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Bellagente

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Quante volte, mentre siamo in metro diretti al lavoro o passeggiamo per strada assorti nei nostri pensieri, ci ritroviamo a scrutare con curiosità e attenzione gli sconosciuti che ci circondano? Ci domandiamo chi siano, che cosa facciano per vivere, quali siano le loro passioni, e spesso proviamo a immaginarcelo.

In questo libro non troverete eroi coraggiosi o incredibili avventure, ma donne e uomini impegnati ad affrontare la vita di tutti i giorni, semplici persone capaci di suscitare ammirazione, interesse, simpatia e commozione in chi li osserva. Un sincero tributo all’umanità.

PREFAZIONE

Ti è mai capitato di ammirare chi la mattina prepara la colazione per Instagram, anziché farla in mutande? O chi, su due piedi, ti spiega cos’è un think tank? O di sentirti complice di chi al supermercato sposta le confezioni di latte per prendere quella più fresca?

Cosa ci piace, cosa ci intriga, cosa ci fa simili agli altri?

La risposta è un periscopio sulle abitudini della gente.

Bellagente è una carrellata di quel campionario umano che piace, una lente di ingrandimento sulle persone che ammiriamo, o troviamo interessanti, commoventi, simpatiche. Un percorso di osservazioni curiose che finiscono col restituirci i suggerimenti per essere la persona che vorremmo incontrare.

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AMMIRARE

Definizione: provare stima e rispetto verso qualcuno o qualcosa.

Sinonimo: stimare, apprezzare.

Ammiro quelli che si ricordano di tenere sempre la schiena dritta. Anche al supermercato, mentre rincorrono il nastro trasportatore e improvvisano il tetris con i surgelati; o sfogliano Focus dal dentista intenti a chiedersi se qualcun altro prima di loro abbia bagnato la punta del dito medio per sfogliare pagina.

Le donne che indossano tacco dieci e collant supervelato a metà gennaio. Scomodo, gelido e volontario non è una raffinata linea estetica, è l’asse del male. L’eleganza è per chi non ha freddo.

Quelli che mentre si fa conversazione, con disinvoltura aprono davanti ai tuoi occhi l’archivio foto del loro cellulare. Si mettono a sfogliare su e giù con il dito in cerca di un’immagine precisa, in tutta tranquillità e senza il minimo timore d’incappare in qualcosa di sconveniente. E hanno pure impostato il salvataggio automatico delle foto in arrivo.

Le persone che, al momento di partire, non si fanno prendere dall’ansia d’esser in ritardo. E venti minuti prima che il loro treno lasci la stazione sono ancora a casa a domandarsi se portare o meno la piastra per capelli.

Quelli che preparano la colazione per Instagram. Tovaglietta beige come la tazza, yogurt in ciotola di vetro, frutta esotica tagliata a cubetti con lama giapponese. Io faccio colazione in mutande.

Quelli che: “Dormirò quando sarò morto” e vivono ogni notte come facesse ancora parte del giorno: alle undici e mezzo si siedono a guardare due puntate consecutive della loro serie TV, cercano le chiavi della Yaris o il codice fiscale per andare a prendere le sigarette. Io al massimo mi alzo a fare la pipì e non tiro l’acqua. Se non dormo almeno otto ore, al mattino sono un grizzly dagli occhi pesti iniettati di sangue.

Chi alle sette del mattino porta giù a pisciare il cocker, il cane che ogni santo giorno gli lascia orde di pelo sul divano nuovo di alcantara. A quell’ora, io faccio fatica a infilarmi le Adidas già allacciate per accompagnare alla fermata mio figlio, quello che mi ha commosso con una poesia inventata per la festa della mamma, mi ha regalato un eyeliner di Yves Saint Laurent, e una volta con i ditini mi ha stanato l’orecchino di acquamarina giù sotto il tappo del lavabo.

Chi arriva a casa di una persona e con disinvoltura leva veloce le scarpe lasciandole accanto al portaombrelli fuori dalla porta. È certo dell’integrità dei calzini indossati alla penombra dell’alba, come del fatto che stamattina è sorto il sole. Amen.

Quelli che si fanno i selfie in palestra e poi li postano sui social – come dire: Io c’ero. Li ammiro perché almeno in palestra ci vanno.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Marcella Manghi
Ha esordito nel 2009 con "Via col tempo" a cui sono seguiti altri quattro libri: "Qualcosa di diverso", "Mamma mongolfiera", "Ventinove colazioni" e "L’ultima volta". Di origine emiliana e formazione matematica, ha messo la laurea nel cassetto per trasferirsi a Milano, e dedicarsi alla famiglia e alla scrittura. Imprenditrice con il marito nell’editoria, al momento pubblica articoli per magazine on-line.
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