Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Da casa mia si vedono i treni

Copia di 740x420 - 2025-05-12T102728.827
18%
165 copie
all´obiettivo
99
Giorni rimasti
Svuota
Quantità
Consegna prevista Febbraio 2026

Una donna, un caffè, una veduta su ampi spazi verdi e la ferrovia. Un appartamento vuoto, ma colmo di immagini della memoria, rumorose e sfiancanti. La donna attende una persona del passato: è tempo di riscattarsi e di intraprendere il viaggio della vita che, nell’attesa, mette per iscritto. Scivola sinuosa fra i ricordi, come i treni sui binari che trasportano vita e sogni.
Ripercorre la sua storia omettendo la propria identità, narrando le vicissitudini di tre giovani donne, che salgono sullo stesso treno che le condurrà a Roma. Qui fra le suggestioni romane iniziano il loro percorso, fatto di nuove esperienze lavorative nell’ambito dell’editoria, amori, successi e fallimenti. I personaggi si intrecciano; gli spaccati di vita svelano la loro anima. Tra le occasioni sprecate si prova a ricostruire e a chiudere l’ultima questione in sospeso: “giunge così, condotto qui dal treno, il futuro: viene dal passato e si materializza nel presente canuto e polveroso. Antico e nuovo.”

Perché ho scritto questo libro?

Quanto sono importanti i sogni? Questo libro nasce così: raccontando di resilienza e di crescita. L’ho scritto per ricordare a me stessa, e a chiunque, l’importanza dei sogni, degli affetti più cari e dell’amore per noi stessi. Nasce tra i fiori della fragilità, della nostalgia e della voglia di cambiamento. È una storia fittizia, ma realistica; metafora di crescita personale. In questo libro trova rifugio la mia anima, e anche quella di chi vorrà accoglierlo e farlo suo.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Presentazioni

Un frastuono nella testa, una spaccatura, il profumo di melassa o forse è solo caffè. Dentro.

Fuori, tutto apparentemente immobile: distrattamente malfermi solo quei rami e quelle foglie, che si abbandonano al falso vento che i treni lasciano dietro di sé. Sì, da casa mia si vedono i treni.

I silenzi si fanno più assordanti di notte, quando tacciono i fischi e i lamenti delle locomotive, ed iniziano ad urlare nelle crepe della memoria.

Si accaniscono contro di me, come creature rabbiose venute fuori da una favola nera. Ma non ci sono streghe qui, né fate, né tanto meno principi ribelli pronti a salvare se stessi da un’esistenza di triste anonimato. Ci sono draghi, tuttavia, di quelli che alitano fuoco e che,

spalancando le ali, ingoiano con la loro ombra di pece tutti i sogni e le speranze più audaci.

Ma cosa sono i sogni in realtà, se non piccole fenici? Forse non muoiono mai del tutto. Forse, si raggomitolano come dei bravi gattini in un angolo, e aspettano che qualcosa smuova le ceneri per risollevarsi e spalancare essi stessi le ali, riempire di luce le nere fenditure della notte; accarezzare un’alba che forse così bella non è mai stata.

Continua a leggere

Continua a leggere

Ed ecco che il giorno irrompe ed io mi sveglio sognando il fischio del treno delle cinque e cinquantacinque che, ogni mattina, mi canta il buongiorno. Il treno che mi riporta indietro o forse quello che mi trascina fuori mentre, un attimo prima, ero dentro, nella mia testa.

Fuori… dentro. È un po’ che li confondo.

Sento che un pezzetto, seppur insignificante di me, vorrebbe prenderlo quel treno, ma poi non potrei più guardarlo da qui; immaginarne i passeggeri, il colore della loro pelle, degli iridi; non potrei immaginare il motivo del loro viaggio. Non potrei più rivivere, ricostruire: non potrei più ricordare.

La verità è che non provo più grande interesse per i viaggi, fisici perlomeno: troppo pesante il mio corpo con le sue valigie colme di anni risciacquati, strizzati e stesi al sole. È la mente che lascio viaggiare: è più veloce, anche se non meno leggera, ma le riesce ancora di volare.

Una mattina come le altre. Le sei e ventidue. Il caffè sul tavolo e lo zucchero di canna. Io seduta di fronte alla solita veduta. Il verde, l’azzurro, il grigio della ferrovia. Le ciliegie mature a qualche metro dai binari, le galline a beccare pigre il terreno dalla parte opposta.

Il mio balconcino sovrasta come un palchetto di teatro la scena. Ma la scena di quale spettacolo? Quella di sempre. Una soltanto. Treni bianchi o a fasce sbiadite che si susseguono nelle ore del giorno e della notte, con gli stessi intervalli bloccati in un loop temporale senza capo né coda. Eppure la coda sta nel vento che scompiglia i miei capelli, mentre sorseggio le ultime gocce di caffè. Ed è passato quello delle sei e trentacinque.

Guardo il portatile che mi fissa ammiccando con la sua linea nera. Guardo i tasti e le letterine schierate come soldatini pronti per la battaglia. Sento da molto tempo una forza che mi sospinge nella sua direzione, verso un esame di coscienza che dir si voglia, o semplicemente verso il resoconto della mia vita o della parte più decisiva di essa.

Pigio i tasti, e mi ritrovo a comporre parole,

gorgheggi di pensieri esternati, depositati, condivisi.

Inusuale, ma necessario è omettere la mia identità. Nascondermi nella trasparenza del vento o confondermi col nero della notte fa lo stesso.

Passeggio ignota tra queste pagine, le calpesto con discreta sollecitudine, tracciandone i segni che pian piano formeranno i contorni della mia persona. In fretta, per paura di scompormi un’altra volta.

Frastagliata, vestita di tensioni e di incertezze corro come un treno, affinché non smarrisca questo coraggio. Perché ricca di nuova determinazione, ridisegni il mio fato e accarezzi le stelle.

Sono sul mio balcone, su queste pagine, sono su quel treno una mattina del 1984.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Da casa mia si vedono i treni”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Rosanna Pasculli
Sono nata a Bisceglie, l'8 marzo 1988. Sono una sognatrice, una divoratrice di libri, amo la natura e l'arte. La letteratura è la mia passione: ho una laurea in Lettere e cassetti pieni di storie che ho raccolto nel tempo, sin dall'infanzia.
Dedicandomi a tutt'altro nella vita, a lavori differenti, alla maternità a tempo pieno, adesso è giunto il momento di mettermi in gioco e stringo a me l'occasione tanto attesa, affidando questo libro ai vostri cuori e al vento, e che possa, lieve, spiccare il volo.
Rosanna Pasculli on FacebookRosanna Pasculli on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors