Virginia lavorava alla fabbrica di birra, trentasette anni di cui già quindici trascorsi dentro il birrificio. Era stata assunta presto, tra le prime persone che avevano occupato quel posto di lavoro. Non aveva fatto una grande carriera al suo interno, del resto aveva giusto un diploma da scienze umane che a nulla le era servito se non per avere un minimo di istruzione. Non aveva pretese, ma negli anni il lavoro che svolgeva aveva finito per farla sentire una specie di ameba, senza desideri particolari. La sua mansione era quella di controllare la merce prima di essere spedita. Verificava le scatole che contenevano le birre e per farlo aveva solo bisogno di mani veloci ed occhi attenti, non le serviva altro. Un lavoro aberrante, come ce n’erano tanti altri. La birra a forza di sentire pure l’odore nell’aria, era alla fine l’unica bevanda che non beveva più da anni, disgustata dal suo sapore.
Per quanto riguardava la sua posizione sociale, se così si può definire, non aveva mai pensato a farsi una famiglia, non aveva istinti materni e preferiva di gran lunga tornare a casa la sera e non dover battagliare con la vita, facendosi il culo a gestire figli e un marito. Aveva sempre avuto le idee chiare su questo. E anche la storia con Andrea non si poteva neanche definire tale. Erano incontri solo di sesso, un bel sesso, che terminava con grandi orgasmi, ma nessun coinvolgimento sentimentale. Forse, se ci pensava, grandi emozioni non le aveva mai provate con nessuno, neanche con fidanzati precedenti. Tutto restava sempre su un livello superficiale. Anche per Andrea era la stessa cosa e Virginia sapeva perfettamente di non essere la sola che lui frequentava, aveva letto inavvertitamente qualche messaggio sul cellulare. Oggigiorno è difficile nascondere qualsiasi cosa, i telefoni sono i confessori e testimoni di ogni azione umana. Virginia quando li aveva letti, un po’ c’era rimasta male, ma poi ragionandoci sopra, considerando il tipo di rapporto, aveva lasciato perdere ed adottato la stessa strategia di Andrea.
Negli ultimi anni c’era stata solo una cosa che aveva cominciato ad appassionarla, peraltro una passione in parte di appannaggio quasi sempre maschile: piccoli lavori di falegnameria. Aveva cominciato con i vecchi mobili di casa sua. La pialla, la fresa, la lima erano diventati i suoi strumenti. Restaurava i mobili che le capitavano sotto mano e infine li decorava con fiori o altre immagini. Si era scoperta molto brava e le giornate libere che aveva a disposizione le trascorreva nel fondo attiguo alla sua abitazione, con quel legno che reclamava le sue attenzioni. Era diventata esperta nelle tecniche di restauro e anche di decorazione al punto che qualche vicino, le aveva chiesto, negli ultimi tempi, il suo intervento per far rivivere vecchi mobili inutilizzati. Dare nuova vita, restituire un volto diverso ad ante di qualche armadio ammutolite da anni, la faceva sentire bene. Aveva bisogno di quella creatività in totale antitesi con il lavoro che svolgeva in fabbrica. Era il suo pensiero positivo, quello a cui attaccarsi quando le ore lavorative diventavano troppo pesanti da sopportare, per il resto le giornate scorrevano senza tanto entusiasmo, forse involontariamente in attesa di qualcosa che alterasse il mare piatto in cui si sentiva trascinare.
Quella sera quando Andrea arrivò seguendo il solito rituale, c’era nell’aria qualcosa di diverso, forse era più in lei che non nella situazione. Non aveva voglia di giochi erotici e non aveva voglia neanche di seguire Andrea nei suoi meccanismi. Gli rispose appena al citofono, gli disse solo che voleva stare da sola. La stanchezza aveva avuto il sopravvento, la stanchezza di condizioni che non avevano nessun effettivo proseguo.
Il senso della mutazione aveva cominciato a germogliare
Aggiornamento
Virginia lavorava alla fabbrica di birra, trentasette anni di cui già quindici trascorsi dentro il birrificio. Era stata assunta presto, tra le prime persone che avevano occupato quel posto di lavoro. Non aveva fatto una grande carriera al suo interno, del resto aveva giusto un diploma da scienze umane che a nulla le era servito […]