Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Diario di una mamma esaurita

Banner Mamma Esaurita
3%
194 copie
all´obiettivo
97
Giorni rimasti
Svuota
Quantità
Consegna prevista Settembre 2026
Bozze disponibili

Essere mamma è un’avventura meravigliosa. Essere una mamma esaurita, però, è un’altra storia.
È la storia vera—e irresistibilmente ironica—di una donna che ogni giorno cerca di sopravvivere a quattro figli, ai loro drammi, ai loro sogni strambi, alle loro febbri improvvise, ai compiti, ai litigi per i videogiochi e al caos che regna sovrano in casa… mentre tenta disperatamente di ricordarsi dove ha lasciato il cervello.In queste pagine c’è tutto: le notti insonni, le chat delle mamme che esplodono alle 7 del mattino, le “vacanze rilassanti” finite in tragedia, le metamorfosi in Mammazilla, le frasi non richieste degli esperti improvvisati (“Hai voluto la bicicletta, adesso pedali!”) e quella sensazione costante di correre una maratona senza essersi allenata.Tra un disastro e una risata,questo diario racconta la maternità così com’è davvero: faticosa, caotica, imprevedibile. Un libro per chi è mamma, per chi lo diventerà e per chi vuole capire perché a volte una mamma ride per non urlare!

Perché ho scritto questo libro?

Ho scritto questo libro perché, tra pannolini, riunioni, crisi isteriche (mie e dei bambini) e notti da mezz’ora di sonno, avevo bisogno di una valvola di sfogo. Scrivere è diventato il mio superpotere segreto: mi aiuta a non perdere la testa… del tutto. Questo libro nasce per ridere, piangere e sentirsi meno sole. Per ricordarci che non serve essere perfette per essere brave mamme e, soprattutto, per essere felici.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Capitolo 2

Il giorno in cui ho pensato di scappare in Islanda

Non sono scappata ma solo perché Ryanair non fa sconti per mamme disperate.

La giornata era iniziata come le altre: caffè freddo, pannolini caldi, io tiepida.

A metà pomeriggio avevo già urlato più di un cronista del telegiornale.

Il piccolo aveva deciso di creare un nuovo design per la casa con dei pittoreschi murales su più pareti possibili del salotto, il secondo aveva trasformato l’ingresso di casa in un campetto da calcio dove la porta era formata da due vasi di ceramica che ricevevano spallonate continue. Il terzo stava litigando con il calzino sinistro perché non riusciva ad infilarselo come diceva lui, a testa in giù sul divano. La grande, se pur meno rumorosa, stava sclerando con il suo cellulare perché aveva avuto la folle idea di bloccarsi nel bel mezzo di un videogioco, tutto questo mentre lo sbatteva ripetutamente sul palmo della mano.

A quel punto mi sono chiesta se fosse davvero troppo folle fare le valigie, infilare solo mutande, caricabatterie, cuffie e partire.

Islanda. Si.

Li ci sono i Geyser, le pecore e cosa non da poco: POCHISSIMI bambini!

Ho aperto il sito della compagnia aerea. Ho digitato “FUGA DISPERATA“. Ryanair ha risposto con un pop-up: “ERRORE 404. Nessuna fuga possibile“.

E niente, ho chiuso il computer, ha raccolto i resti della mia sanità mentale, e ho fatto l’unica cosa logica che mi veniva in mente: mi sono chiusa in Lavanderia a piegare i panni, dove non viene nessuno per paura di dovermi aiutare nell’immenso lavoro.

È come se avessi attivato una barriera magica: il piega-biancheria è il mantello dell’invisibilità delle mamme.

Nessuno osa disturbare una madre che sta piegando.

Nessuno entra, nessuno respira troppo forte nei paraggi per non rischiare di essere arruolato in missione, tra calzini spaiati e mutande da smistare.

È l’unico posto (purtroppo) dove posso avere cinque minuti di pace, circondata dal profumo (Illusorio) del detersivo e dal senso (falso) di ordine.

E così, mentre combatto tra una pila traballante di magliette e mutande a tema dinosauro, ho questi cinque minuti di bolla, questo micro-spazio mentale dove posso respirare, pensare, forse persino ricordare chi ero prima che le parole “mammaaa…” diventassero la mia colonna sonora quotidiana.

E ovviamente, come ogni volta che mi illudo di avere un attimo per me una vocina dal corridoio arriva:

“Mamma, dove sei?”

Mi fermo. Trattengo il fiato. È la voce del terzo che finalmente ha finito di vestirsi e solo ora si è accorto che non ero nei paraggi.

Esco dalla mia caverna di panni piegati come Ulisse che torna a casa, pronto ad affrontare nuovi mostri, nuove sfide, nuove urla.

Mi Trova. Mi guarda. Mi abbraccia, come se non mi vedesse da giorni, come se fossi appena tornata dall’Islanda.

Forse per un secondo ci sono arrivata lo stesso.

Non sono scappata in Islanda, almeno non con le valige, ma sono sicura che al mio ritorno l’abbraccio sarebbe stato esattamente come questo.

In quel abbraccio c’è tutto. C’è l’amore, c’è la fatica, c’è il caos, le paure che non consenti nemmeno a te stessa.

A volte la maternità è troppo.

È confusione, rumore, caos emotivo e fisico.

Ti toglie l’aria, la pazienza e – diciamolo – anche la dignità quando ti accorgi che hai portato fuori la spazzatura in pigiama e pantofole spaiate.

Ma poi ci sono quei momenti. Un abbraccio appiccicoso.

Un “mamma sei la mia preferita” detto mentre ti tirano giù i pantaloni per farti vedere un graffio sul ginocchio.

E allora resti. Con la testa in Islanda, magari. Ma il cuore qui. Sempre.

NOTA:

In futuro non sottovalutare mai il potere della lavanderia! Ah, non è debolezza se sogni di mollare tutto e andare in Islanda. È sopravvivenza emotiva. Purché poi torni. Magari con un maglione nuovo e un po’ più di ossigeno.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Diario di una mamma esaurita”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Elisabetta Savoca
Mi chiamo Elisabetta Savoca e scrivo da quando riesco a tenere una penna in mano. Da bambina riempivo diari segreti come fossero tesori, perché scrivere era il mio modo per respirare meglio, capire il mondo e raccontarmi senza paura. Crescendo, quella passione non solo è rimasta, ma si è trasformata in una parte essenziale di me. Ho scritto racconti che riposano ancora nel cassetto, pronti a uscire quando sarà il loro momento. Oggi apro una nuova pagina con Il diario di una mamma esaurita, un progetto che profuma di vita vera, di ironia tagliente e di quella sincerità che a volte spaventa, ma che libera. Dentro c’è il caos, l’amore, le notti insonni, le risate che salvano e una buona dose della mia personalità. Spero che chi leggerà possa riconoscersi, emozionarsi e, perché no, sentirsi un po’ meno solo. Scrivo perché mi fa stare bene. Condivido perché è arrivato il momento.
Elisabetta Savoca on FacebookElisabetta Savoca on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors