La notte in cui Cassie McClay scoprì il suo destino come cacciatrice di vampiri iniziò come qualsiasi altra a Brenton, una piccola città dove la routine era immutabile come le colline che la circondavano. La luna piena pendeva bassa all’orizzonte e la brezza autunnale sfiorava appena le foglie secche per le strade deserte. Cassie, di appena 15 anni, stava tornando a casa dopo il suo turno al bar locale, ignorando il leggero brivido che le correva lungo la schiena.
Tuttavia, quella notte sarebbe stata diversa. Quella notte, tutto ciò che pensava di sapere sulla sua vita sarebbe cambiato per sempre.
La strada verso casa era solitamente tranquilla, una breve passeggiata attraverso il quartiere residenziale. Ma attraversando un parco deserto, l’aria si fece più densa, come se qualcosa di invisibile la stesse osservando. Si fermò per un attimo, insicura se la sua mente le stesse giocando brutti scherzi, e poi lo sentì: un’ombra che si muoveva più velocemente dei suoi pensieri, un sussurro nell’oscurità. Non era sola.
“Chi c’è lì?” chiese, cercando di sembrare più coraggiosa di quanto si sentisse.
Non ci fu risposta, solo il crepitio di rami secchi sottopiedi leggeri che a malapena toccavano il suolo. Cassie fece un passo indietro, e quando stava per fuggire, una figura emerse dagli alberi.
Era un uomo, alto e magro, con una pelle così pallida che sembrava brillare sotto la luce della luna. I suoi occhi, rossi come braci spente, la fissarono con un’intensità che la fece rimanere paralizzata. Un ronzio basso risuonò nella sua mente, un avvertimento primitivo che le diceva che ciò che aveva di fronte non era umano.
L’uomo sorrise e, in un battito di ciglia, fu a pochi passi da lei. Non c’era modo che si fosse mosso così velocemente.
“Sei… tu” disse lo sconosciuto, la sua voce seducente ma carica di minaccia.
Cassie non capiva niente. Il suo corpo tremava interamente, il panico cominciava a impossessarsi di lei. Ma poi accadde qualcosa di inaspettato. Nel suo petto, si accese una scintilla, una sensazione calda che non aveva mai provato prima. Senza capire il perché, i suoi muscoli si irrigidirono, e il suo corpo reagì in un modo che non avrebbe mai anticipato.
Cassie si inginocchiò, respirando a fatica. Non sapeva cosa fosse successo, ma quello che sapeva era che la sua vita non sarebbe mai più stata la stessa.
Giorni dopo, sua madre, che era sempre stata riservata e un po’ distante, la portò in una piccola stanza sul retro della loro casa. Cassie non aveva mai visto quella stanza prima. Le pareti erano coperte di simboli antichi e armi luccicanti pendevano dagli scaffali.
“Cassie” disse sua madre, con un’espressione seria, “c’è qualcosa che ti ho sempre nascosto. Non perché volessi, ma perché non eri pronta. Ma ora… non posso più nasconderlo.”
Cassie osservò il luogo, la sua mente ancora confusa per quello che era successo nel parco. Sapeva che ciò che aveva fatto non era normale. Nessun umano poteva generare quella luce, quella forza.
“Sei una cacciatrice di vampiri, come me, come tutti i McClay prima di te.”
Le parole la colpirono come un colpo fisico.
“Cosa?” sussurrò, senza riuscire a crederci. “Cacciatrice di vampiri?”
Sua madre annuì lentamente, e poi iniziò a raccontarle una storia che le avrebbe cambiato la vita per sempre. Da secoli, la famiglia McClay faceva parte di un antico ordine dedicato a cacciare e eliminare i vampiri. Le loro abilità si tramandavano di generazione in generazione, risvegliandosi quando il pericolo diventava imminente.
“Quella notte nel parco” continuò sua madre, “è stato solo l’inizio. Presto, i tuoi poteri cresceranno e il tuo destino si rivelerà completamente. Ma devi essere pronta. I vampiri sapranno che ti sei svegliata e non staranno con le mani in mano.”
Cassie provò una vertigine opprimente. Parte di lei voleva negare tutto, ma un’altra parte, più profonda e potente, sapeva che era vero. Qualcosa dentro di lei era cambiato. Aveva sentito il potere, la forza che la collegava a generazioni di cacciatori prima di lei.
“E cosa dovrei fare?” chiese, con la voce tremante.
Sua madre le porse una daga d’argento, la stessa che era appartenuta a sua nonna, la cacciatrice di vampiri più leggendaria della famiglia.
“Allenati. E quando arriverà il momento, combatti.”
Cassie prese la daga, sentendo il peso dell’acciaio freddo nella sua mano, e comprese che la sua vita da adolescente normale era finita. Era entrata in un mondo dove l’oscurità era reale, e il suo dovere era distruggerla.
Capitolo 1: Un Nuovo Giorno, Una Nuova Minaccia
Cassie McClay non aveva mai rispecchiato l’immagine tipica di una studentessa delle superiori, e nemmeno i suoi amici. Mentre il sole del mattino illuminava le strade di Brenton, lei camminava con una miscela di disagio e rassegnazione verso la scuola, pensando a tutto ciò che era cambiato da quando aveva scoperto il suo destino come cacciatrice di vampiri. L’eco della sua battaglia nel parco riecheggiava ancora nella sua mente, ma si costringeva a ignorarlo mentre attraversava la soglia dell’edificio scolastico.
Davanti agli armadietti, la prima a salutarla fu Emily “Em” Sorensen, la sua migliore amica sin dalle elementari. Emily era una ragazza incredibilmente intelligente, con una media scolastica perfetta e una capacità di memorizzare date e formule che sorprendeva persino gli insegnanti. Tuttavia, la sua intelligenza e il desiderio di eccellere accademicamente l’avevano resa bersaglio delle prese in giro degli studenti più popolari. Cassie l’aveva sempre ammirata per la sua dedizione e forza interiore, anche se Emily non si era mai sentita parte dei gruppi “cool”.
“Hai studiato per l’esame di fisica?” chiese Emily mentre si aggiustava i suoi grandi occhiali dalla montatura nera e tirava fuori il suo quaderno con gli appunti perfettamente organizzati.
Cassie forzò un sorriso.
“Sai bene che no, Em. Ieri sera non ho avuto tempo.”
