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Il bambino della carrozza numero nove

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È una giornata come tante quella in cui il signor Pai prende il treno. Salito sulla carrozza numero nove, si imbatte però nel piccolo Jimmy, il figlio del macchinista, e il suo viaggio diventa qualcos’altro: un succedersi di aneddoti e riflessioni che solo un bambino può regalare. Jimmy ne ha di cose da raccontare, grazie a tutte le persone che ha incontrato nei suoi viaggi: il signor Barbalunga, un maestro alla scoperta del mondo; Paola, una ragazza che non si separa mai dalla sua dolce cagnolina Clarabella; Andrea, un ragazzo in fuga dal suo passato; Gianni, Ginevra e il loro gattino Tiro e infine un musicista, Momo. E così, storia dopo storia, Jimmy e il signor Pai si interrogano sulla musica, sull’amore, sulla felicità e, alla fine, anche sull’essenza stessa della vita.

1. ANDROMEDA

«Signore, signore! Siamo alla fine della corsa, si svegli!»

«Che cosa?»

Stropicciai gli occhi e mi guardai intorno: avevo dolore alla testa, come fossi nel bel mezzo dei postumi di una sbornia, ero completamente frastornato.

«Dove siamo?»«Come dice? La prego di scendere signore, siamo alla fine della corsa.»

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2. AQUILA

Aprii gli occhi controvoglia, anche quella mattina. Non dovevo andare a lavorare, ma c’era un treno che mi stava aspettando. Avevo chiesto e ottenuto qualche giorno di ferie: dovevo staccare un po’ la spina, rilassarmi, e un viaggio mi sembrava la soluzione ideale.

La moka era stata impostata per le 7:45.

Passò qualche minuto: il caffè era pronto e il suo dolce pro-fumo aveva invaso ogni angolo della casa. Dopo essermi più e più volte rigirato su me stesso, decisi finalmente di alzarmi dal letto: barcollavo leggermente e, raggiunta la finestra, la serranda sparì lateralmente, dopo un leggero tocco dell’indice della destra sul pulsante di azionamento.

Il sole era sorto da qualche ora e il suo tocco magico aveva dato colore a ogni cosa, a ogni essere vivente. Mi addentrai nella cucina, alla ricerca della levetta della luce che trovai solo dopo diversi tentativi. Sbadigliai e scossi il capo, pensando a come tutto fosse così difficile da fare la mattina. Sbadigliai di nuovo. Accesi la TV e cominciai a guardare le previsioni del tempo con un pizzico di indifferenza. Cambiai canale e sulle note della sigla di un cartone animato presi la moka e un po’ di biscotti. Mi sedetti al tavolo della cucina e consumai in tutta tranquillità la colazione. Per un attimo il mondo attorno a me si fermò e cominciai a fissare la mia tazzina come un ebete. Poi qualcosa mi riportò sulla Terra, ma non saprei dire cosa, non me lo ricordo. Sciacquai velocemente cucchiaino e tazzina, li misi nella lavastoviglie e andai in bagno, con la mia classica andatura mattutina da zombie. Dopo pochi minuti uscii ed entrai in camera, dove mi vestii con gli indumenti preparati la sera prima. Controllai per l’ennesima volta la composizione della mia valigia blu metallizzato. Feci un giro rapido della casa per sincerarmi che fosse tutto in ordine e poi lasciai l’appartamento. Presi le scale, nonostante il piccolo ingombro. Mi ritrovai in strada in poco tempo, dovevo solo scendere dal secondo piano. Guardai il cielo e sospirai: un sospiro di circostanza, di quelli che si fanno senza un motivo ben preciso, ma con il sorriso ben stampato sul volto. Era una giornata come le altre, costellata da quelli che io chiamo “mo-menti black-out”, in cui i pensieri si susseguono l’uno dopo l’altro, come se qualcuno sfogliasse il libro della mia vita.

2021-06-09

Aggiornamento

Ciao a tutti e grazie. Grazie perché insieme siamo riusciti ad arrivare al tanto sperato e sognato goal, dei 200 pre-ordini. Grazie a questo traguardo, il mio libro sarà pubblicato alla fine del 2021. La campagna di crowdfunding non è ancora finita: più pre-ordini riuscirò a raccogliere e più vantaggi riuscirò ad avere nella promozione del libro. La chiave è una sola: il passaparola. E il passaparola ha bisogno di tutti noi. Grazie di cuore

Commenti

  1. Valentina Pucci

    È una di quelle storie da leggere al bambino che c’è in noi, per ricordarci di guardare le stelle.

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Gian Piero Marchisella
nasce a Pesaro il 26 febbraio 1985. È laureato in Scienze della Comunicazione e in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Grazie agli studi universitari, riscopre il piacere della lettura e intuisce di avere un certo feeling con la scrittura. Queste due passioni lo spingono, nel 2016, a scrivere le prime righe de Il Bambino della Carrozza Numero Nove, un omaggio a Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, libro a cui è molto legato.
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