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Semplicemente noi

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Consegna prevista Gennaio 2026

Semplicemente noi narra la storia intrecciata di Mia e Simone, due ragazzi a cui è stato tolto tanto dalla vita, ma che cercano di recuperare prima di soli e poi insieme.

Perché ho scritto questo libro?

Ho scritto questo libro principalmente per le ragazze adolescenti che guardandosi allo specchio molte volte non si amano per quello che sono realmente o che comunque pensano di non riuscire a trovare l’amore solo perché troppo differenti dalla massa.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Prologo

Sono una ragazza semplice, ho sempre creduto nell’amore, quello vero, a prima vista, che ti strugge e ti fa scoppiare il cuore con un solo sguardo. Ci conoscemmo così, per caso ma, fu proprio quel caso a cambiarmi per sempre la vita. Questa non è una delle solite storie d’amore smielate, racconta la nostra storia passo, passo, da quando ci siamo conosciuti ad oggi e non c’è cosa migliore di questa. In amore non bisogna essere perfetti. L’amore è imperfezione, è litigare per poi far subito pace, è mandare tutto a monte per poi trovare ogni modo possibile per poter rimediare e questo noi lo sappiamo benissimo essendo che di incomprensioni e di litigi ne abbiamo avuti fin troppi. L’amore è tutto ma, allo stesso momento niente, è il tuo padrone e tu questo non lo potrai mai cambiare, puoi decidere solo di avere il coraggio di andare avanti o di essere un innocuo spettatore.

Capitolo 1

Quando frequentavo le medie, non ero bellissima. Tutt’ora sono insicura di me, non sono la solita ragazza magra come un’acciuga, le mie forme sono molto pronunciate e soprattutto alle medie, si notavano come non mai. Sono sempre stata considerata sempre e solo come l’amica dolce e simpatica, mai come una ragazza bella da conoscere e da amare soprattutto e questo mi ha sempre dato tanto da pensare. Alle superiori, stanca di non essere notata decisi che ci voleva un cambio radicale, non potevo rimanere la solita dolce America, così mi misi a dieta, iniziai a correre ogni mattina, a cucinare per passione e non solo per me.
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Dovevo cambiare, questo però, non significava far pesare agli altri le mie scelte, quindi cucinando ogni giorno qualcosa di particolare e diverso, riuscivo a far capire a tutti il mio affetto, riuscivo a far uscire fuori quell’aspetto di me che non riuscivo a far uscire fuori con le parole o con i fatti e, quando non ne potevo più degli sguardi pieni di giudizio degli altri, mi rifugiavo nella lettura, altra mia grande passione. In quel periodo riuscivo a leggere solamente storie d’amore, mi immedesimavo nei protagonisti e tutto il resto del mondo, diventava il nulla. Il tempo passò velocemente e, le cose finalmente cambiarono, gli sguardi pieni di giudizio erano diventati sguardi di apprezzamento e soprattutto io, riuscivo a rapportarmi con le mie amiche, tranquillamente senza temere nessuna. Mi ritrovai in un mondo più grande di me, fatto di shopping, uscite, serate in discoteca e sfilate, tutte cose a cui io non ero abituata, questo mi fece capire quanto stavo cambiando e quanto realmente sia strana la gente a cui basta vedere un bel faccino per essere felici.

Capitolo 2

Era una giornata come tutte le altre, stavo aspettando le mie solite amiche per andare all’ennesima sfilata di beneficienza. Scesi da casa in fretta e furia, si moriva di freddo, questo però non ci fece titubare sul nostro abbigliamento: vestitini da urlo e tacchi vertiginosi. Qui lo vidi per la prima volta, il mio cuore fece una capriola, era bello, anzi bellissimo e soprattutto, mi aveva notata. Decisi di fare la prima mossa, era la prima volta che dalle mie parti si vedeva un ragazzo così: ”Eh tu chi sei?” Furono le uniche parole che mi uscirono di bocca, era la prima volta che mi sentivo così nervosa, non mi era mai capitato, dopo il cambiamento, sono sempre stata molto a mio agio, soprattutto con i ragazzi e la sua risposta, mi lasciò di stucco:” Chiunque tu vuoi che io sia!” era pazzesco, chiunque avrebbe pensato che fosse pazzo, io invece no, io vedevo nella sua risposta così sfacciata e soprattutto diretta, l’interesse che nessun altro avrebbe mai visto, così mi avvicinai a lui e gli chiesi di dirmi chi veramente fosse e soprattutto cosa ci facesse lì. Mi spiegò che era il nipote dei miei vicini, appena arrivato, aveva perso i genitori in un incidente stradale, quindi rimasto solo, si era dovuto per forza trasferire lì. Rimasi senza parole, non ci conoscevamo nemmeno ma, era riuscito ad aprirsi completamente con me, senza alcun velo, senza nessun dubbio e nessuna incertezza. Non riuscì a dirgli nient’altro, arrivarono le mie amiche che sprizzanti di gioia e di euforia, mi fecero salire in fretta e furia in macchina, lasciando me senza parole e lui da solo al freddo.