Emily la guardò di traverso. Anche se non conosceva la verità sul destino di Cassie, notava sempre quando c’era qualcosa che non andava.
“Sembri stanca” commentò con dolcezza. “Se hai bisogno di aiuto, basta che me lo dica.”
Cassie stava per rispondere, ma in quel momento apparve Theo Rivers, il terzo membro del loro piccolo gruppo. Theo era alto, con un sorriso smagliante e un senso dell’umorismo tagliente. I suoi abiti erano sempre impeccabili, con combinazioni perfettamente scelte che riflettevano la sua personalità vivace e audace. Essere apertamente omosessuale in una piccola scuola superiore non era sempre facile, ma Theo lo affrontava con una sicurezza che disarmava chiunque cercasse di prendersela con lui.
“Cassie, cara!” disse Theo trascinando le parole mentre si avvicinava e le dava un amichevole abbraccio di lato. “Spero che tu sia pronta per la peggior lezione di matematica della nostra vita.”
Cassie scoppiò a ridere, la prima risata della giornata. Theo riusciva sempre a strapparla dai suoi pensieri oscuri.
“Essere pronta non è il mio forte, ma immagino che sopravviverò” rispose lei.
“Tesoro, sopravvivere è ciò che facciamo meglio” replicò Theo con un occhiolino, mentre apriva il suo armadietto.
I tre amici iniziarono a camminare per i corridoi verso le loro prime lezioni del giorno. Visti dall’esterno, potevano sembrare un gruppo insolito: Emily, la ragazza tranquilla con gli occhiali rotondi e nerd; Theo, il ragazzo gay che irradiava sicurezza; e Cassie, la cacciatrice di vampiri che, nonostante la sua serietà, riusciva a tenere a bada la sua doppia vita nel miglior modo possibile.
Mentre camminavano, Cassie notò che qualcosa la stava disturbando da quando era entrata a scuola. Era un ronzio appena percettibile, una sensazione di inquietudine nell’aria. I suoi sensi, affinati da quando i suoi poteri si erano risvegliati, percepivano qualcosa di insolito. Senza voler allarmare i suoi amici, distolse lo sguardo verso il fondo del corridoio, dove una figura che non riconosceva la stava osservando.
Era un ragazzo alto e magro, con capelli neri scompigliati e occhi scuri che sembravano assorbire tutta la luce intorno a lui. I suoi vestiti erano stranamente antiquati, come se fosse appena uscito da un ballo di gala di cento anni fa, ma nessun altro sembrava notarlo. C’era qualcosa in lui che accese un allarme nella mente di Cassie.
“Chi è quello?” mormorò senza pensarci.
“Chi è chi?” chiese Theo, guardando nella direzione di Cassie, ma senza vedere nessuno di insolito.
“Niente, lascia perdere.”
Il ragazzo era sparito velocemente come era apparso. Cassie cercò di scacciare la strana sensazione che la invadeva, ma sapeva che qualcosa stava succedendo. Potrebbe essere un altro vampiro? Se lo era, doveva rimanere all’erta.
La lezione di matematica fu un turbine di formule che Cassie elaborò a malapena. La sua mente continuava a tornare al ragazzo strano e alla sensazione di pericolo che lo accompagnava. Dopo la lezione, mentre metteva via i libri, Emily e Theo si avvicinarono a lei.
“Cass, sei di nuovo distratta” disse Emily, incrociando le braccia. “Cosa succede?”
Theo la osservava con preoccupazione, ma con quel lampo inquisitivo negli occhi che aveva sempre quando sapeva che stava per succedere qualcosa di interessante.
Cassie esitò. Non aveva ancora raccontato ai suoi amici la sua vera identità di cacciatrice di vampiri. Voleva proteggerli dal pericolo che la sua vita portava con sé. Ma, allo stesso tempo, cominciava a sentirsi in colpa per nascondere loro qualcosa di così importante.
“È solo…” iniziò, cercando le parole giuste. “Ho avuto qualche notte difficile. Niente di importante, davvero.”
Emily la osservò scettica, ma Theo fu più diretto.
“Cassie, so che qualcosa ti preoccupa. E se ha a che fare con quel ragazzo strano che guardavi prima, allora dovremmo parlarne.”
Cassie si irrigidì, sorpresa che Theo avesse notato lo strano ragazzo anche lui.
“Anche tu l’hai visto?” chiese.
Theo annuì.
“Era strano, vero? Sembrava uscito da un vecchio film. Lo conosci?”
“No” mormorò Cassie. “Non lo conosco, ma c’è qualcosa in lui che non va.”
Emily si morse il labbro, preoccupata. Sapeva che c’erano cose che Cassie non raccontava loro, e anche se rispettava la sua privacy, non poteva evitare di sentirsi preoccupata per la sua amica.
“Se c’è qualcosa che non ci stai dicendo, Cass, siamo qui per aiutarti. Lo sai, vero?” disse Emily con un tono dolce.
Cassie sospirò. Voleva fidarsi di loro, ma ancora non sapeva come farlo senza metterli in pericolo. Tuttavia, prima che potesse decidere cosa dire, la porta della classe si aprì e l’insegnante entrò per iniziare la lezione successiva. Il momento delle confessioni era finito, almeno per ora.
Il pomeriggio passò in un batter d’occhio, anche se per Cassie ogni minuto in aula sembrava eterno. L’inquietudine che provava da quella mattina non l’aveva mai abbandonata, e la strana apparizione di quel ragazzo nel corridoio aveva solo aumentato la sua ansia. Sapeva che, con il calare della notte, avrebbe dovuto affrontare un mondo di cui i suoi amici non facevano parte.
Quando finì la sua ultima lezione, Cassie si congedò da Emily e Theo con la scusa di essere stanca, anche se entrambi la osservarono con la solita preoccupazione. Tuttavia, questa volta non avrebbe potuto condividere con loro quello che stava per succedere.
Arrivata a casa, il silenzio riempiva ogni angolo della piccola abitazione che condivideva con sua madre. Chiuse la porta dietro di sé e, nel momento in cui i suoi occhi si abituarono alla penombra dell’interno, capì che stava per succedere qualcosa.
“Cassie, vieni in salotto. Ho bisogno di parlarti” la voce di sua madre suonava ferma, ma con una nota di urgenza che non aveva mai sentito prima.
