Ricordo che, anche quando abitavo dai miei genitori, tornando da viaggi brevi o anche molto lunghi, come periodi di vita interamente passati all’estero, sentivo lo stesso disagio, la stessa inadeguatezza, la stessa tristezza strana. Abitando da sola sono cambiate le mura e sono cambiati gli oggetti intorno a me, ma quella chiara sensazione nella pancia non è cambiata per niente. Come infilo la chiave nella serratura e spingo la porta, sento di tornare ineluttabilmente indietro, al rifugio prima della scalata sulla cima della montagna, al luogo già visto, a dove non ha senso tornare. Poi, piano piano, riprendo la vita di tutti i giorni, faccio le lavatrici, raccolgo i panni stesi, sistemo la valigia, pulisco gli zaini e le scarpe che ho usato, vado a fare la spesa e ripongo cibo e detersivi nelle credenze, inizio a cucinare, a lavare un piatto, a spolverare qualche mobile, a cambiare le lenzuola, a pulire il bagno… e, ogni volta, con il passare dei minuti e dei giorni, mi dimentico di quello che ho provato. Mi riempio di stupide distrazioni, di social network, di messaggi su WhatsApp, di video su YouTube, del lavoro che faccio in quel momento, di uscite con gli amici, di passeggiate e di tango, così ritorno a stare comoda nel rifugio perenne a metà della montagna, dove, in fondo, ho tutti i comfort necessari per stare bene, dove è normale stare.
Poco a poco, inizio a non vedere più niente di strano negli oggetti e nei mobili che mi circondano, nel colore sempre uguale delle mie due pareti arancioni in cucina, del divano messo sotto la finestra da anni, degli spazi ristretti dove accatasto infiniti oggetti, libri, vestiti, pentole, coperte, piatti, piante, foto e ricordi. Inizio a sentirmi comoda con l’odore di casa, nel bilocale in affitto nel paesino di provincia sempre troppo silenzioso la sera, molto adatto a famiglie con bimbi e a gente che vuole dormire in pace, ma per niente adatto a chi vuole sentirsi vivo e vegeto. Poi arriva quel giorno, di solito dopo una settimana o anche meno, in cui riapro la porta e non sento più nessun disagio. Eccomi lì, addomesticata di nuovo a me stessa, alla mia stabi-lità, alla sedentarietà. Sono di nuovo, mio malgrado, stanziale. Lo sento con esattezza, perché il mio essere stanziale porta con sé un pacchetto di sensazioni standard che conosco bene. Come quella vocina di insoddisfazione di fondo, come avessi sempre fame, ma senza nessuna fame di cibo. O come sentissi sempre un fastidio fisico: a volte sono gli occhi arrossati, a volte è il naso chiuso, a volte è la schiena irrigidita o la pancia infiammata e gonfia. Il fastidio fisico è sempre a braccetto con i pensieri, con l’ipocondria, con la paura di qualcosa che nemmeno io so cosa sia, che ha dei colori grigiastri e un sapo-re molto acido. Qualche volta lo sento in bocca, mentre sogno, di notte.
È lì che inizio a cercare compagnia: vorrei trovare qualche cosa da fare per riempire ogni spazio, mi infastidisco se gli amici o presunti tali non mi rispondono al telefono o non trovano il tempo e la voglia di cenare insieme, di uscire a fare due passi, di andare al lago. Mi sento delusa e vuota e ci vuole molto impegno a riempire quel vuoto. È il vuoto che ha lasciato il viaggio – lo lascia sempre. Il viaggio ha il potere di aprirsi varchi e crearsi spazi nell’anima e nel corpo. Quando viaggio, scopro di avere sacche infinite da poter riempire con luci diverse, forme, odori, gusti, sensazioni. Accade tutto in modo molto semplice e naturale, quasi osmotico. Semplicemente, accade. Non c’è bisogno di forzare, né di progettare, né di pianificare come, quando, dove e gli step necessari. Tutte cose che, invece, si fanno normalmente per tanti ambiti della vita – lavoro in primis. Dobbiamo fare tutte quelle cose perché, semplicemente, non sono naturali. Non avvengono come avviene la bellezza, come avvengono i tramonti, come avviene il succedersi delle stagioni, come avvengono gli arcobaleni; non avvengono come avviene la notte, come avviene il giorno, come avviene il nostro respiro e come av-vengono le lacrime, il desiderio, il calore, il sonno, la voglia.
