Iris è una ragazza adolescente che dopo la perdita dei genitori lascia la vita milanese e va a vivere in montagna con la nonna, atipica, amorevole, che a lungo ha vissuto in India. Iris si scopre al mondo e rinasce. Lungo il percorso incontrerà un’amica speciale con la quale immaginare il futuro e un primo amore sulle rive di Camogli. Una storia di formazione ed incontro transgenerazionale, con al centro l’amore come unica forza vitale e trasformativa.
Ogni capitolo nasconde un insegnamento legato al potere degli oli essenziali e alle pratiche ayurvediche, allo yoga e alla meditazione.
Una storia universale a più letture che fa affezionare il lettore pagina dopo pagina.
Perché ho scritto questo libro?
In un momento faticoso della mia vita ho saputo rifugiarmi nella scrittura. Questo libro ha preso forma nella mia pausa estiva dalla scuola, quando la vita rallenta e concede tempo per osservarsi e mettersi a nudo. All’inizio la storia era solo un’intuizione fragile. Ma giorno dopo giorno è cresciuta, e mentre Iris, la protagonista, guariva, lasciava il dolore, anche dentro di me qualcosa si trasformava. Il suo percorso diventava il mio: ogni pagina un passo in più verso la bellezza.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Dal diario di Iris
24 giugno 2023
Chi lo avrebbe mai detto. Iris la ragazza fighetta del centro alle prese con le erbe selvatiche e invece sono qui a sentire l’acqua profumata scivolarmi sul viso.
Cerco sollievo in un rito pagano “San Giovanni lava via i miei affanni” e non mi sento più ridicola, dopotutto nonna Anna sta facendo del suo meglio e la sua presenza mi dà la forza per andare avanti.
Quella mattina Iris si era svegliata all’alba, tutta la notte si era rigirata nel letto pensando alla passeggiata del giorno prima. All’imbrunire nonna Anna le aveva chiesto di accompagnarla nei prati dietro la pineta a raccogliere i fiori selvatici per l’acqua di San Giovanni. La nonna era così: uno spirito libero e antico, legato alla terra e allo stesso tempo sembrava non appartenere a nessun luogo. Stare con lei tra l’erba fresca, con il tramonto sfumato alle spalle, alla ricerca di iperico e artemisia le faceva dimenticare il dolore. Ad ogni piccolo gesto sviluppava un nuovo sguardo attento e come una bambina ai primi passi si sentiva trasformare. La nonna le era stata accanto con dolcezza, qualche parola sussurrata sul rito pagano, la luna, il solstizio, come una voce fuori campo e Iris piano si era lasciata andare alla percezione di una natura nuova.
Stava cambiando.
Iris si stava scoprendo tra le montagne che l’avevano accolta qualche mese prima.
L’inverno così lungo e sofferto, lontano da tutto e da tutti, era ora un ricordo sbiadito e lei si sentiva rinascere nel caldo estivo e dirompente.
Il potere dell’acqua aveva da sempre la capacità di avvolgere Iris in una sensazione di non tempo e oggi più che mai si sentiva protetta dalla corrente che le sfiorava la pelle, come una mano amica che l’accarezzasse con affetto. Stava così, un po’a mollo con le gambe, seduta tra i ciottoli e la ghiaia, scavando con le dita tra la sabbia e il limo e si sentiva viva. Quella le sembrava la sua dimensione ideale, come al mare sul bagnasciuga, un confine tra terra e acqua, anzi più che un confine un incontro, dove l’acqua trasformava le impronte nella sabbia con eterno movimento. Più volte si era immaginata animale di terra e acqua, come le tartarughe, un simbolo che voleva anche tatuarsi, un animale guida, un guscio casa che la proteggesse nella sua solitudine. Sognava di viaggiare per lunghe distanze e attraversare la vita fluttuando.
C’era pace e dolcezza nei momenti trascorsi in compagnia della nonna, ma si sentiva sola. Iris si rese conto di quanto sola fosse sempre stata, perché quelli che aveva chiamato amici sin dalla scuola dell’infanzia le sembravano ora degli estranei. Come un cerchio magico tenuto insieme dalla vicinanza della vita, stessa classe, stessa palestra, le feste al parco, i pigiama party e con qualcuno anche le vacanze insieme…e poi? Dove erano ora tutti? Negli ultimi mesi si era allontanata certo, ma nessuno aveva avuto la voglia di cercarla, di sapere davvero come stava o anche solo cosa stesse facendo. La cosa che più la infastidiva erano i profili Instagram, con tutte quelle immagini seriali di smorfie impersonali e finte. Desiderava davvero una vera amica, ne sentiva il bisogno e ammirava, quasi con invidia, la complicità che legava la nonna Anna alle sue amiche.
Di ritorno dal torrente Iris camminava a distanza di qualche metro dalla nonna e ad ogni passo l’inquietudine le spezzava il fiato, non voleva dare nell’occhio con quel suo silenzio, ma non le veniva in mente niente da dire, l’ultima cosa che avrebbe desiderato in quel momento era essere vista nella sua fragilità.
Poi alzando la testa, oltre il sentiero ripido in salita, le apparve quello sguardo: un attimo infinito dentro quell’iride dorata e selvaggia, uno scambio diretto e profondo e poi solo rumore di zoccoli giù dalla scarpata.
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