Cassie lasciò cadere lo zaino a terra e si diresse verso il salotto, trovando sua madre in piedi accanto al tavolo. Di fronte a lei, seduto, c’era un uomo che non aveva mai visto prima, che la fissava con un’intensità che la fece esitare per un momento.
Damiano Marrone era un uomo di mezza età, probabilmente sulla quarantina, con una corporatura atletica che indicava chiaramente che era abituato al combattimento. I suoi capelli scuri cominciavano a mischiarvisi alcune ciocche grigie, e i suoi occhi, di un grigio penetrante, esaminavano ogni movimento di Cassie con precisione militare. Indossava una giacca di pelle logora, che sembrava aver visto molte battaglie, e le sue mani erano intrecciate con tranquillità sopra il tavolo.
“Cassie, lui è Damiano Marrone” disse sua madre, rompendo il silenzio imbarazzante. “Sarà il tuo nuovo allenatore e supervisore.”
Cassie aggrottò le sopracciglia. Sebbene sua madre le avesse parlato in passato del giorno in cui avrebbe avuto bisogno di un supervisore, non si aspettava che arrivasse così presto. Inoltre, l’idea di avere qualcuno che la osservava o controllava ogni sua mossa non le piaceva affatto.
“Supervisore?” ripeté Cassie, senza nascondere il suo scetticismo. “Non sono in grado di farcela da sola?”
Damiano la fissò in silenzio per un momento prima di rispondere. La sua voce era grave, ma calma, con un leggero accento italiano che lo rendeva ancora più misterioso.
“Sei capace di molto, Cassie, ma hai ancora molto da imparare. Non stiamo parlando solo di forza o velocità, ma di strategia e conoscenza. Essere una cacciatrice di vampiri non significa solo cacciare. Significa sopravvivere. E per questo hai bisogno di un addestramento adeguato.”
Cassie incrociò le braccia, non del tutto convinta.
“Mi sono allenata con mia madre da quando i miei poteri si sono risvegliati. Non sono una principiante.”
Damiano fece un piccolo sorriso, ma non era un sorriso beffardo, piuttosto di comprensione.
“Lo so, e tua madre ti ha allenata bene. Ma ci sono cose che imparerai solo sul campo, ed è qui che entro in gioco io. Il mio lavoro non è solo insegnarti, ma proteggerti quando sarà necessario. I vampiri stanno cambiando. E anche i cacciatori devono farlo.”
Sua madre, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, intervenne.
“Cassie, mi fido di Damiano. Viene da una lunga stirpe di cacciatori, proprio come la nostra famiglia. È uno dei migliori. So che è difficile da accettare, ma voglio che tu sappia che sto solo pensando alla tua sicurezza.”
Cassie guardò sua madre, cercando una risposta nei suoi occhi. Da quando aveva scoperto il suo destino come cacciatrice, aveva cercato di mantenere una facciata di fiducia e forza. Ma la realtà era che sapeva molto poco sul mondo a cui ora apparteneva. Vampiri antichi, organizzazioni nascoste, clan in lotta per il potere… era tutto troppo, troppo in fretta.
Infine, sospirò e si sedette di fronte a Damiano.
“Va bene” disse, anche se non con piena convinzione. “Cosa devo fare?”
Damiano si inclinò leggermente verso di lei, con un’espressione più seria.
“Prima di tutto, dovrai accettare che ciò che ti aspetta sarà più difficile di quanto tu abbia mai sperimentato finora. Il tuo allenamento fisico è importante, ma è la tua mente che dovrà davvero rafforzarsi. Il nemico è astuto, imprevedibile. E oggi, i vampiri non sono più quelli di una volta. Si organizzano, si adattano.”
“E cosa c’entra questo con me?” chiese Cassie, con una miscela di confusione e sfida.
“Tutto” rispose Damiano, fissando il suo sguardo nel suo. “Hai sentito che qualcosa sta cambiando, vero? I vampiri non sono più sconsiderati come una volta. C’è qualcosa nell’aria, un potere che li sta radunando. Qualcuno… o qualcosa sta tirando le fila, e si sta preparando ad attaccare.”
Il cuore di Cassie ebbe un sussulto al ricordare lo strano ragazzo che aveva visto a scuola quella mattina. Il ragazzo dallo sguardo vuoto, vestito di un’epoca passata. Il suo istinto da cacciatrice aveva reagito di fronte a lui, ma ora, ascoltando Damiano, quel brivido tornava a scorrere lungo la sua schiena.
“Ho visto qualcosa oggi” confessò, mentre i suoi pensieri si allineavano con le parole di Damiano. “Un ragazzo nella mia scuola. Non so cosa fosse, ma non era umano.”
Damiano scambiò uno sguardo veloce con sua madre, come se avessero già previsto ciò.
“È probabile che tu abbia visto uno dei suoi. Si stanno avvicinando, stanno osservando. Vogliono sapere chi sei prima di fare la loro mossa. Ecco perché è fondamentale che tu sia pronta.”
Cassie inghiottì a fatica, sentendo il peso del suo destino che iniziava a gravare su di lei in modo più tangibile che mai.
“Allora, quando iniziamo?” chiese finalmente, sapendo che non c’era più ritorno.
Damiano si alzò da tavola con un sorriso approvativo.
“Questa stessa notte.”
La notte a Brenton calò rapidamente, e le ombre per le strade sembravano allungarsi più del solito. Cassie, con la giacca di pelle e una daga d’argento nascosta sotto la manica, seguì Damiano mentre camminavano verso un chiaro appena fuori città, un luogo che lui aveva descritto come “sicuro” per allenarsi.
La luna piena illuminava il posto, e Cassie sentiva la tensione nell’aria. Non si trattava solo di un allenamento; era un passo verso una guerra di cui non capiva ancora completamente il suo ruolo. Ma accanto a Damiano, e con il lascito dei McClay che fluiva nelle sue vene, sapeva di non poter fallire.
Il chiaro in cui Damiano aveva deciso di allenare era circondato da alberi alti e scuri che proiettavano ombre inquietanti sotto la luce della luna. Il vento notturno soffiava tra i rami, facendo sì che tutto intorno a lei apparisse più misterioso e pericoloso. Cassie cercava di concentrarsi, ma la tensione nell’aria e la presenza di Damiano facevano sì che il suo corpo fosse in un costante stato di allerta.
