30 anni! È un traguardo? È un inizio? Significa aver raggiunto una consapevolezza in particolare, o sentirsi in maniera diversa? Allora credo di poter dire d’essere ancora in un’età incerta. Se questo traguardo significa nebbia, incertezza, sbadataggine e continui sogni ad occhi aperti allora è lecito dire , che ho 30 anni! ”Andreaaaa soffia dai soffia, ma che aspetti, quanto è lungo questo desiderio”, ora che stavo prendendo visione del fatto che stavo compiendo un anno in più, la voce di Matteo, il mio bel fidanzato mi risveglia dal torpore in cui sono sprofondata, e mi ritrovo nel monolocale dove vivo, nell’unica stanza che ho, oltre la cucina minuscola, che altro non è che il salotto camera da letto che si può definire tale per la presenza del divano letto. ”ok ci sono soffio” e mentre fanno i soliti applausi di circostanza, sento che per riprendermi ci vuole una maschera ad ossigeno , 30 fiaccole fiammeggianti non sono uno scherzo, sarò anche solo una trentenne per età anagrafica, ma il mio fisico è quello di una quarantenne e oltre.
Cosa ci voleva a prendere le candeline con i numeri, due numeri che si spengono in un baleno e si levano in fretta dalla torta, senza che la cera coli mescolandosi inevitabilmente . Dopo gli applausi ecco la solita domanda ohh un anno in più ma come ci si sente? Esattamente come ieri che discorsi, ma sono le banalità che fanno della realtà quello che è…! Ecco che si avvicina Matteo, sempre bello e composto in ogni occasione, sembra che riesca ad essere a suo agio in ogni occasione, con chiunque, riesce sempre ad essere simpatico e ben voluto. È come se avesse un super poter , quello di piacere a tutti sempre e comunque. Quindi l’opposto di me, io non riesco subito ad interagire con le persone, alle volte se potessi mi confonderei con l’ambiente come i camaleonti… l’ho conosciuto a 20 anni, all’università, due opposti che si attraggono perché abbiamo personalità molto diverse, lui esuberante e sicuro di se , consapevole di ciò che voleva essere da grande, guidare l’azienda di famiglia, diventando il più giovane manager che la sua famiglia abbia mai avuto, molto sportivo, corsa tutte le mattine, palestra e arrampicata, le sue giornate erano scandite da programmi ed orari. Io provengo da una famiglia un po’ fuori dall’ordinario, il loro motto è il futuro non è scritto, fai quello che ti dice lo stomaco e vivi, sbaglia rialzati e impara, e io sono sportiva quanto può esserlo un bradipo nei suoi giorni migliori, non ho mai avuto un calendario con scadenze, se non per gli esami. I primi vent’anni questa sono stata io, nel momento in cui il mio mondo si è scontrato con il suo, quest’ultimo ha assorbito il mio , come una nube assorbe i raggi solari.
È stato un lento procedere in quella direzione e non me ne sono accorta, sono cinque anni che siamo fidanzati, la sua famiglia è molto presente, i suoi amici sono i nostri amici ed eccoci qui al mio trentesimo compleanno, con un futuro che sta andando in un unica direzione prevedibile. Mentre si dirige verso di me noto che ha le mai dietro la schiena , prevedibilmente per celare il mio regalo. quando è alla mia portata le scopre e tira fuori una busta, sarà solo il biglietto d’auguri penso. “ il mio regalo ti piacerà di sicuro, ecco qua l’abbonamento in curva per la stagione del campionato di calcio. Lo so ti ho sbalordita vero, pensa, per il prossimo anno avremo sempre da fare la domenica. Non dovremmo più scervellarci per trovare qualcosa da fare” mi abbraccia e continua a sorridere. Rimango basita, sfodero uno sbigottimento sincero, dovuto ad un misto d’incredulità per il gesto idiota e una reazione di gratitudine falsa degna di un oscar. Quello che ho imparato in due anni di laboratorio teatrale, oltre che alla recita di fine anno, serve anche nella vita di tutti i giorni, credetemi. ”grazie non potevo desiderare di meglio” eccome no! Quando mai una ragazza, dal proprio fidanzato si aspetta qualcosa di diverso. Un fine settimana in campagna, in montagna, al mare, una giornata alla spa. per fortuna il caldo del mese di giugno, mimetizza il rossore che mi ha pervaso il viso per la rabbia che sta crescendo.
