Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

ZONA10: Il Prezzo Del Cemento

Copia di 740x420-79
1%
198 copie
all´obiettivo
97
Giorni rimasti
Svuota
Quantità
Consegna prevista Agosto 2026
Bozze disponibili

Nella periferia grigia dell’hinterland milanese, la Zona10 è un anello di cemento dove la nebbia non è solo meteo ma stato d’animo. Qui si intrecciano le vite di Luigi, boss di vecchia scuola che teme per l’eredità del figlio Carmine; di Said, tunisino di Bonola disposto a tutto per salvare la propria famiglia; di Andrea, rampollo borghese che ricicla la noia in pericolo; e di Hisham, giovane anarchico di Rho che semina caos per affermarsi. Un furto fallito, un carico perso e la lotta per il controllo del territorio innescano una spirale di vendette, alleanze e tradimenti. Carmine, spinto dall’onore, compie un gesto che spezza equilibri e destini; Said sceglie l’astuzia contro la violenza e, tra umiliazioni e riscatti, si costruisce una nuova legge. Tema centrale è il prezzo della dignità in una società in cui il cemento schiaccia i sogni.

Perché ho scritto questo libro?

ZONA10 nasce dall’ esigenza di raccontare la provincia, in questo caso dell’alto milanese, ma che non si differenzia da tutte le altre presenti nel nostro paese. Un luogo dove le diversità sono un fattore accumunante, e gli obbiettivi personali sono simili anche quando i punti di partenza no. In questi anni ci hanno raccontato ogni aspetto di Milano, ma in quanti conoscono davvero il “sottobosco” che la circonda? Benvenuti in ZONA10

ANTEPRIMA NON EDITATA

Prologo: La Nebbia del Confine e la Sfera d’Onore – La Materia del Limite
La nebbia nell’interland lombardo non era un fenomeno atmosferico, ma una condizione esistenziale. Non aveva nulla della bruma poetica che velava i laghi di Como o Varese. Era una cosa industriale, una zuppa densa di umidità e particolato che si attaccava alla gola come catrame, lasciando un sapore amaro di diesel da TIR e cemento umido. Corrodeva il metallo delle recinzioni, sbiadiva i colori dei manifesti elettorali e, soprattutto, logorava le ambizioni. Qui, il confine con la ricca Milano non era segnato da un cartello, ma da quel grigio soffocante: era la Zona10.
La Zona10 non era un quartiere o una provincia; era un concetto. Un triangolo di capannoni dismessi, villette a schiera e arterie stradali, dove le leggi del centro non arrivavano mai del tutto. Un luogo di transito per milioni di persone, ma di stallo per chi ci viveva.
Seduto nel suo quartier generale a Saronno, Luigi era il monarca di quel grigio. Sessant’anni, un corpo che aveva assorbito anni di fatica e rabbia, vestito con un pullover di cashmere sformato e un orologio massiccio, segno inequivocabile di un potere che non doveva più urlare. Il suo accento napoletano, pur smorzato da quarant’anni di Nord, si riaffacciava nei momenti di tensione, come una cicatrice non rimarginata.
L’ufficio era un ex deposito di mattoni a vista, riadattato. L’aria era pesante, stratificata: odore di caffè ristretto, fumo di sigari toscani e un residuo nostalgico di olio motore e calce — l’odore della malavita vecchio stampo.

La Scacchiera Logorata
Davanti a Luigi, su un tavolo di legno massiccio, non c’erano computer o tablet, ma una mappa cartacea ingiallita del quadrante Saronno–Legnano–Gerenzano. Era la sua scacchiera. Le aree di spaccio, le vie di fuga e le zone franche erano segnate con un pennarello rosso sbiadito. Attorno a lui, due figure immobili: Zio Ciro, il consulente finanziario non ufficiale, e ‘O Mastino, l’uomo della forza bruta. Erano la sua corte, i pilastri dell’onore tradizionale.
«Il problema non sono i carichi, Luigi,» esordì Zio Ciro, aggiustandosi gli occhiali. «È la mancanza di metodo. Questi nuovi non usano i codici. Non spacciano, fanno casino. Mettono cartelli come un’invasione di turisti.»
Luigi tamburellò le dita sul tavolo. Il suo sguardo era fisso su una croce segnata a mano nell’area di Rho. Lì, l’attività era frenetica e inspiegabile.
«Hanno quindici anni, Ciro. Usano i social. Fanno i video mentre rubano le auto. Non capiscono la differenza tra crimine e performance.» La voce di Luigi era bassa, ma vibrava di disprezzo. «La violenza deve essere mirata, deve rinnovare il rispetto. La loro è gratuita. Fa rumore.»
‘O Mastino, un gigante silenzioso, annuì. «Luigi ha ragione. Se la Polizia arriva per una rapina di ragazzini, poi resta per noi. Loro attirano la luce.»

