Cos’hanno in comune Trani e Parigi?
Due città apparentemente così lontane ma legate visceralmente.
E poi cosa racchiude la parola “attesa”?
Aurora, intrepida di vita, all’alba del suo sedicesimo compleanno lo scoprirà.
Insieme a sua sorella Adele, verranno travolte in un vortice di sorprese, imprevisti e segreti custoditi per anni, per poi riaffiorare e capire che la vita sa davvero come emozionarci, se scegliamo i colori giusti per dipingerla, quei colori che daranno forma al nostro irrinunciabile destino.
È il coraggio che incontra la passione, che cammina, si muove tra infinite rette perpendicolari, intersecate nell’organo più prezioso del corpo umano, custodito da due grandi ali piene di energia: il cuore. Centro vibrazionale della nostra esistenza primordiale.
Perché ho scritto questo libro?
Pandemia covid 2021. La mia testa era piena di idee ma soprattutto voglia di evadere; sensazioni strane, non chiare. Iniziai così a gettare tutta quella negatività su un foglio bianco e nacque a piccoli pezzi una storia, da quell’impazienza e l’attesa continua di uscire di nuovo, fuori. Un atto di liberazione, una necessità, guidate da speranza e rinascita. Una sorta di missione mi porta qui, perché dedico queste righe piene di colore a chi crede ancora nella bellezza del domani.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Tutti e tutte abbiamo bisogno di qualcuno che comprenda i nostri silenzi, che ci ami così come siamo e che venga a prenderci per andar lontano.
A volte la vita è tutta lì: nelle attese.
Spesso ci ritroviamo ad aspettare qualcosa o qualcuno che probabilmente non arriverà mai, rimanendo intrappolati/e in quel vortice di delusioni e false speranze.
D’altro canto, la vita però sa anche come meravigliarci; molti/e di noi aspettano ad esempio, un treno per tornare dalle loro famiglie o per raggiungere una meta da sempre sognata, altri ancora una nuova vita, che sta per nascere oppure una telefonata che addirittura potrebbe rivelarsi un’importante chance di cambiamento.
Insomma, le attese fanno parte della nostra evoluzione, fondamentali per capire davvero chi siamo, apprezzando il valore del tempo che scorre inesorabile, invitandoci a riflettere così intensamente.
Come ci sentiamo in questi momenti?
Le emozioni ci travolgono e molto spesso non riusciamo più a gestirle, sono contrastanti; rabbia e gioia, speranza e delusione, pace e tormento.
È piuttosto comune, sentirsi schiavi/e delle proprie emozioni o talvolta in colpa.
Niente di più sbagliato!
Ognuna ha il compito di insegnarci qualcosa e dunque va vissuta intensamente, attraversata finchè non arriviamo a destinazione, ogni piccolo passo ci conduce verso la nostra crescita interiore.
La gestione delle attese è quasi sempre vissuta male, ci facciamo trascinare e viviamo in funzione di esse, tralasciando un particolare:
la vita è adesso, domani è già futuro, non possiamo sprecare nemmeno un attimo, un tramonto, un buon gelato o una bella canzone per una preoccupazione legata all’attesa, è del tutto inutile.
Il presente è il miglior momento che tutti/e dobbiamo vivere, perché ahimè niente ritorna; ci sono molti pensieri, proverbi che racchiudono l’essenza del “qui ed ora” come questi:
– Vivi nel presente,
lanciati in ogni onda,
trova la tua eternità
in ogni momento.
(Henry David Thoreau)
– Non esiste altro
tempo che questo
meraviglioso istante.
(Alda Merini)
– Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono. Per questo si chiama presente. (Kung Fu Panda)
Ed infine, una mia personale riflessione:
– Vivi ogni giorno
come se fosse
l’ultimo bacio.
Il bacio richiede intensità e passione ed è proprio così che dovremmo vivere, per non avere rimpianti, cavalcando l’onda del destino di cui siamo noi i veri artefici.
Ognuno/a di noi ha le sue attese da vivere con colori e sapori differenti, il segreto per viverle al meglio, è quello di educare la propria mente che ha bisogno di serenità, per spiccare il volo.
L’etimologia della parola “attendere” è davvero interessante, poiché si sofferma sul desiderio dell’attesa e l’importanza nel gestirla e ben diverso è invece, il significato della parola “aspettare”.
Aspettare qualcuno, ovvero guardare, inteso come avvicinamento, avere la mente e l’anima rivolti a chi o cosa arriverà.
In spagnolo, tuttavia, “esperar” significa aspettare perché l’attesa porta sempre con sé tanta speranza.
Ogni attesa richiede un gran lavoro, ovvero una profonda crescita interiore e dunque tempo, amore, pazienza e coraggio.
“Ci vuole tempo, tempo per fare
l’opera è grande, devo aspettare.
Ci vuole un lungo lavoro attento
perché si arrivi a compimento.
Ad aspettarti io sto imparando
e sarai tu che decidi quando,
devo lasciare la porta aperta,
la mia pazienza è una scoperta.”
Questa bellissima poesia tratta da “I Canti dell’Attesa” di Sabrina Giarratana è un ottimo spunto, almeno credo, per soffermarsi sul valore e sulla bellezza dell’attesa e dunque sull’essenza della vita.
Ma vale sempre la pena aspettare?
Forse sì o forse no, ciò che conta davvero è vivere, lasciar spazio ai sogni, all’immaginazione, talvolta, può essere davvero salvifico.
Come diceva Seneca: “Il maggior ostacolo del vivere è l’attesa, che dipende dal domani ma spreca l’oggi.”
È come se attraversassimo un fiume senza un ponte, cadremmo giù, affogando nell’abisso delle nostre paure più grandi, invece di restare a galla e respirare; forse dovremmo dare maggior ascolto al nostro bambino interiore, la parte più pura di noi stessi, così com’è successo ad una ragazza tanto fragile quanto coraggiosa perché nel bel mezzo della sua crescita ha attraversato un momento significativo che le ha cambiato per sempre la vita.
Una vita imprevedibile, scrigno di sorprese e profondi dispiaceri che l’hanno resa padrona del suo destino, imparando così a dipingere il suo quadro, scegliendo i colori più belli, ricchi di emozioni autentiche in un vortice di lunghe attese, riflessioni e mutamenti interiori.
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