Damiano si fermò al centro del chiaro, con la stessa calma mostrata nella casa di Cassie.
“Prima di iniziare con il fisico, devi comprendere qualcosa” disse, girandosi verso di lei. “Cacciare i vampiri non è solo una questione di forza. È una questione di mente e di controllo della paura. Il nemico ti supererà in velocità, forza e, a volte, astuzia. Ma ciò che hai dalla tua parte è la conoscenza, la preparazione… e qualcos’altro.” I suoi occhi grigi la scrutarono. “Hai l’istinto della cacciatrice di vampiri che scorre nel tuo sangue.”
Cassie annuì, anche se una parte di lei non comprendeva completamente cosa significasse.
“Per prima cosa, valuterò ciò che già sai. Difenditi da me” disse Damiano, estraendo un bastone di legno da una fondina nascosta nella sua giacca.
“Cosa?” Cassie ebbe a malapena il tempo di elaborare le sue parole prima che lui si muovesse.
Damiano si lanciò su di lei con una velocità inaspettata, lanciando un colpo diretto con il bastone che mirava al suo addome. Cassie riuscì a bloccarlo appena in tempo, usando i riflessi acquisiti negli anni di allenamento con sua madre. L’impatto fu forte, più di quanto avesse anticipato, e indietreggiò barcollando.
“È tutto qui quello che hai?” chiese Damiano, con un tono provocatorio, facendo un passo indietro per darle spazio.
Cassie serrò i denti, irritata dalla sua provocazione. Senza dire una parola, si lanciò contro di lui, sguainando la daga d’argento che portava nella manica. Ruotò in un movimento fluido, cercando di aprirsi un varco nella sua difesa, ma Damiano schivò con facilità, deviante il suo attacco con il bastone.
“Sei veloce, ma i tuoi movimenti sono prevedibili” commentò lui mentre bloccava un altro colpo. “Un vampiro ti leggerebbe come un libro aperto.”
“Un libro aperto?” replicò Cassie con frustrazione mentre lanciava un altro attacco, questa volta con più forza.
Damiano bloccò il colpo ancora una volta, ma questa volta il suo sguardo si ammorbidì un po’.
“Non ti sto insultando, Cassie. Sei abituata ad allenarti con tua madre, qualcuno che conosce i tuoi movimenti e ti dà spazio per migliorare. Ma sul campo, i vampiri non ti daranno seconde opportunità. Devi essere imprevedibile, disorientare il tuo nemico.”
Cassie respirava a fatica, i suoi muscoli tesi per lo sforzo, ma si costrinse a concentrarsi. Sapeva che Damiano aveva ragione. Nelle sue precedenti battaglie, aveva sempre fatto affidamento sulla sua forza e velocità, fidandosi di poter superare i suoi nemici con puro istinto. Ma Damiano le stava mostrando ciò che aveva trascurato: la strategia.
“Un’altra volta” ordinò Damiano, mettendosi in guardia.
Cassie si lanciò di nuovo, ma questa volta provò qualcosa di diverso. Fingete un attacco diretto, e quando Damiano mosse il bastone per bloccare, lei cambiò direzione all’ultimo secondo, girando sui talloni per avvicinarsi al suo fianco. La sua daga scivolò verso il suo fianco, ma proprio quando pensava di averlo sorpreso, lui si mosse con una velocità sovrumana, colpendo con il bastone proprio al suo polso.
L’impatto fece cadere la daga a terra, e prima che potesse reagire, Damiano l’aveva immobilizzata a terra, tenendole fermo il braccio con forza, ma senza farle male.
“Meglio” disse lui, con un piccolo sorriso. “Ma puoi ancora migliorare.”
Cassie, ansimando e con il corpo dolorante, non poté fare a meno di sentire una miscela di frustrazione e ammirazione. Quest’uomo sapeva quello che faceva, e anche se non le piaceva essere superata così facilmente, qualcosa dentro di lei le diceva che imparare da Damiano avrebbe potuto salvarle la vita.
Damiano si alzò, tendendole una mano per aiutarla a rialzarsi.
“La tua forza è lì, Cassie, ma ciò di cui hai bisogno è concentrazione. Non puoi fare affidamento solo sui tuoi riflessi. Un vampiro ti studierà, osserverà come ti muovi e si adatterà. Devi essere mentalmente più veloce di loro.”
Cassie lo guardò mentre prendeva la sua mano e si alzava da terra.
“E come faccio?” chiese, asciugandosi la fronte con la manica.
Damiano la studiò per un momento prima di rispondere.
“È su questo che lavoreremo. Da ora in poi, ogni combattimento sarà una lezione. Non ti insegnerò solo a combattere, ti insegnerò a pensare come una cacciatrice di vampiri. Non basta essere forti, devi essere più astuta del tuo nemico. Questo include studiare il tuo avversario e usare la sua arroganza contro di lui.”
Cassie annuì, sentendo una rinnovata determinazione. Aveva ancora molto da imparare, ma qualcosa nello sguardo di Damiano le diede la fiducia che ce l’avrebbe fatta.
Damiano si avvicinò a uno zaino che aveva lasciato a lato del chiaro e tirò fuori un piccolo paletto di legno, gettandolo a Cassie.
“Questa sarà la tua migliore amica. I vampiri più potenti possono essere eliminati solo con un paletto di legno nel cuore. Ma se hai un’opportunità, punta sempre prima al loro punto debole: il collo. Taglia loro la testa e non potranno rigenerarsi.”
Cassie guardò il paletto nella sua mano, sentendo il peso di ciò che il suo destino implicava davvero. Quella notte non era solo un allenamento, era l’inizio di una nuova vita.
“Pronta per continuare?” chiese Damiano.
Cassie respirò profondamente, il corpo ancora dolorante ma con una mente più focalizzata che mai.
“Pronta.”
Damiano annuì, facendo un passo verso di lei.
“Bene, perché la prossima volta non mi tratterrò.”
La luna continuò a brillare sul chiaro mentre Cassie e Damiano si allenavano fino a tarda notte. Ogni movimento che faceva, ogni colpo che lanciava, la avvicinava di più a capire cosa significasse davvero essere una cacciatrice di vampiri. E anche se sapeva che il cammino sarebbe stato lungo e difficile, per la prima volta in molto tempo, Cassie si sentì pronta ad affrontare ciò che sarebbe venuto.