Continua a leggere
Continua a leggere

L’Ossessione per l’Eredità
Luigi non temeva tanto la polizia, quanto il contagio. Temeva che il caos dei nuovi finisse per inghiottire l’ordine secolare del suo clan. Ma la sua paura più grande era per suo figlio.
Carmine. Ventidue anni. Bello, forte, destinato. Il ragazzo era cresciuto con il mito dell’onore e del sangue versato. Da quando era bambino, aveva visto uomini entrare e uscire di galera, un ciclo perpetuo di sacrificio. Carmine aveva imparato a detestare i “tocchi”, gli stranieri che, nella sua mente, stavano destabilizzando l’ordine stabilito. Era un odio trasmesso, quasi genetico.
Luigi sapeva che Carmine era l’unico in grado di prendere le redini, di mescolare la vecchia scuola con l’efficacia moderna. Ma Luigi era ossessionato dal destino carcerario. Si alzò, camminando lentamente tra gli scaffali impolverati pieni di vecchi registri contabili.
«Ho fatto il mio tempo, Zio Ciro. Gli zii hanno fatto il loro tempo. Ma Carmine…» Si voltò, la luce fioca del neon che gli illuminava gli occhi. «Non voglio che finisca dentro per colpa di un ragazzino di quindici anni.»
Ciro capì: il problema non era solo il territorio. Era l’eredità.
«Per questo deve imparare il codice. Deve risolvere la questione Hisham a modo nostro. Con metodo, Luigi. Non con la furia.»

Il Codice e la Tentazione del Caos
Luigi si avvicinò alla finestra, osservando il traffico lento dell’interland. Il suo codice era basato su regole ferree: non toccare le famiglie, non spargere sangue inutilmente, il debito va onorato col sudore. Ma questo codice non aveva previsto l’arrivo di gente come Said — stranieri intelligenti che cercavano riscatto — o di Andrea, borghesi annoiati in cerca di adrenalina.
Said, il tunisino di Bonola. Luigi aveva sentito parlare di lui. Uno che si muoveva in sordina. Un ragazzino con la fame negli occhi, la fame vera, non quella indotta. Era pericoloso.
Andrea, il figlio di un noto imprenditore di Legnano. Un ragazzino che giocava al gangster.
Luigi capì che il vero pericolo non era la forza bruta, ma la confusione morale. Carmine era combattuto. Era attratto dall’intelligenza di Andrea, dalla sua parlantina da avvocato. Se Carmine si fosse lasciato sedurre dai metodi veloci e puliti di Andrea — il riciclaggio, la facciata legale — avrebbe tradito l’onore del clan. Se avesse abbracciato la furia cieca contro Said e Hisham, sarebbe finito in prigione, proprio come suo padre.
Luigi si passò una mano sulla barba incolta. Doveva guidare il figlio.
«Chiamate Carmine. Ditegli di incontrare Ciro a Legnano. Dobbiamo dargli un piccolo test. Deve capire che il rispetto non si compra. Si conquista col metodo, non col caos.»
Il destino di Carmine, e di tutta la Zona10, dipendeva da quale tentazione avrebbe scelto. Luigi, il boss old school, era pronto a piegare l’onore se necessario, pur di salvare la carne del suo sangue dal destino che aveva condannato tutti loro. La nebbia fuori si fece più densa. Il grigio della Zona10 non era solo un colore. Era un presagio.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “ZONA10: Il Prezzo Del Cemento”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Riccardo Mondini
SonoRiccardo Mondini , e la musica è sempre stata una parte di me, con essa anche la scr.
Sin dall’ asilo ho iniziato a frequentare scuole di musica, e negli anni ho preso parte anche a diversi cori, sia scolastici che non.
Ho suonato anche diversi strumenti tra cui tromba e flicorno tenore, per poi in età adolescenziale passare alla chitarra classica e in un secondo momento a quella acustica ed elettrica.
Nel 2015 mi affaccio al mondo Rap, implementando la scrittura e registrando un primo brano.
Nel 2019 decido di pubblicare qualche brano da indipendente, raggiungendo discreti risultati.
Poi lo scatto: mi accorgo di non riuscir a trasmettere come voglio il mio messaggio, le parole di una canzone non bastano per dipingere la realtà che vedo e mi circonda. Li nasce l' esigenza di scrivere ZONA10, di mettere a nudo e senza tralasciare nessun particolare di una periferia che dentro se racc
Riccardo Mondini on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors