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La consapevolezza di Mori

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Consegna prevista Luglio 2026

La consapevolezza di Mori è un viaggio ironico, profondo e autentico nel mondo della musica e dell’animo umano.
Attraverso l’incontro tra Chicco, giovane musicista in cerca della propria voce, e Romolo Mori, maestro tanto geniale quanto ruvido, Giovanni Gandolfo racconta la crescita personale come un processo di ascolto, silenzio e consapevolezza.
Tra dialoghi taglienti, lezioni di vita e corde che vibrano di emozione, emerge una verità semplice: la musica non è solo tecnica, ma un modo di vivere, di sentire, di accettarsi e di ascoltare il silenzio.
Con una scrittura vivace e cinematografica, Gandolfo ci guida tra risate, riflessioni e silenzi pieni di significato, componendo una storia che parla a chiunque abbia inseguito un sogno, caduto, si sia rialzato e abbia trovato, alla fine, la propria armonia interiore.

Perché ho scritto questo libro?

Ho scritto questo libro per una ragione semplice. Amo la musica e il silenzio che le ruota attorno.
Sono una persona diretta, mi piace essere concreto e consapevole.
In queste pagine ho cercato di unire queste idee, mettendo insieme suoni, riflessioni e pause, proprio come in una buona melodia.
Ho scelto di raccontare una storia perché credo che la verità, quella autentica, viva nei dettagli, nei gesti, nelle emozioni vissute e perché la musica, come la vita, ha bisogno di contesto, di spazio.

ANTEPRIMA NON EDITATA

1

Din don, din don, suona ininterrottamente il campanello dello studio di Romolo Mori, noto *problem solver* di Civitasvegas.
Dalla porta esce un frastuono inaudito, condito da una lieve e dolce infamia contro nostro Signore.

Amen.

Si affaccia alla porta un tipo con i capelli un po’ lunghi, occhiali indossati con la leggiadria di un cieco, in fondo al naso, un plettro in bocca e una camicia a quadri aperta, con sotto una maglietta con disegnata sopra una chitarra elettrica.

Rigorosamente nera.

Apre la porta ed esclama, con voce forte e accento romanesco:

– Chi cazzo è che mi sfracassa li cojoni?
Risponde il ragazzo, impaurito e un po’ balbettando:

– Sa-sa-salve maestro, lei è Romolo Mori? Il re del *solving problems*? Ho un grosso problema da risolvere e non so come fare. So che lei ha la soluzione in tasca.

Con fare un po’ titubante, il maestro si fruga nelle tasche come se stesse subendo una perquisizione all’aeroporto, alla ricerca di un narcotrafficante. Alla fine guarda il ragazzo ed esclama:

– Tiè bello, sono 2 euro. Non te comprà la droga o la birra del discount che fa cagare, comprati ‘na pizza. E ora sparisci, prima che la pizza te la do io… in faccia.

Il ragazzo, impaurito e sconvolto, guarda il maestro ed esclama:

– La prego Maestro, mi insegni il suo sapere! Diventerò uno dei suoi più grandi seguaci, la prego, mi prenda sotto la sua ala!

Il maestro, rozzo, alza il braccio destro e si annusa sotto l’ascella.
Storce il naso.

– Ragazzo mio, oggi è il tuo giorno fortunato, ieri sera mi sono lavato l’ascella, altrimenti se ti prendevo sotto la mia ala morivi de puzza!

Il ragazzo, sempre più confuso ma anche determinato, cerca di mantenere la calma nonostante l’umore poco accogliente del maestro.

– Maestro, la prego… io ho davvero bisogno del suo aiuto! Non si tratta di una cosa da poco… È un problema grande, grande sul serio! Mi hanno detto che solo lei è in grado di risolverlo. Se non mi aiuta lei, sono spacciato!

Romolo Mori, che stava già per richiudere la porta, si ferma un attimo. Socchiude gli occhi e, con un tono più riflessivo, chiede:

– Che problema è? E soprattutto, chi cazzo te l’ha detto che io lo posso risolvere?

Il ragazzo si fa coraggio e risponde:

Èè un problema con il mio modo di suonare. Ho bisogno di qualcuno che sappia come raddrizzare le cose, e mi hanno detto che lei è un vero genio in queste situazioni. Ho parlato con un suo alunno, un certo Giovanni Gondone, ha detto che lei ha risolto la sua vita con una frase sola.

Mori si gratta la testa, lascia il plettro cadere per terra e con un tono di sfida dice:

– Ah, sì? E che frase sarebbe?

Il ragazzo abbassa gli occhi, un po’ imbarazzato, e sussurra:

– Ha detto che lei gli ha detto di “stare zitto e fare meno cazzate”.