Capitolo 3

Quella sera non riuscì nemmeno per un attimo a dimenticare quella risposta, quello sguardo, quella verità detta a bruciapelo che mi aveva lasciata di stucco. Se ne accorsero anche le mie amiche che preoccupate, mi chiedevano in continuazione cos’avessi. Tornai a casa prima del previsto, evitai anche la festa che era stata organizzata dopo la sfilata, mi sentivo in colpa per come si era conclusa la nostra conversazione, senza nemmeno sapere i nostri nomi, senza che io gli dessi una risposta concreta a quello che mi aveva detto, mi sentivo una sciocca. L’indomani, tornata dal lavoro, decisi che se la vita mi stava dando l’opportunità di conoscere una persona fuori dagli schemi, non dovevo assolutamente perdermela, dovevo approfittarne e soprattutto dovevo giocare tutte le carte che avevo a disposizione. Pensai ai miei vicini, erano delle persone davvero dolci, lei una maestra dell’elementari che amava suo figlio, mio coetaneo, più della sua stessa vita, lui uno chef di alti livelli che, amava solamente una cosa più della cucina, la sua famiglia, così, unii il mio amore per la cucina alla mia passione per i dolci (che era rimasta immutata dai tempi delle medie) e creai un dolce spettacolare, tutto per loro. Curai i minimi dettagli, quel dolce era il mio biglietto da visita, non potevo sbagliare, lo impacchettai e corsi a vestirmi. Decisi di optare per un abbigliamento semplice, maglioncino rosso monocolore, jeans a vita alta e scarpette da ginnastica, il ragazzo del mistero doveva conoscere la vera America, non la ragazza che ero diventata dopo tutti questi anni. Corsi a mettermi il cappotto ed uscì. Vivevo sola ormai da tempo, mia madre e mio padre, hanno sempre creduto che prima si è responsabili, meglio è nella vita, quindi all’età di 20 anni, decisero che era ora che io decidessi cosa fare della mia vita. Iniziai così a lavorare in una libreria in città, a mettere soldi da parte e soprattutto a cercare casa. Non ero milionaria ma, con il mio stipendio riuscivo tranquillamente a pagare le bollette e l’affitto del piccolo villino vicino al mare che avevo trovato qualche anno fa. Arrivai a casa dei vicini in men che non si dica, suonai ed iniziarono a tremarmi le mani, mi pentii subito della mia scelta ma, ormai non avevo scampo. Bryan il figlio dei vicini, aprì la porta e mi salutò:” Ehi America! Da quanto tempo, ormai pensavamo che non saresti più venuta a trovarci, sai, abbiamo saputo che ormai hai nuove amicizie e soprattutto sei molto impegnata.” Aveva ragione, da quando la mia vita era cambiata, non ero più andata a trovarli, non per paura del loro giudizio, la famiglia McKenzie mi aveva sempre accettata per quella che ero, ma, perché non avevo più avuto il tempo di farlo, così risposi senza pensarci troppo su:” Hai ragione, ma sai com’è, nuova vita, nuovi impegni”, mi sorrise, aveva capito che c’era qualcosa che non andava nel mio comportamento, mi conosceva bene. Nel frattempo arrivò Allie , la madre di Bryan che mi abbracciò subito e mi fece accomodare in salotto. La loro casa non era grandissima, era più o meno quanto la mia, una casa a due piani, primo piano formato dalla cucina con open-space sul soggiorno e giardino, secondo piano camere da letto con bagni annessi. Mi sentivo a mio agio lì, ci avevo passato quasi tutto il primo anno in cui ero arrivata, Allie e Carl mi avevano accolta fin da subito come se fossi la figlia che purtroppo tanti anni fa avevano perso a causa di un aborto. Iniziarono a tartassarmi di domande sulla mia “nuova “vita e soprattutto sulla mia nuova compagnia. Sapevano tutto di me, in quell’anno trascorso a casa loro, ero riuscita ad aprirmi, ero riuscita a raccontargli tutto quello che mi spaventava e soprattutto tutto quello che avevo passato. Erano felici per la svolta che aveva preso la mia vita ma, allo stesso tempo malinconici per tutti i momenti belli passati insieme e che avrebbero voluto rivivere. In quell’attimo di felicità fatto di ricordi e di nuove esperienze, eccolo arrivare dal giardino, è ancora più bello di quanto ricordassi, mi sorride ed io inizio a morire dentro, perdo tutte le mie sicurezze, non mi sento più a mio agio come prima, le mani iniziano a sudarmi e riesco a balbettare un semplice: ”C-Ciao”.