Gli spazi che ogni viaggio crea sono sacche leggere, volati-li, trasparenti. Sono tessuti bianchi da cui si intravedono il mare, la luce del cielo, valli e montagne rocciose, grattacieli e traffico di grandi città. Sono sacche che contengono sorrisi, volti, storie, strette di mano, sapori di cibi mai provati prima e tante altre cose. Ogni chilometro che percorri allarga queste sacche e loro, semplicemente, vanno a creare ancora spazi dentro la tua testa e dentro la tua anima. Quando torni e apri la porta di casa è come se il vento smettesse di soffiare, come se i sacchetti che volano gloriosi nel cielo, pieni di storie e di vita, precipitassero rovinosamente a terra, senza più aria dentro, immobili. Se questo accade in inverno, diventa molto difficile consolarsi. Il vuoto che ha lasciato il viaggio si incontra con il piattume dei colori, con le giornate corte, con i cieli grigi e con la gente rintanata nelle case. Servono molte consolazioni: le candele aromatiche accese, dosi elevate di Internet, massaggi olistici, spese folli su Amazon, messaggi compulsivi su WhatsApp, shopping improvvisato nei centri commerciali, e poi ancora Facebook, Instagram, YouTube, e poi tentare di uscire il più possibile e di rimanere fuori con qualsiasi scusa pur di non pensare. Pur di non rimanere lì a sentire il tonfo sordo del silenzio che è calato addosso all’anima. Pur di non sentire quel formicolio nella pancia che ti dice che stare ferma non è la tua dimensione, non è la tua vita ideale e non è quello che può farti crescere. Pur di non sentire che il tempo che è iniziato da quando sei ritornata è tutto tempo perso e sottratto alle infinite possibilità di conoscenza e di viaggio nel mondo. Tempo che stai buttando via, secondo dopo secondo, che non ti farà sconti e che non tornerà più indietro.
Alessandro Frontera (proprietario verificato)
Chi viaggia col cuore è capace di trasmettere qualcosa di unico e speciale.
L’autrice è capace di trasportare, cogliere e far vivere la vera essenza della Calabria attraverso i luoghi e i personaggi del racconto. Emozioni, colori e profumi si susseguono attraverso la fluidità delle parole che spingono il lettore a leggere questo libro tutto d’un fiato e con il cuore aperto
Daniela Verze’ (proprietario verificato)
Ho riconosciuto nel libro tutta la dolcezza, le paure, la malinconia ma la strabiliante voglia di vita che Maddalena prende a piene mani, sono commossa ed onorata di averlo letto, cara Maddi!
Stefania Bertaiola (proprietario verificato)
Complimenti Maddalena e grazie per avermi fatto scoprire un pezzo d’Italia, a me sconosciuto. Ho fatto mio il contatto con persone che, con semplicità, hanno emozionato nel profondo. Profumi e colori, dei fiori e del mare, mi sono appartenuti, il calore del sole, pure!. Capitolo dopo capitolo, mi sono spesso soffermata sull’importanza, che ha su di noi, la potenza della natura ed un sorriso sincero. Sono grata per questa piacevole lettura.
Giobatta Ferrazzini (proprietario verificato)
E brava Cipriani, il suo racconto di un viaggio in Calabria che poi diventa una sorta di diario. Una vacanza così bella e illuminante da convincerla a scrivere un libro, il suo primo libro. Mi convince molto i particolari narrati con maestria e lessico perfetto su persone e luoghi incantevoli che solo il sud ti sa dare. Alla fine ne viene fuori un romanzo, un sunto molto ben scritto da leggere e divorare velocemente. Complimenti e ancora brava.
Luisa Mari (proprietario verificato)
A volte sono le cose più belle ad accaderci che sono quelle più difficili da descrivere. Questo libro rappresenta per me qualcosa di molto difficile da spiegare.
È il sogno di un’aspirante scrittrice che trova la spinta per poter realizzarlo.
È il sogno di un’amica cara che trova la spinta per poter realizzarlo.