”bello, caspita devi averci pensato un bel po’ prima di giungere a questa scelta! La conosci proprio bene la nostra Andrea eh!!!” una lieve pausa e un occhiolino rivolto a me. “ Ok ecco qui , adesso tocca a me e Simone e il nostro regalo, abbiamo pensato che fosse giunto il momento !” per fortuna si è intromessa Carolina, Lina per me, come sempre arriva al momento giusto, dotata di quel sarcasmo che a me manca, mi toglie sempre dagli impicci. ” Cos’è? Scartando pacchetto trovo una guida e una piantina dell’Europa, con un dizionario d’inglese, grazie………. ma cosa ci faccio?la scuola l’abbiamo finita da un pezzo e la geografia non è mai stata il mio forte, l’inglese poi…” Sono una maestra d’asilo, per fortuna dei miei bimbetti, altrimenti da grandi avrebbero una visiona geografica un po’ distorta!! “ sciocchina queste cose servono quando si sta per partire no! Cosa vuoi fare senza questi mezzi di supporto, ti perderesti in tre minuti e moriresti di fame, perché andresti avanti a gesti dell’alfabeto muto, che tu credi di conoscere”.
C’è un attimo di silenzio, che mi occorre per assimilare l’informazione appena avuta, rimango basita anche in questa circostanza , ma, per un motivo totalmente diverso. “Simo questo è uno dei tuoi soliti scherzi, Lina da te uno scherzo del genere” “zitta! Ascolta tesoro è arrivato IL MOMENTO!”
“Quale momento. Di cosa state parlando voi tre”? Matteo si intromette, non capendo di cosa stiano parlando. come sempre, cade dalle nuvole quando si tratta di sapere le mie cose personali. Anche i muri sanno che è da quando andavamo a scuola, Lina, Simone ed io abbiamo sempre desiderato andare in giro per l’Europa. Ma siamo sempre stati in perenne bolletta! Stento a crederci. Sta per partire la mia domanda scontata quando Simone mi anticipa con la risposta. “E’ tutto l’anno che mettiamo i soldi da parte,tu dovrai solo portarti dietro i soldi per i tuoi vizzi e i tuoi vestiti, ai quali chiaramente darò un occhiata io prima di partire, altrimenti saresti capace di portarti solo pantaloncini e scarpe da ginnastica. In ogni modo, ti ricordi di Luca, quel bel ragazzo che ho conosciuto ad inizio anno al corso di cucina? E’ un po’ di tempo che lo frequento, si si lo so, dovevo dirvelo subito(ha notato le nostre facce sorprese ed offese per il non saper nulla ) ma ho preferito far passare qualche mese, beh comunque, lui lavora in una agenzia di viaggi, ha delle agevolazioni fantastiche come agente, ma lo sapete che può andare in alcuni alberghi e non pagare niente solo per provarli per poterli poi consigliare ai suoi clienti, è fantastico, ma il punto è ,che ci ha trovato un offerta strepitosa. Partenza tra una settimana , le mete sono già state definite e , il pacchetto dura almeno un mese, chi torna prima perde soldi, per chi vuole prolungare ci sono delle città concordate. Ah tesoro rigorosamente in treno, l’aereo non era accessibile per le nostre entrate”. Sto per svenire dall’eccitazione,ho un capogiro. Lina e Simone sono i miei migliori amici, ci frequentiamo dai tempi della scuola superiore e non ci siamo mai persi di vista. Tanto, che ognuno di noi, è stato partecipe delle evoluzioni personali e professionali dell’altro. Simone ha avuto l’evoluzione più tortuosa e difficile. Da etero diretto alla facoltà di medicina, destino pianificato da tempo, a gay amante della cucina con ottime doti culinarie(vi farei sentire anche solo l’odore di alcuni sui piatti!) dopo tante fatiche, sta per aprire un ristorante nel prossimo autunno grazie a tanti sacrifici, e un prestito in banca per i prossimi cento anni. La convinzione d’essere etero è stata smontata all’improvviso con i fatti, ma interiormente l’evoluzione è stata lenta e dolorosa tanto che i suoi amati genitori al momento non gli parlano perché ha distrutto loro un sogno, appunto il loro sogno! E’ stato difficile per lui adattarsi all’idea che la famiglia non lo accettasse e ne parlasse come se avesse una malattia contagiosa. Per questo con Lina cerco di stargli il più vicino e di non farlo pensare più di tanto alla situazione. Lui è una persona forte, si è adattato ma non ha accettato del tutto la mancanza nella sua vita della famiglia.
