Alex, Miky, Rebecca e Giulia sono matricole dell’università, ognuna con un’Unicità molto speciale. Questo tratto marcato della personalità prende forma in un alter ego che emerge nei momenti di crisi, sostituendosi interamente al soggetto: Violet è un mago capace di ipnotizzare le persone, Grey è un bambino in giacca e cravatta che vuole godersi la vita, Red è un cavaliere infuocato vittima di attacchi d’ira e Blue è una candida vestale in grado di viaggiare nel tempo. I quattro ragazzi superano l’esame di psicologia cognitiva per partecipare a un esperimento dell’università che li porta a viaggiare a New York, a Bali, in Sudafrica ed in Australia, con l’obiettivo di misurare l’evoluzione di queste Unicità. Esposti a molti stimoli diversi come sport estremi, culture lontane e incontri mistici, i ragazzi vedono nascere una profonda amicizia ed alcune crisi esistenziali si fanno sempre più marcate. Quale sarà il destino di chi accetterà la propria Unicità e di chi, invece, la rinnegherà?
Perché ho scritto questo libro?
Non avevo mai scritto libri prima… e questo infatti non è nato come un libro!
Tante volte mi chiedo se la vita che sto vivendo ora sia quella a cui ero destinato: starò usando bene la mia “Unicità”? Come si è trasformata in base alle scelte che ho fatto? Starò correndo alla velocità giusta per me o sono troppo lento/veloce?
Con queste domande in testa (sono certo che non sono l’unico a farsele), ho iniziato a immaginare come sarebbe andata se…
ANTEPRIMA NON EDITATA
altra breve pausa.
Tutta l’attenzione era su di lui, anche i suoi collaboratori lo guardavano ipnotizzati pur sapendo perfettamente cosa stesse per dire.
Con un ampio gesto del braccio, girando di poco il busto per accentuarne l’effetto, il Professore indicò con fare teatrale il grande telo alle sue spalle. All’unisono partì una musica discreta di sottofondo ed iniziarono a scorrere le immagini delle destinazioni selezionate per fare da cornice all’esperimento.
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“Apperò… questa sì che mi è piaciuta! Non per nulla studiano questo di mestiere! Dai Prof, hai la mia attenzione. Non deludermi” sogghignò Alex notando il tempismo perfetto degli ultimi cinque secondi, frutto sicuramente di mille prove tecniche e di non poche energie.
Le immagini di quella che era considerata la città più cool del mondo iniziarono a scorrere sul grande telo dell’aula magna ed un chiacchiericcio di stupore coprì quasi completamente la musica di sottofondo.
“Colpo basso. Bassissimo. Distogliere così l’attenzione dalla prova che dobbiamo sostenere è davvero di cattivo gusto” pensò Rebecca, che non rimase però del tutto insensibile alle immagini.
Le immagini di Bali iniziarono a scorrere e mille colori diversi illuminarono gli occhi degli studenti, lasciandoli questa volta in silenzio. Le distese di sabbia dorata di Jimbaran, Seminyak e Nusa Dua si alternavano delicatamente con la giungla ed i templi di Ubud, lasciando nell’aria un’atmosfera rilassata e onirica. Qualcuno in futuro avrebbe giurato di aver sentito anche profumo d’incenso.
Fotografie di emozionanti skyline notturni lasciarono spazio a canyon enormi, a distese di terra rossa ed ai leggendari “Big Five”: il leone, il leopardo, l’elefante, il rinoceronte ed il bufalo, ovvero gli animali più ambiti dalle macchine fotografiche dei turisti.
Foto di Nelson Mandela e dei risultati di tanti anni di segregazione razziale presero a scorrere a ritmo ipnotico cambiando totalmente l’atmosfera.
“Devo ricredermi, il tizio ci sa fare” pensò Alex sorridendo “Sta cercando di influenzare lo stato d’animo delle persone e credo proprio che ci stia riuscendo. Io stesso faccio fatica a non lasciarmi trasportare…”
Come per le destinazioni precedenti, le immagini del grande paese dell’Oceania scorrevano in armonia con le parole, creando un’esperienza sensoriale unica.
Ancora qualche immagine sullo schermo ed ecco che la musica sfumò e le luci al neon della sala tornarono ad essere le protagoniste, facendo rientrare piano piano gli studenti nei loro corpi dopo aver fatto il giro del mondo con la fantasia.
Il Professore si godé soddisfatto qualche secondo di quel silenzio, sapendo perfettamente di essere riuscito a colpire nel segno. Normalmente in Facoltà non era visto di buon occhio l’utilizzo di espedienti poco ortodossi come la manipolazione o il semplice condizionamento, ma in questo caso era libero di prendere in prestito alcune tecniche tipiche dei grandi motivatori. Ed ovviamente molto era dovuto alla cospicua donazione entrata nelle casse dell’Università per sviluppare quel progetto.
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