Capitolo 4

Eccola di nuovo d’avanti a me in jeans e maglioncino, è bella ma che dico, bellissima ed è impacciata come la prima volta che ci siamo visti sul viottolo di casa. Era la mia prima sera qui, non conoscevo niente e nessuno all’infuori dei miei zii che nonostante i miei 22 anni avevano deciso di ospitarmi dopo la morte dei miei genitori. Zio Carl era stato molto disponibile, mi aveva trovato subito un lavoretto come pizzaiolo nel suo ristorante, zia Allie era uguale alla mamma in tutto e per tutto, un suo sguardo o un suo sorriso riuscivano ad illuminarmi la giornata e Bryan infine, è sempre stato come un fratello per me, anche se non ci vedevamo spesso, eravamo sempre in contatto, essendo coetanei. Smisi di pensare e le sorrisi, non sapevo cosa dire, vederla lì mi aveva spiazzato e così, per rompere il ghiaccio le dissi:” Io sono Ethan, rimani o scappi di nuovo come l’ultima volta?”. Divenne tutta rossa, ma non perse la sua spigliatezza naturale e mi rispose:” Non vado da nessuna parte stavolta, piacere America”. Parlammo del più e del meno, forse in mia presenza non si sentiva libera di esprimersi come avrebbe voluto, mi fece notare però che aveva preparato un dolce di benvenuto per me. Lo descrisse nei minimi dettagli: base al cioccolato, con all’interno 3 mousse diverse sempre al cioccolato, fondente, bianco e al latte. I miei zii mi avevano raccontato che grazie al suo amore per la cucina aveva superato molti ostacoli del passato e si vedeva. Il suo sguardo era immerso in un mondo tutto suo, risplendeva di luce propria, era una goduria per gli occhi vederla in quel modo. Mangiai il dolce con calma, assaporandone ogni minima sfumatura, era perfetto ed equilibrato, come se avesse conosciuto da sempre i miei gusti preferiti. Presi la palla al balzo e mi complimentai con lei che nuovamente arrossì e disse che purtroppo doveva tornare a casa. Non capivo perché non riuscisse ad aprirsi, forse la presenza dei miei zii la rendeva nervosa, quindi di tutto punto le chiesi:” Per sdebitarmi, posso accompagnarti fino a casa?”, accettò con un piccolo cenno della testa, seguito da un dolce sorriso, salutò i miei zii ed uscimmo, non avrei avuto altra occasione, dovevo giocarmela in tutto e per tutto. Chiusi la porta alle mie spalle ed iniziammo a camminare. Pensai subito a cosa dire e a cosa fare affinché non sembrassi il solito ragazzo che ama essere al centro dell’attenzione, alla fine però, optai per la verità, perché niente è meglio di quella:” Sai, quella sera, la prima in cui ci siamo incontrati, era il mio primo giorno qui, so che sono stato molto impulsivo a dirti tutte quelle cose ma, avevo bisogno di sfogarmi, avevo bisogno di parlare con una persona che non mi giudicasse e vedendoti lì, non so come mai ma, ho sentito che di te, potevo fidarmi”. Non mi rispose subito, forse come me cercava le parole giuste da dire, forse ero stato per l’ennesima volta impulsivo ma, quando mi girai verso di lei, vidi che era emozionata, sbirciai nei suoi occhi verdi e notai che, mi capiva, capiva come mi ero sentito, non mi avrebbe mai giudicato. La presi per mano, accettavo il suo silenzio ed in parte lo capivo, non mi conosceva ancora bene, d’un tratto però disse:” Quella sera, la stessa sera in cui tu hai avuto il coraggio di aprirti con me nonostante fossi una sconosciuta, mi ha spiazzata. Tante persone ti avrebbero preso per pazzo ma, non io… Riesco ad immaginare cosa si prova ad essere giudicati, non è una bella cosa, l’ho provato sulla mia stessa pelle, quindi ti capisco, non hai bisogno di giustificazioni o di scuse, impareremo a conoscerci per come siamo realmente”. Era tutto quello di cui avevo bisogno, semplici parole dettate dal cuore, quella ragazza era speciale, tutta da scoprire e doveva essere mia.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Vanessa Procopio
Sono nata e cresciuta a Catanzaro in Calabria. Sono sempre stata una figlia modello, innamorata dei libri fin da piccola. Ora sono una mamma trentenne che ha voglia di scoprirsi e di scoprire di che cosa è capace di fare unendo tra di loro le mie più grandi passioni: lettura, cucina e scrittura.
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