Romolo scoppia in una risata fragorosa, tanto che il ragazzo non sa se sentirsi sollevato o ulteriormente umiliato. Poi, fermandosi di colpo, lo guarda dritto negli occhi e con un sorriso mezzo furbo e mezzo minaccioso esclama:

– Ammazza, e funziona ancora quella, eh? Va bene, va bene… vediamo un po’ che posso fare. Però devi essere disposto a seguire ogni mio consiglio. Niente domande, niente ripensamenti. Se dico di buttarti da un ponte, tu prima ti butti e poi chiedi perché, chiaro?

Il ragazzo deglutisce, visibilmente nervoso, ma annuisce con convinzione.

Romolo si infila il plettro di nuovo in bocca, fa un gesto vago con la mano e dice:

– Entra. Ma non rompere troppo li cojoni.

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2

Chicco, questo tenero ragazzo, già un pò pelato come un acino duva e con poca barba incolta, si accinge ad entrare in quel posto così magico e pieno di meravigliose macchine luccicanti.

Ma, neanche il tempo di varcare la soglia, che il povero ragazzo, già martoriato, capitombola a terra, scendendo i gradini col sedere.

– Aò, bello, già cominciamo bene. Oltre ai cojoni, mi vuoi rompere pure i mattoni? Come so gajardo, oh, faccio pure rima!

Ridendo sotto i baffi, il buon Romolo torna nella sua control room, con il sorriso di uno che sa di aver fatto una battuta da un milione di dollari.

Per chi non lo sapesse, la control room è una stanza paradisiaca.
È il motore, la cabina di monitoraggio, il cuore pulsante dello studio.
Se non funziona in modo eccellente, la nostra musica, per quanto magnifica possa essere (se lo è davvero), rischia di diventare una schifezza.
Non bisogna sottovalutarne limportanza.
Gli outboard, il mixer, le casse, i cavi e i vari plugin sono i nostri strumenti per fare in modo che le nostre manovre diventino perfette, precise, amorevoli, dolci, distinte, ma soprattutto consapevoli.

Ecco cosa cercava il nostro Chicco: la consapevolezza. Ma di cosa? Sapeva lui cosa stava cercando? Sapeva cosa chiedere a Romolo?
Come partenza, non ci siamo molto…

Chicco si guardava intorno, ancora un podisorientato dopo la caduta. Le macchine della control room brillavano sotto la luce soffusa, come se lo stessero invitando a scoprire i loro segreti. Si avvicinò al mixer con una certa timidezza, sfiorando i fader come se avesse paura di far danno.

Romolo, dallaltra parte della stanza, lo osservava con un sorrisetto divertito.

– A Chicco, mica stai toccando la Gioconda, eh! Non morde. Fai suonare qualcosa e vediamo che combini.

Chicco fece un respiro profondo e si sedette davanti alla console, cercando di ricordare tutte le lezioni, i video su YouTube, e quei brevi momenti in cui aveva osservato gli altri smanettare con i tasti.

Prese le cuffie, le mise con cautela sulle orecchie e iniziò a muovere i fader.
La prima traccia partì: un leggero battito di cassa, il suono grezzo di un basso, tutto sembrava in ordine.

– Non male.
Pensò tra sé e sé, un posollevato.

Ma proprio in quel momento, una distorsione assordante invase la stanza, facendogli togliere le cuffie di colpo. Romolo, dalla sua postazione, scoppiò a ridere così forte da far tremare le pareti.

– Ahò, Chicco! Ce lhai fatta, eh! Se volevi sveglià tutta la palazzina, ci sei riuscito! Pure le casse te stanno a chiede pietà!

Con il viso in fiamme per limbarazzo, Chicco cercò di rimettere a posto la traccia, ma ogni movimento sembrava peggiorare la situazione. Era come se la console avesse deciso di ribellarsi proprio in quel momento, in barba a tutto il suo impegno. Rosati si avvicinò, ridendo ancora sotto i baffi, e con pochi movimenti esperti sistemò tutto.

– Vedi Chicco bello? Ci vuole un podi polso. E consapevolezza, come dicevamo prima. Non basta schiacciare i tasti, bisogna sentire la musica, respirarla, comandarla.

Fece una pausa, guardando Chicco.

– E tu, la senti?

Chicco lo guardò con un misto di frustrazione e determinazione. Non sapeva cosa rispondere, ma una cosa era certa: non sarebbe stato lultimo a mollare.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Giovanni Gandolfo
Giovanni Gandolfo è un chitarrista, compositore e insegnante di musica originario di Imperia.
Attivo da anni sulla scena musicale ligure e nazionale, unisce eleganza jazz e gusto melodico italiano in uno stile personale e riconoscibile.
Oltre all’attività concertistica, gestisce uno studio di registrazione ad Imperia, dove produce e collabora con artisti di diversi generi musicali.
Svolge un’intensa attività didattica come insegnante di chitarra e musica d’insieme presso diverse scuole del ponente ligure.
La sua musica è caratterizzata da una profonda sensibilità armonica, un tocco raffinato e una costante ricerca espressiva.
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