Un vecchio torpedone scassato, si trasforma in un teatro di avventure straordinarie dove realtà e immaginazione si mescolano in un viaggio al confine tra mondi. A bordo, un gruppo variopinto di personaggi: Porcammozza, enigmatica viaggiatrice avvolta dal mistero; Ciro ” ‘o babbà” l’irriverente artista di strada; Lamira, custode di segreti e sguardi che vedono oltre e il Grande Alcivio il magnetico autista capace di guidare il torpedone tra mondi e dimensioni.
Insieme affrontano creature inquietanti come le sfuggenti Bavette, capaci di distorcere i pensieri e rubare ricordi, o i perfidi Pungipizzici piccoli esseri insidiosi che si nutrono di caos e indecisione. Tra umorismo, tensione e riflessione, “Viaggio nel Mezzosogno” è un’esplorazione affascinante del valore della memoria, dell’identità e del coraggio di affrontare l’ignoto.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo libro per raccontare un sacco di storie ai miei figli. Storie inventate che avvicinassero il mio mondo – reale – al loro mondo – irreale ed inventato.
Ho creato dei personaggi che mi permettessero di parlare dei problemi più comuni in maniera svincolata dal rapporto genitore – figlio.
Ho scritto questo libro perché mi piace inventare storie e mi piacciono le avventure irreali e surreali.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Il viaggio sembrava uguale a tutti quelli precedenti, ma c’era qualcosa di diverso nell’aria. Il vecchio torpedone, con i suoi scricchiolii e il tappeto persiano logoro che copriva il pavimento, pareva quasi respirare, come se sapesse che questa volta la strada avrebbe riservato sorprese.
A bordo, un assortimento di personaggi improbabili prendeva posto. Ciro “’o Babbà” Malavita tamburellava con una moneta sul bracciolo, cercando di impressionare Porcammozza, la ragazza dai capelli neri come la notte e dallo sguardo che mutava colore. Gatto Marmellone e Gatto Martellotto, l’uno un venditore di affari poco chiari, l’altro il suo silenzioso e muscoloso compare, osservavano la scena con la tipica espressione di chi ha già visto tutto e niente li stupisce più.
Poi c’era Lamira, enigmatica e fuori dal tempo, con la sua collana che cambiava forma sotto gli occhi di chi osava guardarla troppo a lungo. E infine, il Grande Alcivio, imponente al volante, con occhi di metallo e baffi che vibravano come antenne.
Ma prima ancora che il viaggio potesse davvero iniziare, un rumore stridulo e una luce verdognola proveniente da uno strano aggeggio sul cruscotto annunciarono l’imprevisto. La nebbia azzurrina li avvolse, la strada sotto le ruote del torpedone svanì, e un bagliore accecante trasformò l’ordinario in straordinario.
Erano entrati nella Terra di Mezzosogno. E niente sarebbe stato più lo stesso.
Commenti
Ancora non ci sono recensioni.