Chi riuscirebbe a farlo. Mi chiedo come possa un genitore non accettare i propri figli. Come si dice i figli “son pezze o core” forse non per tutti però……. Lina è stata la mia compagna di banco e questo ha segnato l’inizio di una splendida amicizia, segnata da battibecchi che, poiché ragazze, è impossibile non avere, specialmente in età adolescenziale sull’argomento ragazzi. Ma crescendo il nostro rapporto si è fortificato fino a diventare quello d’oggi, maturo sincero statuario e…… con battibecchi, ma con tanto affetto. Lei rispetto a Simone e a me ha sempre avuto la convinzione di ciò che avrebbe voluto fare in futuro. Diventare giornalista, e ora, dopo un decennio di gavetta e studi c’è quasi riuscita. Dico quasi perché il suo vero primo incarico come free-lance lo comincerà a settembre per un paio di testate importanti, ha saputo la notizia un mesetto fa ed è ancora in fibrillazione. Se avessi avuto il dono della fantasia e la sua bravura nello scrivere avrei provato con un libro. Sono immersa in questi pensieri che chissà come mi scorrono veloci davanti agli occhi come se li potessi vedere e toccare, quando sento Lina che mi dà un colpo sulla spalla, tanto forte che quasi me la lussa, lei è sempre così delicata….. “ Beh cosa pensi di questo regalo? Potresti al meno dire grazie e baciarci i piedi o …. ma cosa fai adesso piangi??!! cribbio Andrea” Proprio così, mi sgorgano fiotti di lacrime per la contentezza e la gratitudine. E perché, io piango anche se vedo per la decima volta la stessa scena in cui muore Sirius o hedwige in Harry Potter, o anche se la rileggo. “ grazie grazieeee, sono contenta entusiasta e come avete fatto a reggere un segreto così per tutti questi mesi senza che io mi accorgessi di niente.”
Vedo che guardano Matteo e capisco la loro faccia che dice “ SEI PRESA A FARGLI DA ZERBINO QUINDI SEI CIECA”!! so cosa pensano di Matteo, non è un segreto per me. Me li bacio e abbraccio entrambi, insieme saltiamo e cantiamo per la contentezza. Ad un certo punto sento una voce che dice “Scusate, non vorrei interrompervi ma come facciamo a partire la prossima settimana, io fine alla fine del mese lavoro e..” A quel punto interviene Simone in modo delicato ma determinato, e infastidito dell’intrusione di Matteo, non gli è mai piaciuto , dice che mi condiziona troppo, che non reagisco, secondo lui calpesta il mio vero io. Che non è molto attento alle mie esigenze, che non è molto alla mano e socievole. Forse, su questi ultimi punti non ha tutti i torti, visto il meraviglioso regalo di compleanno o che per trascinarlo a questa festa, per il mio compleanno, abbiamo dovuto fare un compromesso. Primo punto seguirlo in alcune trasferte,che per lui sono irrinunciabili; secondo punto, rinunciare al corso di teatro il prossimo anno per trascorrere più tempo con lui. Questo mi è dispiaciuto più di tutto il resto, torno ad essere una bambina quando sono in compagnia dei miei “colleghi attori” del corso, in due anni non ha mai voluto approfondire la loro conoscenza, dice che per lui certe cose sono delle… com’è che dice, si che sono inutili perdite di tempo prezioso. Ma si sa, per amore si fa di tutto…..almeno io nella nostra coppia. “si si lo sappiamo, ma il viaggio infatti è solo per noi tre. Come tu ricordi sicuramente, dai racconti fatti da Andrea, aspettiamo e progettiamo questo momento da tantissimo tempo, perché tu te lo ricordi vero?” Che ci sia una punta di sarcasmo nelle sue ultime parole..? “ Ma…….. certo certo, credevo fosse un sogno e che sarebbe rimasto tale visto che ormai avete tutti la veneranda età di 30 anni. Con un