Blitz è un Asura, guerriero nato dalle ombre e forgiato dal dovere. Il suo destino sembra scritto tra battaglie e silenzi, lontano da ogni emozione. Yukiko, umana promessa a un futuro che non le appartiene, custodisce nel cuore un desiderio di libertà più forte della paura. Quando le loro vite si incrociano, il mondo stesso trattiene il respiro: un demone e un’umana uniti da un sentimento proibito che minaccia di sovvertire le leggi divine.
Tra guerre millenarie, poteri nascosti e un amore che sfida il destino, Asura racconta la forza di due anime che si trovano dove non dovrebbero — nel confine sottile tra luce e oscurità, dove perfino un cuore demoniaco può imparare a battere per amore.
Perché ho scritto questo libro?
Asura è nato come rifugio, come terapia e come atto di rinascita. In un momento difficile mi ha aiutata a restare a galla, a guardarmi dentro e a trovare la forza di ricominciare. Oggi sento che quella casa non è più solo mia. È pronta ad accogliere chiunque ne abbia bisogno: chi cerca un po’ di luce, chi vuole sentirsi libero, chi ha bisogno di ricordare che dentro di sé possiede già tutta la forza per ricominciare.
ANTEPRIMA NON EDITATA
E fu così che lo vidi.
Quella bellezza devastante, era a poche decine di metri da me e mi fissava.
Mi guardava con uno sguardo delicato e allo stesso tempo possessivo. Mi tornò alla mente tutto. La radura. La pioggia. Quel bacio mancato.
Con un solo mio cenno impercettibile lui iniziò ad avanzare veloce verso di me evitando facilmente la folla che al suo passaggio si voltava ad ammirarlo o invidiarlo.
Così diverso da loro ma anche stranamente simile. Era quasi… umano.
Le orecchie erano normali e i rubini che erano i suoi occhi ora si erano trasformati in zaffiri profondi come il mare.
Mancavano pochi metri.
Sentivo il mio cuore accelerare ad ogni suo passo. Avevo paura che esplodesse da un momento all’altro.
Poi arrivò. Il cuore smise di battere per un secondo.
Pochi centimetri separavano i nostri corpi.
La sua mano sfiorò la mia guancia, e la sensazione fu completamente diversa da quella che sentii con Daniel.
Tutto intorno si bloccò. Il silenzio calò su di noi.
Lui non parlò, e io anche volendo non sapevo cosa dire. Ma così era perfetto.
Solo i nostri occhi parlavano, desiderosi di colmare la distanza, e mai stanchi di scrutarsi. Finalmente, ora, riuscivo a sentire la vita vera ad un passo da me.
Avrei preferito morire anziché distruggere quell’incanto.
La sua mano ancora sul mio viso, incapace di allontanarsi, come se lui potesse completarmi. Come se con lui riuscissi a dare un senso a tutto.
Il mio corpo lo bramava. Lo desiderava. Sapeva che per sopravvivere aveva bisogno della sua presenza.
Sapevo di avere tutti gli occhi dei presenti addosso e già immaginavo i pettegolezzi che sarebbero girati per il paese già la mattina dopo. Ma non mi importava.
Per un momento idillico come quello avrei venduto la mia stessa anima.
Quanto mi ero sentita vuota in quei giorni in cui ero rimasta sola.
Ma forse tutta quella situazione era sbagliata. Provare certe sensazioni con uno sconosciuto, che un giorno affronta Titani e un altro si presenta così … così umano.
Temevo che quei sentimenti fossero fittizi. Solo un’occasione per scappare dalla mia vita.
Tutto pur di scappare da quel mondo.
Eppure, mentre ero lì a fissarmi su questi dubbi, sentivo i suoi occhi su di me, che perlustravano ogni minimo angolo del mio viso, così intensamente da farmi girare la testa. E mentre ricambiavo quello sguardo capii che era inconcepibile pensare di poter fingere quelle sensazioni.
Sentivo il cuore martellarmi nel petto, così forte da sovrastare qualsiasi altro rumore intorno a me. Avevo lo stomaco sottosopra.
Può sembrare doloroso detto così, ma al contrario non riuscivo ad immaginare qualcosa di più piacevole.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo.
Nella sua forma demoniaca, se così si può definire, era l’essere più bello e sensuale che potesse esistere. L’incarnazione del peccato, era così che l’avevo visto la prima volta. Lussuria e violenza nello stesso corpo attraente.
Ma adesso, in quella forma umana, era da togliere il fiato. La possente muscolatura era diminuita, ma non per questo non si notava sotto i vestiti. I capelli spettinati color mogano gli ricadevano sul viso spigoloso e dai lineamenti forti, solo questo aspetto incuteva timore in chi lo osservava. La pelle dorata era morbida a contatto con la mia pallida. E quel mare di lava che erano i suoi occhi ora era solo un vago ricordo, l’acqua azzurra scorreva al suo posto.
Nessuno mi aveva mai guardato così.
Daniel mi guardava in maniera diversa: in lui vedevo malizia e sicurezza, sensualità.
Invece negli occhi di quella creatura non vedevo altro che possesso e protezione, amore. Questo mi eccitava da morire. Non desideravo altro che essere sua.
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