Tommaso sogna di lavorare nella moda fin da bambino e, una volta laureato in giornalismo, immagina un futuro tra le pagine patinate di Vogue o Vanity Fair. Ma la vita ha un senso dell’umorismo tutto suo! Dopo mesi passati ad inviare curriculum, l’unica a rispondergli è TV News, un’emittente amata soprattutto da pensionati e casalinghe. Tra attacchi d’ansia, una bassotta che lo giudica in silenzio e amici pronti a rimetterlo in piedi ad ogni crollo emotivo, Tommaso scoprirà che il vero piano A è spesso quello che non abbiamo programmato. E, con sua grande sorpresa, imparerà a brillare proprio dove non avrebbe mai immaginato di farlo.
Perché ho scritto questo libro?
Lo scorso anno la mia vita è entrata in “modalità aereo” a causa di una lunga convalescenza. Avevo più paure che certezze. Tommaso è diventato il mio rifugio: ogni giorno, attraverso di lui, potevo evadere dalla malattia e respirare un po’ di leggerezza. Questo romanzo è diventato, senza che me ne accorgessi, uno dei più bei regali che mi sia fatto. Spero che per chi lo leggerà possa essere lo stesso: una piccola tregua ed una storia capace di strappare un sorriso.
ANTEPRIMA NON EDITATA
INTRODUZIONE
Milano, 23 dicembre 2018
Ore 01:47
Ha iniziato a nevicare da pochi minuti, ma sembra che la città si sia spenta di colpo, come se qualcuno avesse staccato la spina.
“La mia prima neve a Milano”, penso, guardando fuori dalle minuscole finestre del mio appartamento.
Ammetto che ho sempre amato la neve. Fin da piccolo. Mi dava un senso di calore.
Strano, vero?
Eppure, stasera niente! Nessuno dei miei soliti brividini felici, nessun “oh, che magia!”.
Solo ansia!
Un’ansia talmente grande che potrebbe pagare l’affitto al posto mio.
Inspiro ed espiro. Inspiro… espiro.
Non funziona.
Namasté un corno!
Al diavolo la meditazione e il palo santo comprato su Amazon durante un’improvvisa crisi mistica anni ’70. Ho bisogno di zuccheri, meglio se con qualche additivo chimico.
Gelato al burro d’arachidi e cioccolato: una combinazione che non delude mai.
Balzo giù dal letto, mi avvolgo in un plaid rosso e vado verso il freezer.
Scavo tra piselli e spinaci congelati finché non trovo il mio amato Häagen-Dazs con etichetta:
“APRIRE SOLO IN CASO DI EMERGENZA!!!”
Questa, più che un’emergenza, è un disastro nucleare.
L’ultima volta che ho mangiato gelato in modo così compulsivo era il 1998 e Geri Halliwell aveva lasciato le Spice Girls.
Un trauma troppo grande per un bambino di cinque anni e per la sua babysitter preadolescente!
Certo, qualche anno dopo sono risorto sulle note di It’s Raining Men. Geri con i suoi addominali scolpiti, il caschetto giallo catarifrangente e una coreografia discutibile… insomma: un momento di pura arte contemporanea.
Decido di tornare a letto, infilando il cucchiaio nella vaschetta.
Il cervello comincia a pulsare: non so se per il gelato ghiacciato o per i pensieri che rimbalzano come palline da flipper.
“Dovrei uscire a correre, magari mi passa”, penso.
Ma non mi muovo di un millimetro.
Accendo la TV e alzo il volume fino a coprire qualunque pensiero.
Zapping selvaggio: un talk show con ospiti di qualche assurdo reality show, l’ennesima replica di Una poltrona per due e una televendita.
Una donna anziana, pettinatura da concorso parrocchiale e cardigan color panna, guarda dritto nella telecamera.
“Le feste si avvicinano e provi un indefinibile senso di malinconia?”
“Sì…” rispondo, stringendo la vaschetta come un amuleto.
“Senti un vuoto qui…” si tocca il petto, “…che nemmeno tre panettoni farciti possono riempire?”
“Decisamente sì.”
“Vorresti qualcuno accanto a te nelle lunghe notti d’inverno?”
“Sì…”
“Allora AMERAI MY DOLL™: la bambola di ceramica personalizzata con le sembianze del tuo caro! Solo oggi, solo per te, 59,99 euro!”
Rimango immobile. Gelato a mezz’aria. Pupille dilatate.
Inquietante!
“Però… una mini-bambola di Andrea sul comodino non sarebbe male…”
Ma sto correndo troppo.
Vi starete chiedendo chi sia Andrea e, già che ci siamo, chi sia io e perché stia vivendo una crisi in pieno stile Bridget Jones. Mancano solo i cani alsaziani pronti a divorarmi e All by Myself sparata a bomba da un vecchio stereo Sony.
Domande legittime.
Ma stasera non ho risposte.
Mi sento svuotato.
Confuso.
Vorrei chiudere gli occhi, contare fino a tre e tornare indietro nel tempo.
Sarebbe bello se esistesse un’app con cui riavvolgere la propria vita.
Invece c’è Facebook, che si limita a ripropormi le foto del mio ex, inutili post motivazionali e foto di gattini.
Grazie mille, Mark Zuckerberg di ’sto cavolo!
Quello che posso fare, però, è raccontarvi come sono arrivato fin qui.
Non solo a raschiare il fondo del barattolo di gelato, ma a toccare il fondo.
Punto.
Forse, rimettendo insieme i pezzi, capirete con me quando tutto ha iniziato a prendere una brutta piega.
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