Probabilmente nessuno di noi due aveva dormito, infatti, mentre pazientavamo che la rete catturasse qualcosa, una serie di sbadigli iniziò a colpirci e non potei fare a meno di notare le occhiaie del mio compagno. Non potevo capire come mai non conoscessi il suo nome, ma dopotutto quello non ero io e lo notai subito guardandomi le braccia. Ero un uomo di colore, giovane, e avevo delle gambe lunghe lunghe, il ragazzo doveva superarmi di una decina di centimentri in altezza.
Sto sognando il Sud Africa, pensai mentre osservavo la foresta pluviale attorno alla nostra barca. Tutto era immobile e il sogno pareva assai noioso a dire il vero, non succedeva niente e tutto rimaneva come prima, calmo e silenzioso. Il mio compagno pescatore canticchiava sereno e io lo ascoltavo, finendo talvolta alcune delle sue frasi.
Poi accadde qualcosa che turbò entrambi. La rete che avevo gettato prese a muoversi con violenza trascinando la nostra piccola imbarcazione prima a destra e poi a sinistra, con la pausa di qualche attimo in cui non riuscivo bene a comprendere che cosa avesse attaccato la nostra attrezzatura in modo così violento e potente.
La presenza nascosta sotto la superficie era dotata di una forza micidiale, la barca si sbilanciò violentemente e tentai di non cadere in acqua durante le forti scosse, fino a quando quella cosa non colpì la nostra imbarcazione dal basso facendo volare il mio compagno in acqua.
La mia testa andò a sbattere contro il secchio pieno di pesci e tutto il contenuto che stava all’interno si riversò su di me e sul pavimento di legno, emanando un odore fetido accompagnato dalla sensazione sgradevole dei corpi aperti di tutte quelle creaturine che avevamo preso con la rete.
Con qualche difficoltà cambiai posizione e cercai di capire dove fosse finito il pescatore. Le acque, nel punto in cui mi trovavo ora, erano coperte dalle ombre degli alberi e non era facile vedere cosa si nascondesse sotto l’acqua. Tremavo come non mai e cercai il coltello che avevamo preso con noi ma non lo trovai. Dopotutto lo stava tenendo proprio quell’uomo. Questa mia ignoranza nei confronti delle persone che stavo sognando mi provocava un’angoscia immensa, perché non potevo davvero aggrapparmi a nulla in quella situazione, se non che io stessi sognando qualcosa che non prometteva bene e per di più mi trovavo sicuramente nel luogo verso il quale ci stavamo dirigendo io, Steven ed Igor per dare la caccia a qualcosa che ci avrebbe terrorizzati a morte prima di ucciderci senza pietà.
Due braccia risalirono la superficie, stretto nella mano destra stava il coltello che avevo inutilmente sperato di trovare.
Uscì dall’acqua anche la testa e l’espressione di stupore misto al terrore di quanto accaduto mi colpì come un tram sui denti. Gli occhi pieni di paura e le labbra contratte in una smorfia di incredulità erano solo un assaggio di quello che avrei visto a momenti.
Presi un bastone che stava dietro di me e lo allungai facendo cenno al mio compagno di avvicinarsi, volevo fare il possibile per aiutarlo a tornare con me sulla barca. Mi allungai il più possibile sperando di non cadere in acqua. Il braccio era steso al massimo e con la spalla girata di lato tentavo di rendere quanto più lungo possibile l’aiuto che elargivo al di sopra dell’acqua.
Lui iniziò a nuotare verso di me, veloce e in preda alla paura. Anch’io ero in un profondo stato di agitazione e potevo sentire il sudore scendermi dalla fronte rapidamente. Dovevo essermi provocato un piccolo taglio sul capo, perché iniziavo ad avvertire un bruciore fastidioso.
Aveva ormai raggiunto la punta del lungo bastone con la mano sinistra nel momento in cui un’ombra terrificante passò sotto la mia barca. Nonostante le sagome degli alberi rendessero l’acqua un enigma per niente facile da risolvere, l’ombra indefinita della presenza che aveva scosso la rete si muoveva terribilmente sotto la superficie e io potevo vederla in tutta la sua ferocia.
Era uno spettacolo terrificante e il mio compagno non tardò molto ad accorgersene. Iniziò a gridare, disperato, dimenandosi nell’acqua. Cambiando direzione puntò a raggiungere la pianta più vicina alla nostra posizione. Gli urlai qualcosa che non potevo comprendere e lui iniziò a sbattere con forza le braccia nell’acqua per cercare di salvarsi la vita. Ma fu solo uno sciocco tentativo, perché la cosa iniziò a nuotare ad una velocità spaventosa, che se qualcuno me lo avesse raccontato di persona, sicuramente gli avrei riso in faccia.
Stava sotto l’acqua senza emergere, eppure era così grossa quella bestia che potevo vedere la sua sagoma nera viaggiare verso il mio amico, pronta ad ucciderlo. In un attimo lui sparì.
Urlavo a squarciagola pur di farmi sentire, ma la mia disperazione non era destinata ad orecchie umane, bensì a quelle delle natura nella quale ci trovavamo immersi, dimenticati da qualsiasi civiltà si trovasse lì vicino, soli nella morsa di quella presenza, che appariva sempre più spaventosa e malvagia.
Delle bolle rosse iniziarono a formarsi sulla superficie e da quel calderone putrido vidi balzare fuori dall’acqua delle mani che si dimenavano in cerca di salvezza. Rimasi inorridito nel vedere quell’uomo mentre veniva trascinato a velocità disumana prima verso un lato e poi verso l’altro mentre dalla sua bocca il sangue usciva rapido in preda all’agonia, gli occhi spalancati erano in procinto di uscirgli dalle orbite per il terrore di quello che stava accadendo.
Urlò un’ultima volta con le poche forze che gli erano rimaste e udii il serrarsi di due mascelle. Lo schiocco fu così forte da lasciarmi pietrificato, lì solo su di una piccola barca di legno, quella stessa barca che sapevo inutile a difendermi.
Emerse parte del busto, tranciato in due, le budella sparse nell’acqua, il volto pieno di orrore rivolto verso il cielo e le braccia stese come a chiedere pietà per la propria vita.
Un silenzio minaccioso perturbava l’aria della foresta, sempre più indifferente alla mia disperazione.
Avvertii dietro le mie spalle lo spezzarsi del legno prima che due enormi fauci infernali mi azzannassero le gambe, trascinandomi insieme a loro negli abissi di quel fiume.
Commenti
Ancora non ci sono recensioni.