Pensereste mai che un medico e un musicista possano avere qualcosa in comune? In effetti l’unica cosa a legare Sadie e Peter è l’amore, non di certo le loro professioni. L’unico passo che gli resta da compiere nella loro vita di coppia è sposarsi. Ma la strada si fa più tortuosa, poiché i due amanti si separeranno ma saranno costretti a convivere nella stessa casa per mesi e a collaborare per il concerto primaverile dell’orchestra di Peter. Intanto la vita di Sadie viene sconvolta dalla morte della madre che così non potrà assistere al suo matrimonio, tanto bramato dalle loro famiglie. La stessa protagonista viene tormentata dal motivo della rottura con Peter: Megan, una delle più talentuose violiniste dell’orchestra, invaghita di Peter. Riuscirà il nostro direttore d’orchestra a riconquistare il nostro primario di cardiochirurgia?
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo libro per raccontare un amore autentico, lontano dagli stereotipi e dalle favole spesso irraggiungibili nella realtà. Da adolescente, sogno un sentimento sincero e vero, ma le aspettative create dai racconti romantici sono troppo alte. Scrivere questa storia mi ha permesso di esplorare a fondo l’inconscio di ogni personaggio, inserendo in ciascuno una piccola parte di me e accompagnandoli in un percorso di crescita e maturazione personale.
ANTEPRIMA NON EDITATA
“Megan, posso farti una domanda?”
”Mi dica.” Si sedette accanto a me.
“Davvero Max è scappato in Australia per non stare con te?” aggrottai la fronte pensando che questa domanda potesse turbarla, perciò volevo andarci cauto. Mi rise in faccia inizialmente poi comprese la serietà della domanda che le ponevo.
“Max se n’è andato per lavoro, ma la verità credo sia diversa.” Sospirò con un senso d’angoscia “Gli avevo chiesto di sposarci e il matrimonio lo spaventava. Per questo ha accettato l’offerta di lavoro in Australia senza dirmi niente, ha fatto le valigie ed è andato via.” Cominciò a giocherellare con le unghie.
Per un momento provai compassione per lei. Ma il discorso del matrimonio si ripresentava ovunque. E se Sadie fosse il Max della situazione? Se scappasse per evitare il matrimonio? Questa domanda mi piombò in testa ma non ebbi il tempo di pensarci che vidi Megan avvicinarsi al mio volto, con gli occhi chiusi e le labbra tese.
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Nello stesso istante in cui ebbi la possibilità di prendere coscienza di ciò che mi stava accadendo, intravidi una sagoma davanti la porta con la coda dell’occhio, tra la pioggia scrosciante, una donna, con un cappotto lungo che girò i tacchi e se ne andò di corsa. Respinsi Megan senza dirle neanche una parola e corsi dietro a quella sagoma, la sagoma che volevo avere al mio fianco per tutta la vita.
“Fermati cavolo.” Gridai uscendo sotto la pioggia.
“Perché dovrei? Tu non vuoi sposarmi, l’hai espresso chiaramente in tutte le salse, va bene così.” Gridò fermandosi a qualche metro da me.
“È vero, ho paura di sposarti, mi è concesso?” continuai gridando.
“Puoi avere paura di ciò che vuoi, ma non da solo, siamo una coppia, dovremmo affrontarla insieme.” La sua voce si affievoliva e i pochi metri di distanza che ci separavano non mi permettevano di vederla chiaramente per via della pioggia che mi oscurava la vista.
“Mi dispiace, ho sbagliato, non dovevo, non dovevo fare niente di tutto ciò.” Allargai le braccia in segno di resa, lasciandole cadere sulle cosce e compiendo un rumore assordante per via della pioggia che mi aveva bagnato i pantaloni.
“Non penso di poterti perdonare per ora, penso che sia come hai detto tu oggi, forse non dovremmo sposarci. Io non posso correrti dietro. Torna da…” non ebbe la possibilità di finire…
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