Capitolo 2: Segreti Sotto la Luce del Giorno
Cassie si svegliò con i muscoli intorpiditi e il corpo esausto. Ogni parte del suo essere le ricordava l’allenamento della notte precedente con Damiano. Il suono della sua sveglia rimbombava nella stanza come un fastidioso ronzio, e lei aveva appena la forza di stiracchiarsi e spegnerla. Non voleva alzarsi, non dopo tutto quello che aveva vissuto, ma il dovere la chiamava. Doveva ancora adempiere alla sua vita di adolescente normale che frequentava la scuola come qualsiasi altra ragazza della sua età.
Con un pesante sospiro, si alzò dal letto e guardò il suo riflesso nello specchio. I suoi occhi, leggermente cerchiati, rivelavano la mancanza di sonno, e le macchie rosse di alcuni colpi coprivano la sua pelle. Sua madre le aveva sempre detto che alla fine si sarebbe abituata, che il suo corpo avrebbe sviluppato una resistenza. Ma per ora, si sentiva solo… distrutta.
Si vestì il più rapidamente possibile e scese in cucina. Sua madre era già in piedi, con una tazza di caffè in mano e uno sguardo di preoccupazione sul volto.
“Come ti senti?” chiese sua madre, osservandola con quegli occhi che sapevano tutto.
“Bene” mentì Cassie, forzando un sorriso. “Solo un po’ dolorante.”
“È normale. Ma ricorda, se mai ti senti sopraffatta, devi dirmelo.”
Cassie annuì, sapendo che sua madre si preoccupava sinceramente, ma capendo anche che quel cammino non aveva più ritorno. Aveva scelto quel destino, e ora doveva affrontarlo.
A scuola, il solito brusio riempiva i corridoi. Gli studenti camminavano da una parte all’altra, parlando dei compiti, dei piani per il fine settimana o semplicemente lamentandosi della giornata. Cassie cercava di integrarsi, ma sentiva che era sempre più difficile comportarsi come se nulla fosse cambiato.
Trovò Theo ed Emily al loro armadietto, dove si riunivano sempre prima delle lezioni.
“Com’è andata ieri?” chiese Theo, con un sorriso enigmatico mentre si aggiustava la giacca. Il suo sguardo scrutatore fece sorgere a Cassie il dubbio che avesse notato qualcosa di strano in lei.
Theo era sempre stato il più perspicace dei due, e anche se il suo carattere gioioso e spensierato lo caratterizzava, quando si trattava di Cassie, la sua preoccupazione era reale. Emily, invece, era assorta in uno dei suoi libri, sfogliando le pagine rapidamente.
“Ieri è stata… lunga” rispose Cassie, cercando di non entrare nei dettagli.
“Me lo immagino. Hai quella faccia da “mi sono svegliata tardi dopo aver guardato serie TV”” scherzò Theo, dandole un leggero colpetto.
Cassie forzò una risata. Non poteva raccontare loro la verità, e questo la frustrava. Voleva fidarsi di loro, ma sapeva che non avrebbero potuto comprendere l’enormità di ciò che stava succedendo nella sua vita.
Emily alzò lo sguardo dal suo libro e la guardò sopra le sue occhiali.
“Sei stata distante ultimamente, Cassie. Va tutto bene?” chiese con quel suo modo diretto e senza fronzoli che la caratterizzava.
Cassie esitò per un secondo, ma scosse rapidamente la testa.
“Sì, sono solo un po’ stressata per… cose familiari” rispose, evitando di fornire ulteriori dettagli.
Emily la osservò per alcuni secondi, come se cercasse di leggere tra le righe, ma infine tornò al suo libro senza dire altro.
La conversazione cambiò rapidamente tema, e mentre camminavano verso le loro rispettive lezioni, Cassie sentì un pizzico di colpa. Odio nascondergli cose, ma sapeva che farlo era la cosa più sicura per loro.
Mentre camminava per i corridoi, qualcosa la fece fermare di colpo. Una presenza. Una sensazione fredda le corse lungo la spina dorsale, e immediatamente i suoi sensi da cacciatrice si attivarono. Guardò intorno, cercando l’origine di quella sensazione. E poi lo vide.
Era in piedi all’angolo del corridoio, appoggiato al muro. La sua pelle pallida contrastava con l’oscurità dei suoi capelli, e i suoi occhi, di un blu profondo, la guardavano intensamente. C’era qualcosa nella sua presenza che la inquietava, qualcosa che non riusciva a spiegare. Era come se il suo istinto le stesse avvisando che quel ragazzo non era come gli altri.
Cassie cercò di mantenere la calma e distolse lo sguardo, ma sentì che gli occhi di quel ragazzo la seguivano. Ogni passo che faceva verso la sua classe sembrava avvicinarla sempre di più a lui, e anche se non l’aveva mai visto prima a scuola, non poteva fare a meno di sentire che lo conosceva già da qualche parte.
Quando entrò nella sua classe, la sensazione persistette. Qualcosa in quel misterioso ragazzo le ricordava le storie che sua madre le aveva raccontato sui vampiri più antichi, quelli che avevano vissuto secoli tra gli esseri umani, osservandoli, studiandoli.
Aveva sentito parlare di loro, ma non aveva mai pensato che uno potesse essere così vicino.
Il resto della giornata passò in una sorta di nebbia per Cassie. Ogni lezione era un’eco lontana, ogni conversazione un mormorio che riusciva a malapena a registrare. Non riusciva a scrollarsi di dosso l’immagine del ragazzo che si trovava nel corridoio. Qualcosa non andava.
Ma la cosa più disorientante di tutte era l’attrazione che sentiva verso di lui. Era come se una forza invisibile la spingesse verso quel misterioso giovane, un’attrazione che non riusciva a spiegare né controllare.
Quando finalmente suonò il campanello dell’ultima ora, Cassie raccolse le sue cose e si preparò a uscire. Ma quando arrivò alla porta della scuola, eccolo lì. La stava aspettando, come se sapesse esattamente quando e dove sarebbe apparsa.
I loro sguardi si incontrarono, e Cassie sentì un brivido correrle lungo la schiena.
“Cassie, giusto?” disse lui con una voce morbida, carica di una strana familiarità.
