CAPITOLO UNO
Vedeva e sentiva sua madre urlare di piacere, in un ventaglio intermittente di ombre e bagliori di luce lunare che schiarivano il volto della femmina e dei due maschi sopra di lei, tra le nuvole di sabbia bianca e i cespugli di mirto.
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I suoi occhi di bambino, nascosti a una ventina di metri dietro l’unica barca spiaggiata, fissavano atterriti e rabbiosi il profilo dei seni e del dorso inarcato di quella che avrebbe voluto non fosse sua madre Giacinta, per tutti Cinzia, la donna più bella dell’isola e dal sorriso eterno di chi vuole bere la vita tutta d’un fiato. La mareggiata copriva a malapena i lunghi sospiri della donna tra le braccia di quei due uomini che la possedevano completamente, tenendola per il collo, la bocca e i fianchi, mentre il vento di maestrale accarezzava la sua chioma ricciuta. Il bimbo non urlò quando il pene a uncino dell’uomo più tarchiato trafisse il ventre di sua madre, ma si voltò e scappò via senza il minimo rumore, così che nessuno si accorse della sua presenza.
Vanni corse a perdifiato risalendo la spiaggia fino alla strada sterrata, con le lacrime che gli segnavano la faccia e il cuore che batteva fortissimo; una volta arrivato alla carreggiata, si ricompose in un lampo, levandosi la sabbia dalla canottiera e dai pantaloncini, e con assoluta calma si avviò verso le luci ancora lontane della casa di nonno Elias e nonna Teta. Lasciò che il vento lo aiutasse a camminare, mentre un unico pensiero gli riempiva la testa: Non voglio più vederla, la odio!
E mai avrebbe potuto immaginare quanto sarebbe stato esaudito il suo desiderio. Giunto al cancelletto di legno della casa dei nonni, sferrò un calcio per aprirlo, così da far abbaiare forte Iuri, il pastore tedesco. La luce della camera da letto al piano di sopra si accese, ben presto Elias si affacciò alla finestra gridando: «Chie est bennidu?».
Vanni aveva già scavalcato il davanzale che lo separava dalla sua cameretta al piano terra; il nonno, non vedendo nessuno in giardino, richiuse mugugnando i serramenti di legno della bianca dimora.
Fuori, il maestrale soffiava forte e lo sbattere delle ante della finestra conciliò il sonno del bambino che, in quella notte di piena estate, infreddolito da un rancore gelido, si era rannicchiato nel lettino di ferro battuto fatto a mano da nonno Elias. Era la notte precedente il giorno del suo nono compleanno, martedì 15 luglio 1969.
Paola Ligabue (proprietario verificato)
Ho avuto l’onore e il privilegio di leggere in anteprima la prima bozza del libro, e ringrazio Alberto della fiducia. Thriller psicologico ambientato in Sardegna, a Lisbona e in Norvegia. I contenuti spaziano dall’amore per i viaggi, per la cucina, per la professione di medico, per gli intrighi internazionali. E non mancano anche i risvolti amorosi. Alberto è anche poeta, e le poesie alla fine di ciascun capitolo di questo libro sono per la maggioranza sue…. Sarà disponibile da maggio 2021 perché il crowdfunding sta già andando molto bene. Invito tutti a sostenerlo, e non dico altro, per non rovinarvi la lettura..