lavoro, responsabilità e tante altre cose a cui pensare. Andrea deve prepararsi per la sua entrata definitiva alla scuola materna a settembre, poi deve aiutarmi nel trasloco, mi deve fare gli scatoloni come solo lei sa fare vero bambolotta… Mi sento accaldata, mi sento strana, sento la mia voce che parla per rispondere a quanto detto da colui, che più di tutti dovrebbe volere la mia felicità. Il cervello non è collegato in quel momento, non so bene come, ma la mia bocca si apre e getta fuori un fiume di parole. ”beh io vado che tu sia d’accordo o meno. A settembre, mi danno definitivamente il posto all’asilo, non sarò più una precaria, o una sostituzione, quindi quale migliore occasione di questa per approfittarne. Anche i miei amici iniziano il loro nuovo cammino quest’autunno, sembra una coincidenza, o magari il destino,che tutti e tre si sia nelle medesime condizioni per le quali, sarebbe un peccato non approfittarne. Mi hai un po’ stancata e delusa con il tuo comportamento, forse questo mese di lontananza ci servirà per riflettere sul nostro rapporto.” “Andrea ma cosa dici, noi siamo una bella coppia e vogliamo le stesse cose.
Ti stai facendo influenzare e prendere dall’entusiasmo per una cosa così ridicola. Abbiamo il nostro viaggio di una settimana programmato da qualche tempo con destinazione casa dei miei genitori al mare e..” “Quando torno dal mio viaggio, ne riparliamo se andare dai tuoi o meno. Questa cosa per me è importante, lo sai quanto amo vedere usi e costumi diversi dai nostri, assaporare l’aria di città diverse da quella dove vivo, e poi …ma perché devo stare qui a spiegare a te quello che voglio se poi tanto te lo scordi, perché non TI INTERESSA quello che voglio io, ma solo quello che vuoi tu.” In quel momento la mia bocca si chiude ed il mio cervello comincia a capire l’accaduto, e non provo rimorso e non sono dispiaciuta, è come quando prendi un digestivo per mandare giù un abbuffata di troppo cibo, la sensazione è quella . Vedo la faccia di Matteo che arrossisce, non dice niente ingoia il rospo e mi guarda. Le apparenza per lui contano molto, le volte in cui siamo in disaccordo preferisce sempre aspettare quando siamo soli per discuterne, non si lascia prendere mai dalla spontaneità. Le uniche persone che hanno assistito sono Lina e Simone, gli altri sono nella mia camera -salotto mentre noi siamo in cucina, o meglio nel rettangolino di spazio dove c’è il lavandino una credenza, il frigo e i fuochi. Casa mia è molto piccola e questo è quello che potevo permettermi. eravamo andati a prendere un altro dolce, perché quello dove è colata la cera delle mie candeline è stato spolverato. Probabilmente le altre persone, che si trovano nell’altra stanza a chiacchierare e sentire musica, penseranno che a questo punto sia ancora da cuocere, il bello, è che è un tiramisù (il mio dolce preferito), a giugno con questo caldo non è che potevamo preparare un dolce al forno. Lina e Simone si muovono imbarazzati vanno verso la porta per andare in salotto, quando Matteo si volta verso di me, probabilmente non sa cosa fare o dire in quella situazione al quanto imbarazzante, sento il mio cuore che va all’impazzata quando il mio sguardo si posa sui suoi occhi marroni profondi che mi hanno sempre fatto andare in estasi, ha un caratterino ma è sempre bellissimo. Sono in difficoltà perché il mio corpo vorrebbe andare da lui e baciargli quelle belle labbra carnose e morbide ma la mia mente mi ferma sul posto privandomi di ogni movimento, tanto che sembro una statua di sale. A quel punto la mia bocca sta per sbloccarsi ma lui mi anticipa. “ stai facendo