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Distorti e invendibili

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In un’Italia sconvolta dal terrorismo e dalle rivolte, all’inizio degli anni Ottanta prende campo un nuovo genere musicale: il punk hardcore. Un genere che si traduce in rottura e opposizione alla società, che dà vita a circoli e centri sociali in cui si ritrovano giovani con storie diverse, che insieme faranno la Storia della musica punk italiana.

Attraverso le voci degli stessi protagonisti, l’autrice traccia un disegno di quello che è stato Torino, il pensiero alla base del cambiamento e la società europea a partire dagli anni Ottanta fino ad arrivare a noi. Con le testimonianze dei maggiori gruppi punk, Declino, Negazione e Indigesti, inizia il viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta di quei ragazzi, a stento maggiorenni, che hanno cambiato il panorama musicale.

INTRODUZIONE

“Punk è un termine angloamericano che designa un materiale di qualità scadente; è nato per identificare il movimento giovanile diffusosi dall’Inghilterra in Europa e negli Stati Uniti a partire dalla metà degli anni Settanta. Il termine si coniò dal genere musicale punk rock, diffuso soprattutto in Inghilterra dal 1977, caratterizzato da una strumentazione estremamente ridotta, sonorità intense, spesso violente, basate su ritmi ossessivi e da messaggi provocatori e di ribellione. Ha avuto un importante influsso sullo sviluppo della new wave, influenzando numerose forme d’arte e aspetti culturali, dalla musica alla letteratura, passando per le arti visive e la moda. Dal punto di vista produttivo, il punk abbracciò l’etica del Do it Yourself, preferendo l’autoproduzione al circuito mainstream.”

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Nella visione comune e collettiva, il termine punk indica quindi un’estetica fatta di creste colorate, piercing, spille, jeans strappati e giacche in pelle ricoperte di borchie. Un aspetto che si trova ad accompagnare una musica aggressiva, fatta di suoni elettrici e taglienti, al quale spesso si attribuisce erroneamente un’ideologia politica vicina all’estrema destra.

A livello musicale, il punk rock sembra voler “distruggere il rock’n’roll, depurandolo dai ritmi della black music, fino a lasciare solo rumore e struttura”.

Rappresenta un ritorno alla semplicità del rock delle origini, in controtendenza rispetto alla crescente complessità delle melodie: un rumore ricercato più o meno consapevolmente, in contrasto con i suoni ricercati del post rock, in cui volume e distorsione massime sono ostentati come armi.

La sua nascita viene convenzionalmente fissata nel 1976, ma si trovano diversi precursori sin dagli anni Sessanta, in particolare nel genere denominato garage rock e in gruppi statunitensi come i Kingsmen, i Kinks e gli Who, in cui già si sente la ferocia musicale e la ribellione che caratterizzerà il primo punk britannico, di cui Sex Pistols e Clash saranno poi i massimi esponenti. A queste band si deve riconoscere l’introduzione di sonorità molto vicine al rock sperimentale e una tecnica musicale di alto livello, ma un’influenza altrettanto forte si trova nei Velvet Underground (attivi fino al 1973), le cui sonorità sporcate dal rumore bianco e gli effetti di feedback avranno un forte riverbero sulla prima generazione di punk. D’altro canto, è certamente agli Strooges (sciolti nel 1974) e al loro leader Iggy Pop che va attribuito l’eclettismo, la trasgressione e i comportamenti autodistruttivi delle esibizioni che caratterizzeranno i live punk rock: la musica degli Strooges è più veloce e aggressiva, basata su chitarre distorte, riff e linee di basso semplici, batteria pesante. I loro concerti sono i primi a rivedere i confini fra pubblico e musicisti. Saranno dei loro fan a fondare, a New York, i Ramones, uno dei gruppi che più si distinguerà anche oltreoceano. La scena underground mondiale (soprattutto quella di New York, Los Angeles e Londra) assisterà da qui a un uragano pronto a stravolgere il mondo della cultura giovanile e l’industria musicale. I gruppi newyorkesi fanno una musica grezza e sporca, ma sono fondamentali nella creazione dell’estetica punk; essenziale per il suo diffondersi sono i live del CBGB, un locale sito a Manhattan attorno a cui, in breve tempo, si trova a orbitare tutta la scena underground. Al CBGB suonano, fra gli altri, Patti Smith, Blondie, Ramones, Talking Heads e Television, al cui bassista (Richard Hell) è attribuito il lancio di quella che diventerà la moda punk: giubbotti di pelle, magliette e jeans strappati, capelli corti con la cresta da mohicano. Se qualcosa accomuna questi primi musicisti punk, è la differenza che avevano gli uni con gli altri: basti pensare al rock poetico e recitativo di Patti Smith in relazione all’estetica e al sound da motociclisti dei Ramones.

Le caratteristiche del genere, nato sulla East Coast, vengono amplificate alcuni anni dopo, quando giungeranno a Los Angeles: suono più duro, immaginario più aggressivo, testi più politicizzati. La città degli angeli vede nascere band come i Germs, i Circle Jerks, gli Weirdos e i Dickies, che portano all’evoluzione dell’hardcore punk e, a partire dagli anni Novanta, permettono la riemersione del genere, dando vita a un vero e proprio revival, tramite il quale si diffondono sottogeneri come il pop punk, lo skate punk e il melodic hardcore punk.

Ma la trasgressione dell’onda punk non si ferma nel nuovo continente: già dagli anni Settanta approda nel Regno Unito, stravolgendo la compostezza e il buoncostume di un paese che a stento aveva digerito il rock degli anni Sessanta e tutte le mode che ne erano derivate.

2022-01-07

Aggiornamento

Come diceva la pubblicità? "Sembrava impossibile, ma ce l'abbiamo fatta." Anche se questa volta è più giusto dire che voi ce l'avete fatta, è solo grazie a chi ci ha creduto che questo libro, a quanto pare entrerà in stampa e fra qualche mese ce l'avremo tutti fra le mani. Quindi grazie, davvero, a chi a creduto nella storia e a chi ha creduto in me.
2021-12-17

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2021-10-01

Aggiornamento

Uno dei protagonisti del mio libro mi ha scritto. Non è che sia proprio una cosa che capita tutti i giorni, è roba che un po' imbarazza e comunque fa tanto piacere. C'è da dire che la cosa è possibile perché racconto una storia vera e recente, ma in ogni caso uno dei mie personaggi mi ha scritto per dirmi che non gli sembrava vero che dopo tutti questi anni una ragazza che negli anni '80 non c'era aveva deciso di dedicare un libro a lui e i suoi amici. A me non sembrava vero che stesse succedendo questa cosa bellissima (e un po' non mi sembra vero neanche adesso). Nella mia storia si chiama Mungo. Ha mandato una foto e detto che non vede l'ora di leggermi.

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Cristina Danini
Nasce a Omegna, sul lago d’Orta, l’8 gennaio del 1994. Dopo il liceo linguistico, nel 2013 si trasferisce a Torino per frequentare la Scuola Holden, dove si diploma nel 2015. Nel 2021 si laurea al DAMS, per poi tornare a vivere sul lago. Negli anni realizza progetti di scrittura per bambini e ragazzi, scrive per Radio Gwen e per il sito Nuok. Dal 2020 è collaboratrice fissa presso l’associazione culturale Asilo Bianco. Scrive per Hypercritic dal 2021; "Distorti e invendibili" è il suo primo libro.
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