“Ci conosciamo?” chiese lei, cercando di sembrare indifferente, anche se il battito accelerato del suo cuore la tradiva.
Il giovane sorrise, un sorriso che non era del tutto amichevole, ma neanche ostile.
“Non ancora” rispose. “Ma ti ho vista prima.”
Cassie inghiottì a fatica, cercando di controllare la sua respirazione. Qualcosa nel suo sguardo le diceva che non era una semplice coincidenza.
“Chi sei?” disse infine, senza giri di parole.
Il ragazzo la osservò per un secondo prima di rispondere.
“Qualcuno che comprende ciò che sei.”
Il mondo di Cassie sembrò fermarsi per un momento. Quella frase. Quella semplice frase fece saltare il suo cuore nel petto. Lui sapeva. Sapeva ciò che era. E questo poteva significare solo una cosa.
“Tu…” sussurrò lei, indietreggiando di un passo.
Il giovane non la seguì. Si chinò leggermente, come se la stesse studiando, misurando la sua reazione.
“Ci vedremo presto, Cassie McClay” disse lui prima di scomparire tra la folla di studenti che uscivano dall’edificio.
Cassie rimase immobile, la sua mente che girava in un turbine di domande e paura. Sapeva che c’era qualcosa di oscuro in Derek. Sapeva che era uno di loro.
E ora, lo sapeva con certezza.
Il resto del pomeriggio passò in una sorta di nebbia per Cassie. Anche quando i suoi amici cercavano di parlarle, le loro parole sembravano svanire nell’aria, senza arrivare del tutto alle sue orecchie. Il suo incontro con quel ragazzo l’aveva segnata, una cicatrice mentale che non riusciva a cancellare. Sapeva che doveva fare qualcosa al riguardo, ma cosa? Parlare con sua madre? Raccontare a Damiano? Nessuna di queste opzioni sembrava giusta. Non ancora.
Dopo essersi congedata da Theo ed Emily, Cassie decise di andare alla biblioteca locale, la più antica della città. Era un luogo tranquillo, dove le ombre degli alti scaffali pieni di libri antichi le avevano sempre dato una sensazione di calma. Ma oggi, quelle stesse ombre le sembravano inquietanti.
Entrò in biblioteca con passi lenti, lo sguardo che scrutava gli scaffali come se si aspettasse di trovare risposte nelle copertine impolverate dei libri. C’era qualcosa in quel posto che l’aveva sempre confortata, forse perché l’odore di carta vecchia e inchiostro le ricordava pomeriggi tranquilli con sua madre, quando tutto nella sua vita sembrava normale.
Ma oggi, nulla era normale.
Si avvicinò al banco, dove la bibliotecaria, una donna anziana con occhiali a mezzaluna e capelli grigi, la salutò con un sorriso caloroso.
“Buon pomeriggio, cara. Cerchi qualcosa di particolare oggi?” chiese la bibliotecaria.
Cassie esitò per un momento. Non poteva semplicemente chiedere di vampiri, vero? Sarebbe stato sospetto. Decise di adottare un approccio più indiretto.
“Ciao. Sto cercando libri sulla mitologia, leggende urbane… quel genere di cose.” Cercò di sembrare casuale, anche se dentro il suo cuore batteva forte.
La bibliotecaria annuì con entusiasmo, indicando una sezione in fondo alla biblioteca.
“Abbiamo alcuni volumi interessanti nella sezione di mitologia e folklore, proprio in fondo al corridoio. Alcuni sono antichi, ma molto completi. Sono sicura che troverai ciò di cui hai bisogno.”
Cassie ringraziò con un piccolo sorriso e si diresse verso la direzione che le era stata indicata. Quando arrivò, trovò una serie di scaffali pieni di libri invecchiati, con titoli che parlavano di creature mitologiche, demoni e spiriti. Tuttavia, ciò che le interessava realmente erano i vampiri.
Si chinò per controllare gli scaffali più bassi e trovò un grosso libro, rilegato in cuoio scuro, intitolato “Creature della Notte: Una Storia dei Vampiri”. Lo prese tra le mani, sentendo il peso della conoscenza che conteneva, e si diresse verso un tavolo vicino per iniziare a leggere.
Aprì il libro lentamente, le dita che scivolavano sulle pagine ingiallite che scricchiolavano al movimento. L’introduzione parlava delle leggende più antiche, dai miti europei alle versioni moderne dei vampiri nella letteratura e nel cinema. Tuttavia, a Cassie non interessavano i miti, ma le verità nascoste dietro di essi.
Mentre avanzava nella lettura, arrivò a una sezione che attirò la sua attenzione: I vampiri antichi. Questa parte parlava di una razza di vampiri che viveva da secoli, esseri che avevano perfezionato la loro abilità di mescolarsi tra gli esseri umani senza essere scoperti. Le loro descrizioni coincidevano inquietantemente con ciò che aveva provato vedendo quel giovane.
“I vampiri antichi sono i più potenti e pericolosi. Hanno accumulato secoli di esperienza e controllo sulle loro abilità. Alcuni, si dice, sono stati in grado di camminare sotto la luce del giorno per brevi periodi, sebbene indeboliti, e la loro influenza sulla mente umana può essere devastante. I cacciatori di vampiri devono procedere con estrema cautela nell’affrontare questi esseri, poiché il loro fascino può essere letale quanto i loro canini.”
Il cuore di Cassie pulsava forte leggendo quelle parole. Quel ragazzo si adattava perfettamente a quella descrizione. Era come se il libro stesse descrivendo esattamente ciò che aveva sentito quando lui la guardò a scuola. Quella strana miscela di attrazione e paura, come se una parte di lei sapesse che era in pericolo, ma non potesse resistere.
Continuò a leggere fino a raggiungere una sezione sulle debolezze dei vampiri. Il paletto di legno rimaneva il metodo più efficace, ma i vampiri più antichi potevano resistere ad altri attacchi per più tempo rispetto ai neocostituiti. Il sole, l’aglio e le croci tradizionali erano efficaci solo su vampiri giovani o deboli. I più potenti potevano muoversi con una certa libertà sotto la luce del giorno se si erano nutriti di recente.
