevin che viene ai colloqui e parla coi professori, però Kevin è bravo eh lui studia davvero, non come me e Pietro che ci annoiamo. Lui vuole diventare architetto ed è troppo bravo in disegno e tecnologia, che invece io faccio schifo ma tipo seriamente!
Io non lo so se Kevin può diventare architetto anche se lui ci crede davvero e guarda sempre i video degli edifici famosi e dice che vuole costruire case belle in Nigeria. Ma io non lo so se lo diventa perchè qui siamo in un paese che per carità c’è brava gente eh però insomma, non è che i neri li trattano benissimo e Kevin è nero nero, cioè è proprio scuro, non è quel colore tipo marroncino che la gente dice “Ohi quanto è bello! Ha il colore che vorrei avere io!” No, Kevin ha quel colore che nessuno vuole però lui dice che studia qui e poi va via e vince le borse di studio e non è che ho capito bene cosa sono queste borse di studio, ho capito forse che ti danno soldi se studi tanto e allora mi sa che io borse di studio non ne vedrò mai.
Mamma me lo dice sempre che devo studiare che nella vita va avanti chi studia, ma io mi annoio, cosa me ne frega delle poesie, di scrivere bene cosa ho fatto durante le vacanze o quale film mi piace che tanto mica faccio niente, sempre qui sono. Cosa me ne frega di calcolare il perimetro del triangolo isoscele che boh non è che torno a casa e ho i triangoli da calcolare, voglio dire, manco ho il righello o la squadra, cioè, me li hanno regalati non so chi, gente che regala le cose e solo che io ho rotto la squadra ma mamma ancora non lo sa. Appena lo sa, sono di colpi, lo so, che lei ci tiene alle cose.
Ma tanto davvero cosa me ne faccio di una squadra o del righello, quelle cose piacciono tanto a quella prof che ho, quella carina e giovane, bionda, quella che aiuta a Paolo, lo scemo poverino, ha tanti problemi, solo che alla fine lei aiuta tutti e ha detto che le sto simpatico e mi aiuta sempre.
Lei sì che si diverte e fare le forme geometriche, ha detto che non è brava per niente in matematica e geometria però a me sembra che è brava lo stesso e comunque mi aiuta a risolvere i problemi, anche se poi quella stronza della Piras la rimprovera sempre perchè non deve aiutarci. Mamma mia quella, è proprio nata così, acida! C’ha sempre questo sguardo cattivo, povero il marito che se la deve tenere a casa! E poveri i figli, li ho visti, sono due gemelli brutti ma brutti forte e danno sempre fastidio agli altri. Pietro li prende in giro che sono grassissimi e pieni di brufoli e allora la Piras l’ha preso di mira ma a Pietro non gliene frega niente che a lui davvero non frega niente di nulla e di nessuno.
Io lo vorrei il suo carattere perchè è forte e picchia pure molto bene, già lo sanno quelli dell’anno scorso che erano in seconda superiore ma Pietro li ha stesi tutti e tre e uno si è pure messo a piangere, ohi le risate che mi sono fatto!
Mamma dice che Pietro “è una cattiva compagnia”, che non devo frequentarlo perchè il babbo è in carcere e la madre lascia i figli da soli “per fare la bella vita”, così dice lei, anche se io so che fa la zoccola in zona industriale, che bella vita sarebbe, mah…
E comunque che colpa ne ha lui se il padre è in carcere o i fratelli e le sorelle, cioè, mica è colpa loro se il padre è un delinquente e l’hanno beccato a spacciare e a fare furti. Io lo so che Pietro è sempre incazzato con tutti perchè gli fa male questa cosa che i genitori sono messi malissimo e molta gente gli sparla dietro, però lui li picchia e sta bene e però è già stato bocciato e sospeso infatti ha quindici anni ma è ancora in terza media nella mia classe. Anche se Pietro un po’ lo fa lo stronzo eh ma è così lui, cioè, non te la devi prendere, è il suo modo di fare. A me mi dice sempre roba, che sembro un frocio e cose così, ma mi protegge sempre e mi ha imparato a dare qualche colpo, anche se ancora non è che ho picchiato nessuno, devo dire la verità, perchè se c’è Pietro, fa tutto lui.
Se per quello, ci ha pure portato le canne e io le ho provate, ohi che cosa strana che avevo in testa! Kevin invece ha detto no no, che lui deve stare pulito, che lui ha un futuro e che pure noi dobbiamo pensare al nostro futuro che mica vogliamo vivere per sempre lì. E chi ci vuole vivere per sempre qui?! Lo so che mica è bello, ma dove vado che lascio mamma e Anita e poi magari babbo torna e non ci trova più qui e dove ci va a cercare allora?
Almeno io devo lavorare, gliel’ho detto a mamma e sia lei che Kevin insistono che devo prendermi almeno il diploma, altrimenti non mi vuole nessuno a lavorare. Ma mica ci vuole il diploma per sistemare i motori!
Ah, io quello voglio fare eh sono proprio bravo con le macchine e le moto e tutti i motori! Di sicuro non so chi è Dante e perchè ha scritto quell’opera troppo lunga e strana che magari qualche canna se l’è fatta pure lui ma se mi dite che la vostra macchina ha un problema io ve la sistemo, lo capisco subito dov’è il guaio, modestamente parlando.
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