È un evento che, in parte, sento anche mio. È una lettura che riaffiora ricordi bellissimi, come un continuo flashback di un tempo vissuto e di consigli che oggi sfiorano il concretizzarsi. Calabria a sud dell’anima è un viaggio introspettivo sullo sfondo di una Terra quasi complicata come l’essere umano. Maddalena ne ha saputo cogliere gli aspetti più intimi e ne ha fatto fonte di ispirazione, ed è una soddisfazione doppia che sia proprio la mia Calabria a fare da cornice a questa sua importante avventura. Per me, questo libro, ha comunque vinto perché è un sogno che si concretizza ed è già arrivato al cuore di tante persone.
sara zanoni (proprietario verificato)
Ho letto il libro tutto d’un fiato perché la scrittura è così scorrevole e coinvolgente che non riuscivo a fermarmi. Mi ha lasciato con tante riflessioni da fare sulla mia anima…e con la voglia di poter fare un giorno un viaggio attraverso di essa! Grazie ❤️
Emma Cipriani (proprietario verificato)
Questo libro lo puoi descrivere con una frase di Jean Claude Izzo: di fronte al mare la felicità è un’idea semplice. Narra di natura, di amici, di risate, di vento tra i capelli e sabbia sotto i piedi, di profumi e colori. Al tempo stesso però induce ad una riflessione sui percorsi di vita di ciascuno di noi e sui modi talvolta diversi di concepire questo viaggio chiamato vita. Buona lettura!
Stefania Nicolis (proprietario verificato)
Libro assolutamente da leggere, accattivante e coinvolgente che ti porta a visitare luoghi magnifici. Notevoli sono gli spunti di riflessione per un viaggio interiore alla ricerca del valore delle piccole cose e della felicità.
Christian Perina (proprietario verificato)
In tempi di liberta’ limitate , non ci rimane altro che viaggiare con la fantasia.
Con la speranza che si ritorni a viaggiare il prima possibile e magari far visita a quei posti che hai raccontato , e che solo in parte ho visitato . Quando si parla di mare , profumi , cibo , paesi , usanze mi illumino…. e questo libro , mi ha fatto illuminare . Complimenti
G.Pietro (proprietario verificato)
Un libro che profuma di estate, di libertà, di sogni, di relazioni vere e intense, anche se fugaci, o forse proprio per questo…
Paola Cipriani (proprietario verificato)
Ho divorato velocemente questo libro profondo e scorrevole allo stesso tempo.
Un invito ad uscire dalla propria comfort zone e a lasciarsi trasportare dalla leggerezza, nel viaggio verso sè stessi e verso l’altro e l’altrove … “come fanno le borse di nylon che si alzano in cielo solo lasciandosi trasportare dal vento…”.
Laura Albertini (proprietario verificato)
E’ una narrazione piacevole e fluida. Con semplicità lascia spazio all’introspezione oltre che a far conoscere a piccoli bocconi luoghi incantevoli. Racconti di vita dove non sai quanto è realmente accaduto e quanto è pura finzione, ma questo è il bello della lettura!
Giancarlo Antolini (proprietario verificato)
Ho terminato da poco la lettura della tua opera. Ho apprezzato nella fluidità della tua scrittura sia la parte narrativa (descrizione dei paesaggi delle situazioni ambientali) che della parte più intimistica, più profonda ( rappresentata dal tuo essere presente e passato con il tuo volere e desiderio più intimo).
Momenti lirici accattivanti si sono conseguiti nei tuoi vissuti. Da leggere !
FranPi (proprietario verificato)
Libro letto tutto d’un fiato! L’ho trovato molto intenso e coinvolgente. Ci sono tanti spunti di riflessione e perché no, domande da porsi sul vero significato della felicità. Le descrizioni dei luoghi visitati mi hanno portato lontano con la fantasia e non è difficile immaginarsi proprio lì al posto della protagonista. Io aspetto già il prossimo libro!
Maurizio Manara (proprietario verificato)
Racconto romanzato di un viaggio vero e recente. Quando lo inizi, vorresti avere più tempo per passare capitolo dopo capitolo, e scoprire il racconto successivo. Coinvolge molto la descrizione del territorio e delle persone incontrate. Ti fa sentire dentro l’avventura. Bello dall’inizio alla fine. Mi fa venir voglia di programmare una vacanza simile. Buona lettura….
Giorgia Castellani (proprietario verificato)
Bel libro che si legge tutto d’un fiato. Descrizione di luoghi e paesaggi che ti sembra di vedere con i tuoi occhi. Molto bello il modo di esprimere le emozioni dell’autrice, fa riflettere sulle diverse visioni della vita. Incontro con diverse persone, tutte interessanti e che rendono la storia ancora più curiosa. Da leggere!