“Il legame tra un vampiro antico e un umano può essere particolarmente forte. I vampiri antichi hanno la capacità di creare connessioni psichiche con coloro che scelgono. Questo legame può iniziare con sogni, pensieri intrusivi o anche sensazioni fisiche. È fondamentale che i cacciatori di vampiri riconoscano questi sintomi e rompano il legame prima che sia troppo tardi.”
Cassie chiuse bruscamente il libro, il respiro accelerato. Non riusciva a smettere di pensare a quel misterioso giovane e al modo in cui la aveva guardata. Quella connessione, quell’attrazione inspiegabile… potrebbe essere ciò che il libro descriveva? Stava lui cercando di creare un legame con lei?
Prima che potesse elaborare completamente quell’idea, sentì un rumore lieve dietro di sé. Un sussurro, come se qualcuno la stesse osservando. Voltò rapidamente la testa, ma non vide nessuno. Tuttavia, non poteva scrollarsi di dosso la sensazione che non fosse sola nella biblioteca. Qualcosa o qualcuno la stava sorvegliando.
Raccolse il libro e lo ripose nello zaino, sentendo di aver ottenuto abbastanza informazioni per oggi. Non voleva restare più a lungo in quel luogo buio e silenzioso, non mentre la sua mente era ancora intrappolata nei pensieri su quel giovane misterioso e sui vampiri.
Uscendo dalla biblioteca, l’aria fresca del pomeriggio le diede un po’ di sollievo, ma la sensazione di pericolo persisteva. Doveva parlare con Damiano. O con sua madre. Ma prima di farlo, voleva assicurarsi di ciò che stava affrontando. Voleva essere pronta.
Il viaggio di ritorno a casa sembrava più lungo del solito, o almeno così si sentì Cassie. Ogni passo la immergeva sempre di più nei suoi pensieri, ogni angolo sembrava nascondere segreti che non poteva ancora svelare. L’immagine di quel ragazzo continuava a bruciare nella sua mente, i suoi occhi blu, quasi ipnotici, e quel sorriso che prometteva qualcosa di più di quanto lei potesse comprendere. Era come se, in qualche modo, lui la conoscesse già prima di aver scambiato una sola parola.
Il vento soffiava dolcemente, sollevando foglie cadute che scricchiolavano sotto i suoi piedi mentre avanzava per le strade del quartiere. Non poté fare a meno di guardarsi intorno, sperando di vedere qualche segnale che qualcuno la stesse osservando. La sensazione di essere sorvegliata da quando era uscita dalla biblioteca non era svanita, e per quanto cercasse di convincersi di essere paranoica, una piccola voce nella sua mente le sussurrava che non era solo fantasia.
Cassie strinse i pugni e accelerò il passo, desiderando arrivare quanto prima alla sicurezza della sua casa. Sapeva che non doveva mostrarsi spaventata, ma qualcosa dentro di lei le diceva che il pericolo era più vicino di quanto pensasse.
Quando arrivò a casa, le ombre si allungavano già con il calare del sole. L’aria della notte portava con sé un lieve brivido, un promemoria che il giorno svaniva e che l’oscurità, il dominio dei vampiri, stava per prendere il controllo. Sua madre non era ancora tornata, ancora al lavoro, e il silenzio dentro casa le dava una strana sensazione di vulnerabilità.
Cassie salì direttamente nella sua stanza, gettò il suo zaino sul letto e chiuse la porta dietro di sé, sentendo il bisogno di essere sola. Accese la lampada sulla scrivania e, per un momento, il morbido bagliore giallo la tranquillizzò. Si sedette e aprì di nuovo il libro che aveva preso dalla biblioteca, i suoi occhi scansionavano la sezione sui vampiri antichi, cercando qualche ulteriore indizio su ciò che avrebbe potuto affrontare.
“I vampiri antichi possono formare legami con gli umani prima che questi se ne rendano conto, introducendosi nei loro pensieri, nei loro sogni… nelle loro vite.”
Quelle parole le ronzavano in testa. C’era qualcosa di più in quella connessione che sentiva con il giovane? Potrebbe già essere influenzata da lui senza saperlo? L’incertezza era un’ombra che si addensava su di lei.
All’improvviso, il suo telefono vibrò. Il nome di Damiano apparve sullo schermo.
“Sei a casa?” chiese la sua voce grave dall’altro lato della linea.
“Sì, perché?” rispose Cassie, sorpresa che lui la chiamasse così tardi.
“Vengo da te. C’è qualcosa di importante di cui dobbiamo discutere.” E senza ulteriori spiegazioni, riattaccò.
Il cuore di Cassie cominciò a battere più forte. Avrà scoperto qualcosa su quel misterioso giovane? O sapeva ciò che lei stava indagando? Una sensazione di urgenza la pervase mentre attendeva l’arrivo di Damiano.
Non passò molto tempo prima che sentisse il suono della sua auto parcheggiarsi davanti alla casa. Scese le scale in fretta e aprì la porta prima che lui potesse persino suonare il campanello.
Damiano era lì, con un’espressione insolitamente seria, anche per lui. Indossava una giacca di pelle scura e i suoi occhi erano nascosti sotto il bordo del suo cappello, ma Cassie poteva percepire la sua intensità.
“È successo qualcosa?” chiese immediatamente.
“È possibile” rispose lui, entrando in casa e chiudendo la porta dietro di sé. “Oggi ho fatto alcune ricerche. C’è qualcosa in città, qualcosa di potente. E la cosa peggiore è che credo che ti abbia già trovata.”
Cassie sentì un nodo formarsi nello stomaco.
“Può essere lui?” chiese a bassa voce, anche se già conosceva la risposta.
Damiano la guardò, fissandola negli occhi per un lungo momento prima di annuire.
“Derek Minetti. Lo sto monitorando da un po’. Non è un vampiro qualsiasi, Cassie. È antico, molto più antico di quanto chiunque di noi possa gestire da solo. E si trova qui, nella tua scuola, per qualche ragione. Non credo sia una coincidenza.”
Il nodo nello stomaco di Cassie si strinse. Sapeva che Derek era pericoloso, ma sentire Damiano confermare ciò che temeva rendeva tutto più reale.
“Cosa vuole da me?” chiese, anche se iniziava già a intuire la risposta.
“Non lo so con certezza” disse Damiano, “ma i vampiri come lui non si avvicinano ai cacciatori di vampiri senza un motivo. Forse sa chi sei. Forse ti ha osservata ancor prima che tu te ne accorgessi.”
