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Il sentiero nascosto

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Consegna prevista Luglio 2026

C’è un vuoto che tormenta Mary, nonostante la sua vita sia apparentemente perfetta. A quasi trent’anni, non sa ancora chi è, e il suo riflesso nello specchio è un’immagine che non sa definire.
Per la prima volta, decide di affrontare le sue insicurezze. La sua arma? Una penna. Non sa ancora che, scrivendo la storia di qualcun altro, sta in realtà raccontando la sua.
Il Sentiero Nascosto è un viaggio intimo e commovente, una storia di rinascita che ci ricorda che la felicità più vera non si trova sulla vetta più alta, ma nel silenzio del nostro cuore.

Perché ho scritto questo libro?

Ho scritto questo libro per esplorare la rinascita interiore. Volevo raccontare una storia che mostrasse come la vera felicità non derivi dal successo esterno, ma dal coraggio di affrontare le proprie insicurezze. È un invito a riscoprire la propria voce e a trovare la pace in un viaggio intimo e sincero.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Capitolo 1 

 

La luce a Sondrio, alle sette del mattino di un martedì di fine giugno, ha una qualità speciale. È una luce nitida, quasi solida, che scende dalle cime delle Orobie e si posa sulle cose come una benedizione. 

Mary era in piedi davanti alla grande finestra del soggiorno, una tazza di caffè tra le mani. 

La casa, la loro casa, era il suo orgoglio. Il parquet che scricchiolava dolcemente sotto i suoi piedi, l’odore di legno e di pulito, quella finestra che incorniciava le montagne come un quadro vivente che cambiava ogni giorno. Era tutto vero. Amava questo quadro. Amava Dave, che dormiva ancora nella loro stanza, il suo respiro un suono rassicurante che era diventato la colonna sonora della sua vita. 

Amava questa vita che si erano scelti, lontana da tutto, piena di passeggiate e di silenzi. 

Non c’era nessun “eppure”. Non qui, non in questa casa, non con lui. La sua felicità era un fatto solido come le montagne fuori dalla finestra. 

Il problema era lei. 

Il problema era il suo riflesso nel vetro, fuso con le cime delle montagne. Un’immagine che non sapeva definire. 

Stava per compiere trent’anni e alla domanda “Cosa fai nella vita?” non aveva ancora una risposta. 

Non una vera, almeno. 

Non c’era mai stato un lavoro, né un’università. C’erano stati i lavoretti estivi durante l’adolescenza, un corso di inglese, tentativi vaghi e subito abortiti. 

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C’era stato il trasferimento a Sondrio con Dave, l’entusiasmo di costruire un nido insieme, di arredare la casa. Ma le giornate, ora che la casa era finita, si allungavano in un vuoto che nessuna faccenda domestica riusciva a colmare. 

Sentì un fruscio provenire dalla camera da letto, e poi il rumore familiare dei passi di Dave sul parquet del corridoio. Presto sarebbe arrivato in cucina. Lui, un chimico, un uomo con un posto nel mondo. Un uomo che lavorava con le formule e le reazioni, che trasformava le ipotesi in risultati tangibili dentro un laboratorio. Il suo opposto. Lui era concreto. Lei si sentiva un’ipotesi non dimostrata. 

Il suo amore per Dave era un oceano, un dato di fatto immutabile. Lui le bastava e le sarebbe bastato per sempre. Non era invidia la sua, mai. Il problema non era il “noi”. 

Il problema era la “io” singolare, il pronome che restava nudo e senza un seguito quando lui, più tardi, sarebbe uscito per andare al lavoro. 

Prima che Dave entrasse in soggiorno, Mary fece l’unica cosa che le sembrasse un’azione puramente sua. Aprì il suo portatile. 

Aprì un documento Word vuoto. 

Il cursore lampeggiava, un piccolo cuore nero e solitario in un deserto bianco. Non era un passatempo. Era l’unica ambizione che avesse mai osato coltivare, in silenzio, dentro di sé. La lettura era la sua vita, i libri la sua vera patria. Erano stati la sua scuola, la sua università, la sua finestra sul mondo. Sognava di scriverne uno da sempre. 

Era un sogno così grande e spaventoso che tenerlo nascosto era stato più facile che affrontarlo. Ma ora, nel silenzio delle sue giornate, era diventato un’esigenza. Un modo per costruire un’identità, una competenza, una risposta alla fatidica domanda. 

Fissò il cursore. Poi, lentamente, scrisse una sola frase. 

La luce a Sondrio, alle sette del mattino, ha una qualità speciale. 

Sentì i passi di Dave avvicinarsi. Non chiuse il documento. Non c’era nulla da nascondere, solo un inizio troppo piccolo e fragile per essere condiviso. 

“Buongiorno amore,” disse lui, entrando in cucina, la voce ancora impastata dal sonno. Le baciò la fronte, si avviò verso la macchina del caffè. Le lanciò uno sguardo affettuoso. “Che fai di bello oggi?” 

Era la domanda più semplice e più difficile del mondo. Una domanda che, senza volerlo, le misurava il vuoto. 

Mary guardò la frase solitaria sullo schermo, poi guardò fuori dalla finestra, verso le cime immobili e maestose. 

“Non lo so ancora,” rispose, ed era la verità più assoluta. “Penso che inizierò da qui.” 

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Maddalena Pirrone
Maddalena è un'autrice il cui esordio letterario si distingue per la sua profonda e sincera esplorazione della resilienza umana. Con una prosa asciutta e toccante, trae ispirazione dalle sue esperienze di vita per costruire una narrazione che, pur essendo profondamente personale, risuona con un messaggio universale di forza e coraggio. Il suo lavoro si concentra sulla capacità di affrontare le avversità e trasformare le sfide in una fonte di crescita e ispirazione.
Maddalena Pirrone on Instagram
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