Per Caterina, ballerina dal talento innato, la solitudine e la magia sono le uniche due certezze. Dopo l’umiliazione subita dall’ex partner, Giovanni, si chiude emotivamente, paralizzata dalla paura inconscia di un nuovo abbandono. Un’anima sola come lei, crede, non può incontrare destino diverso. Il suo rifugio è sempre stato il suo dono: un potere della mente che le permette di capire profondamente gli altri. Per anni, leggere le persone è stata la sua unica forma di sicurezza. Ma con l’arrivo di Luca, tutto cambia. Il nuovo ballerino è sincero, sensibile, e la sua presenza accende la gioia di danzare. C’è un solo, terrificante problema: su di lui, il suo dono non funziona. Per la prima volta, Caterina è in balia di un legame che non può decifrare né prevedere. Intanto, l’ombra di Giovanni incombe, usando ogni mezzo per insidiare il suo dubbio più grande: che lei rimarrà sola.
Riuscirà Caterina a superare il dolore e ad accettare finalmente il suo valore e l’amore?
Perché ho scritto questo libro?
Ho iniziato a scrivere questo romanzo in un periodo di profondo sconforto. Ritrovandomi senza ballerino, ho temuto di aver smarrito la mia strada dopo anni di danza. La scrittura è diventata il mio rifugio, dove analizzare il dolore e ritrovare la bussola emotiva. È stato in quel processo che è nata l’idea di Caterina, della sua magia e della sua storia d’amore. Attraverso di lei, ho voluto esplorare come la nostra vera rivincita sia accettare noi stessi, anche quando la vita ci cambia piani.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Nonostante non sia passato un mese ma solo qualche giorno, mi sono ritrovata a dirigermi verso la noce delle Terre Neutre per vedere se effettivamente ci fosse un’anziana signora seduta su una panchina o se l’aria pulita mi abbia fatto venire le allucinazioni. Tuttavia, appena arrivata mi stava aspettando seduta nella stessa posizione dell’altra volta. Sono diversi minuti che stiamo in silenzio, l’una accanto all’altra, ad osservare il movimento dei fiori e dei fili d’erba.
«Ti piacciono?» chiede all’improvviso.
«Sono meravigliosi.» rispondo non distogliendo lo sguardo da loro.
«Millenni fa, umani e fate erano in guerra per ragioni perse nel tempo. Combatterono numerose battaglie finché non giunsero in queste terre e il Suolo, stanco del loro comportamento, inglobò chiunque al suo interno. Ogni fiore è l’anima di un essere fatato e ogni filo d’erba è l’anima di un umano. La bellezza che vedi è il risultato di una tragedia ma non puoi fare a meno di osservare.» racconta con il solito tono calmo e solenne che ha adottato la scorsa volta.
Non sapevo che ci fosse stata una guerra. Durante le lezioni nessun professore ha mai accennato questo evento.
«Nessuno se lo ricorda. Il Suolo ha provveduto anche a questo. Solo il suo custode viene a conoscenza della sua storia. Non si potrebbero chiamare Terre Neutre, altrimenti.» risponde ai miei pensieri.
«E questo albero?»
«Rappresenta la rinascita. In questo punto un umano e una fata si sono conosciuti ed innamorati. Alla loro morte il Suolo ha permesso alle loro anime di riposare in lui come simbolo di pace tra le due specie.» risponde con la voce leggermente più triste che potrebbe essere facilmente ignorata.
«Anche mia nonna era una fata, nello specifico una fata della mente, ma non ho mai conosciuto nessuno dei due.» confido prima di cambiare discorso volgendo lo sguardo verso di lei: «Oggi sei di più parole.»
«Riesco a sentire il tuo potere aumentare ed espandersi. Il processo è attivo.»
«Non so di cosa stai parlando.» dico perplessa.
Se si riferisce al dono è come sempre. Anzi, forse è peggiorato perché Luca non riesco a percepirlo nemmeno se mi impegno.
«Avrai le risposte al momento giusto. Ricordati, però, di tenere l’anima leggera dalle zavorre emotive del passato.» consiglia prima di scomparire come la scorsa volta accompagnata da una foglia della noce.
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