uno sbaglio, io e te vogliamo le stesse cose, ma tu quando sei con loro due torni ad una fase adolescenziale”. A quel punto esce dalla cucina, sento che saluta il resto delle persone in salotto adducendo un imprevisto ed esce dal mio miniappartamento. Non so cosa pensare. Al momento le cose che ho detto hanno un senso, il suo carattere è molto forte e persuasivo, o sono io troppo facile da condizionare, mi piace quando tutti sono contenti e non ci sono discussioni. Soprattutto lui è così dolce e sexi, mi sale il rimorso e comincio a pensare che se avessi ogni tanto fatto sentire di più la mia voce , forse anche lui sarebbe stato diverso e avremmo trovato un punto d’incontro. Sarà troppo tardi? Mentre mi sto facendo questa domanda e mi giro un film nella mente, Lina si intromette nei miei pensieri. ” Sei confusa ma forse vi farà bene stare un po’ lontani, lui deve capire come sei veramente ed accettarti per quello che sei. Tu devi capire che non puoi essere diversa per accontentare qualcuno. Quando torni e, vi rincontrate, magari il vostro rapporto prenderà la giusta piega, o vi lascerete definitivamente ma in ogni modo tu sarai tu”. Dice cose sagge, ma perché o quella strana sensazione allo stomaco che con questo viaggio cambierà qualcosa anche se non so bene cosa?! In quel momento entra un amica chiedendo del dolce, in salotto c’è un branco di locuste affamate . Simone prende il dolce e lo porta nell’altra stanza. La festa va avanti un’altra oretta, durante la quale la mia mente sta vagando in un mondo tutto suo. Penso a Matteo, al nostro rapporto, a questi ultimi due anni e contemporaneamente mi vengono in mente le cose che vedrò la prossima settimana durante il viaggio. Sono un po’ confusa e persa. Quando arrivo a salutare l’ultima persona e la vedo uscire dalla porta di casa, mi sento meglio, ho bisogno di riordinare le idee e non solo quelle, sembra che sia passato un tornado e nonostante lo spazio ridotto di casa, i danni ci sono e non sono trascurabili. Anche Lina e Simone sono andati, volevano rimanere con me, ma ho preferito rimanere da sola. Si sa, ci si commisera meglio da soli, e magari mangio un altro po’ di schifezze, per soffocare lo stato d’animo. Il cibo è consolatorio, lo è sempre stato. Mentre riordino casa squilla il telefono e mi va il cuore in gola, penso a cosa dire se fosse Matteo e mi chiedo anche se voglio, che sia Matteo. Rispondo e…… “Ciao mamma…..che sorpresa” chiaramente in quel momento è proprio l’ultima persona con cui vorrei parlare. Non riesco, in questo momento, ad essere socievole con nessuno, e poi lei, come tutte le mamme credo, ha sempre un sesto senso per capire quando c’è qualcosa che non va. Non mi va di raccontarle l’accaduto. Mi ha telefonato per farmi gli auguri e sentire come era andata la giornata. Le racconto del regalo di Lina e Simone, ne è felice anche lei. Ma la domanda le viene spontanea, ”Matteo viene con voi cara” le spiego molto frettolosamente che deve lavorare e che ce n’andiamo via solo noi tre, che tanto tra un mese siamo di ritorno. Al momento le è sufficiente, mi sembra quasi sorridente al pensiero solo di noi tre in viaggio, non so come descrivere la sensazione sorridente, visto che siamo al telefono , ma la percepisco. Chiede se riusciamo a vederci prima della partenza, sinceramente le rispondo che non so se ce la faccio ma che ci proverò, la saluto dandole la buona notte. A quel punto sono stanca e non ho più voglia di crogiolarmi nei pensieri quindi rimetto a posto lo stretto necessario per aprire il divano letto e mettermi a dormire.
Commenti
Ancora non ci sono recensioni.