I protagonisti di questa storia sono due;
Caos, un’entità primigenia, Dio del disordine universale della materia.
Etere, un’entità primigenia, la Dea più alta, pura e luminosa dello spazio.
Arrivarono sulla Terra diecimila anni fa e se ne innamorarono.
Con i loro poteri divini, divennero Supereroi.
Questa è la loro bizzarra e appassionante storia d’amore.
Perché ho scritto questo libro?
Ho sempre scritto poesie,
dopo aver scritto questi versi dedicati ad una donna,
mi è venuta l’idea di trasformare la mia storia d’amore in un romanzo.
Caos & Etere sono due divinità antiche che arrivano sulla Terra.
Si amano alla follia e decidono di vivere su questo pianeta con sembianze umane.
Tramite i loro poteri divini salvano l’umanità da eventi incredibili.
Questo è un racconto fatto con amore, per amore.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Secoli fa, vidi per la prima volta Etere.
Dopo le piogge di aprile il cielo appariva come un velo d’argento.
La primavera era una bellezza inconsapevole, come la giovinezza. Attraverso un ponticello sopra un piccolo fiume increspato da ondine che parevano migliaia di specchietti venusiani.
L’acqua a tratti sembrava argento fuso. Oltre il ponte il frutteto era una festa di fiori.
Camminavo, e mi sembra di entrare in un mondo irreale fra alberi innevati di fiori rosa e bianchi. Su una radura sorgeva un faggio secolare.
Aveva la corteccia incisa con iscrizioni d’amore e date, nomi.
Provai a leggerne qualcuna.
C’erano sogni, ansie, desideri dietro quelle brevi parole.
C’erano speranze, aspettative, illusioni. Due cuori intrecciati con la scritta: Zeus e Venere per sempre.
Avranno mantenuto la loro promessa d’amore? Le parole: Eva ti amo.
Era tutto quello che rimaneva a testimoniare storie d’amore meravigliose. Chissà se si saranno realizzate.
A intervalli mi sembrava di sentire un sospiro agitato fra risatine soffocate. Forse era solo il rumore del vento fra i rami. L’amore, nella giovinezza, ha dimensioni smisurate.
Poi col passare del tempo, quando questo bisogno d’amore si affievolisce diventiamo ottusi e non riusciamo più a ricordarlo, non riusciamo più a comprenderlo. Lampi di luce, come riflessi di vetri, apparivano laggiù in mezzo ai fiori.
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Mi inoltrai nel frutteto per scoprire di cosa si trattasse.
Ancora un riflesso laggiù, e un altro più debole e più lontano.
Provai a muovermi e quello scomparve.
Allora mi fermai e aspettai con attenzione lo strano fenomeno ottico. Là in fondo, in mezzo ai fiori, fluttuava qualcosa di semitrasparente.
Sembrava un filo di fumo ora, o un raggio obliquo di luce. La tentazione di muovermi faceva scomparire tutto.
Ma mi bastava voltarmi per rivedere lontano, dietro di me lo stesso fenomeno, ancora più accentuato.
Anche alla mia destra mi sembrava di scorgere a volte questi misteriosi riflessi, galleggianti a mezz’aria, sempre in movimento.
Nel frutteto fluttuavano esseri bellissimi semitrasparenti.
Se provavo ad avvicinarmi si allontanavano e sparivano dietro ai tronchi degli alberi. Allora mi fermai e rimasi ad osservarne una.
Etere era il suo nome.
Era una ragazza vestita di bianco con corone di fiori intrecciate sui lunghi capelli biondi. Sentivo che Etere era parte di me.
Etere si fermò e mi fissò intensamente.
Una sensazione bellissima mi pervase.
Era la mia metà femminile.
Si avvicinò.
Più si avvicinava e più il mio essere vibrava, non avevo mai provato un’energia del genere.
Ci abbracciammo ed emanammo una luce magnifica, quasi divina.
Avevo incontrato l’amore eterno.
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