La mattina della mostra, Matteo si svegliò con un nodo allo stomaco. Aveva dormito poco e male, con la testa piena di pensieri su come sarebbe andata la serata. Guardò l’orologio: mancavano ancora ore, ma il tempo sembrava scorrere in modo strano, accelerando nei momenti sbagliati e rallentando quando l’ansia cresceva.
Andrea era già sveglio e gli stava preparando il caffè. “Hai dormito?” chiese, guardandolo con un sorriso leggero.
Matteo sbuffò. “Poco. Ho sognato che arrivavo alla mostra e non c’era nessuno.”
Andrea gli porse la tazza. “Ci sarò io. Già uno meglio di zero.”
Matteo sorrise, anche se l’ansia non svanì del tutto. “Spero che venga anche mia madre. L’ho sentita ieri, ha detto che farà il possibile.”
Andrea annuì. “Vedrai che verrà. E anche Marco, i colleghi dello studio, i tuoi amici. Non sei solo in questa cosa.”
Matteo annuì, cercando di convincersi.
Passò la giornata tra ultimi dettagli e prove tecniche. Quando finalmente arrivò l’ora di aprire le porte della galleria, Matteo sentì il cuore accelerare.
E poi, lentamente, la gente iniziò ad arrivare.
Marco gli fece un cenno d’intesa da lontano. Un gruppo di colleghi dello studio si aggirava tra le foto, scambiandosi commenti. Qualche sconosciuto si avvicinava incuriosito.
E poi vide lei. Sua madre era lì, in piedi accanto a una delle foto, con lo sguardo attento. Quando incrociò il suo sguardo, le sue labbra si incurvarono in un sorriso fiero.
Matteo si avvicinò. “Sei venuta.”
“Te l’avevo promesso, no?” rispose la madre.
Matteo si sentì più leggero. In quel momento, capì che non importava quanti sconosciuti fossero entrati nella galleria. Quello che contava davvero era che le persone importanti fossero con lui.
E quando Andrea gli prese la mano, stringendola un istante, capì anche un’altra cosa: quello era solo l’inizio.
Capitolo 40 – Il Bacio e la Distanza
La mostra stava andando avanti da diverse ore, e la sala era animata dal chiacchiericcio di apprezzamenti e sguardi curiosi sulle foto di Matteo. La gente si muoveva liberamente tra le opere, ma lui non riusciva a concentrarsi su nulla di tutto ciò. Il suo pensiero era costantemente rivolto ad Andrea, che si trovava lì con lui, accanto a lui. I loro occhi si trovavano spesso, con una complicità che ormai non riuscivano più a nascondere. Il legame tra loro stava diventando qualcosa di evidente, di irrefrenabile.
Matteo, in un momento di purezza e senza più paure, si avvicinò a Andrea. Non c’era più posto per incertezze o timori. In mezzo alla folla, in quella mostra che parlava di arte e libertà, lui si sentiva libero di essere se stesso. Si chinò verso Andrea, il cuore che batteva forte, e lo baciò.
Il bacio fu deciso e naturale, come se fosse il passo più ovvio da fare. Non c’erano esitazioni. La gente intorno a loro continuava a muoversi, ma Matteo non sentiva altro che il calore delle labbra di Andrea, il battito del suo cuore che rispondeva al suo. Non c’era vergogna, né paura. In quel momento, la sala, i visitatori, e la realtà stessa sembravano svanire, lasciando spazio solo a quel gesto di affetto e amore.
Ma, proprio mentre il bacio si scioglieva, una figura familiare si fece strada tra la folla. Matteo distolse lo sguardo un attimo, sentendo un colpo al cuore. Suo padre, con il volto contrito, apparve improvvisamente davanti a loro.
Il padre di Matteo osservò la scena con un’espressione di puro sconvolgimento. Non c’era rabbia nei suoi occhi, ma incredulità, come se stesse cercando di capire cosa stesse accadendo. Il suo sguardo passò da Matteo a Andrea, e poi tornò di nuovo su Matteo. Ogni parola che avrebbe voluto dire rimase bloccata in gola. Il silenzio tra loro fu carico di tensione.
Matteo sentì un nodo in gola, ma non si allontanò. Andrea lo guardò, il suo volto pieno di preoccupazione ma anche di un’incredibile comprensione. Matteo lo abbracciò brevemente, come a volerlo rassicurare che non c’era nulla di cui vergognarsi.
Il padre, dopo un lungo istante in cui sembrava cercare di metabolizzare quello che aveva visto, si voltò lentamente. Senza una parola, si allontanò, facendo strada tra la folla, come se il peso della situazione lo stesse schiacciando. Matteo non riusciva a muoversi, ma non volle inseguirlo.
La reazione del padre era stata prevedibile, eppure l’impatto era stato devastante. Il cuore di Matteo si spezzava, ma al contempo sentiva una forza che non aveva mai provato prima.
Andrea gli si avvicinò, prendendogli la mano con dolcezza. “Matteo, non preoccuparti. Sei tu, sei tu quello che conta.
Matteo, pur essendo scosso dall’incontro, trovò il coraggio di sorridere. “Forse non posso cambiare le cose con mio padre, ma io sono felice. Sono felice di aver fatto questo passo.”
Andrea gli sorrise, rassicurante. “Lo sarai sempre, qualunque cosa accada. Io sono qui, sempre.”
Il bacio che avevano condiviso, pieno di passione e di coraggio, li aveva uniti ancor di più. Nessuna reazione, nemmeno quella di suo padre, sarebbe riuscita a spezzare quel legame che, nonostante tutto, cresceva con forza. Matteo sapeva che c’erano ancora molte difficoltà da affrontare, ma in quel momento, nel cuore della mostra, insieme a Andrea, si sentiva più forte che mai.
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