Cassie inghiottì a fatica. L’idea che Derek l’avesse osservata la riempiva di una miscela di paura e… qualcosa di più, qualcosa che non voleva ammettere.
Prima che potesse porre un’altra domanda, sentirono un rumore all’esterno, come se qualcuno stesse camminando nel giardino. Damiano si tese immediatamente, i suoi sensi aguzzati. Cassie si avvicinò alla finestra, cercando di vedere attraverso l’oscurità.
E allora, lo vide. Derek, in piedi sotto la debole luce del lampione stradale, che osservava la casa con un’espressione impenetrabile. Non stava cercando di nascondersi; al contrario, si mostrava apertamente, come se sapesse che lo stavano guardando.
“È qui” sussurrò Cassie, la sua voce appena udibile.
Damiano si avvicinò rapidamente alla finestra e lo vide anche lui. La sua mascella si serrò, e per un secondo sembrò pronto a correre verso di lui. Ma si fermò, valutando la situazione.
“Non possiamo affrontarlo direttamente ora” disse Damiano. “È troppo rischioso. Ma tu” si voltò verso Cassie, “devi parlare con lui. Scopri cosa vuole da te. Ma fai attenzione, Cassie. I vampiri antichi sono maestri della manipolazione.”
Cassie sentì un brivido lungo la schiena. L’idea di avvicinarsi a Derek la spaventava, ma sapeva che era necessario. Se lui era lì, in attesa, significava che la partita era già iniziata.
“Va bene” disse, prendendo un respiro profondo. “Parlerò con lui.”
Damiano la guardò con preoccupazione, ma annuì. Sapeva che lei era forte, ma sapeva anche che Derek rappresentava un pericolo reale.
Cassie uscì di casa, il cuore che batteva forte mentre attraversava il giardino verso dove si trovava Derek. Lui la osservava in silenzio, il viso impassibile, ma i suoi occhi brillavano con un’intensità che quasi la fece indietreggiare.
Quando fu abbastanza vicina, Derek parlò, la sua voce morbida e profonda, come l’eco di un sogno lontano.
“Sapevo che saresti venuta.”
Cassie si fermò a pochi metri da lui, il corpo teso, ma lo sguardo sfidante.
“Cosa vuoi da me?” chiese, senza giri di parole.
Derek fece un passo verso di lei, e anche se non la toccò, la vicinanza fece rabbrividire la sua pelle.
“Non è ciò che voglio da te, Cassie. È ciò che entrambi vogliamo.”
Cassie lo guardò, confusa.
“Di cosa stai parlando?”
Lui fece un passo verso di lei, e anche se non la toccò, la vicinanza fece vibrare la sua pelle.
“Tu e io… condividiamo più di quanto pensi.” La sua voce era un sussurro ipnotico. “Sei una cacciatrice di vampiri, ma io non sono il tuo nemico, Cassie. Almeno, non ancora.”
La mente di Cassie era piena di domande, ma prima che potesse formularne una, Derek si chinò leggermente verso di lei, i suoi occhi che brillavano con un’intensità oscura.
“Ci vedremo presto” disse, prima di scomparire nell’oscurità, lasciando Cassie con più domande che risposte.
Il freddo della notte sembrava essersi intensificato quando Derek svanì nell’oscurità. Cassie rimase immobile per alcuni secondi, il respiro affannoso e la mente in subbuglio. Le parole di Derek risuonavano nella sua testa: “Non è ciò che voglio da te… è ciò che entrambi vogliamo.”
Cosa significava questo? Cosa condividevano esattamente? La sensazione che lui sapesse più di lei di quanto fosse disposta ad ammettere divenne insostenibile. Si sentiva come se stesse giocando a un gioco di cui non conosceva le regole.
Con il cuore ancora che batteva forte, Cassie tornò indietro verso casa. Il suo corpo era teso, come se l’adrenalina scorresse ancora nelle sue vene, e quando aprì la porta, il calore dell’interno non riuscì a dissipare il brivido che Derek le aveva lasciato.
Damiano era in piedi accanto alla finestra, gli occhi concentrati sull’oscurità esterna. Non si mosse né parlò quando Cassie entrò, ma le sue spalle si tesero leggermente, in attesa di spiegazioni.
“E allora?” chiese infine, senza distogliere lo sguardo dal luogo in cui Derek era scomparso.
Cassie chiuse la porta dietro di sé e si appoggiò ad essa per un momento, cercando di mettere in ordine i suoi pensieri.
“Non è andata come mi aspettavo” ammise, con una miscela di confusione e frustrazione. “Non mi ha minacciata. Non ha nemmeno provato ad attaccarmi. Ha semplicemente… parlato con me.”
Damiano finalmente si voltò verso di lei, i suoi occhi che la osservavano con una miscela di preoccupazione e serietà.
“Cosa ha detto?” chiese, incrociando le braccia.
Cassie si strofinò la fronte, cercando di ricordare ogni parola.
“Mi ha detto che… che non è ciò che vuole da me, ma ciò che entrambi vogliamo.” Fece una pausa, cercando di capire. “E che condividiamo qualcosa, anche se non so cosa significhi.”
Damiano aggrottò le sopracciglia e, per un momento, Cassie poté vedere una scintilla di allerta nei suoi occhi. Sembrava stesse valutando seriosamente le parole di Derek.
“Ha detto qualcos’altro?” insisteva.
Cassie scosse la testa, ma c’era qualcosa che non poteva smettere di sentire: quella connessione, quell’inspiegabile attrazione verso Derek, come se una parte di lei si sentisse… attratta da lui, nonostante ciò che rappresentava. Sapevo che non poteva fidarsi di lui, ma allo stesso tempo, qualcosa dentro di lei si ribellava contro quell’idea. Era come se il suo proprio l’istinto la tradisse.
“Perché non mi ha attaccato?” chiese infine. “Se è così pericoloso come dici, perché se n’è andato?”
Damiano serrò le labbra in una linea sottile e per un lungo momento non rispose. Quando finalmente lo fece, la sua voce era bassa e controllata.
“I vampiri antichi come Derek non agiscono per impulso. Ogni movimento è calcolato. Se non ti ha attaccato, è perché sta giocando a lungo termine. Forse sta cercando di manipolarti, farti fidare di lui, abbassare la guardia.” Damiano la guardò seriamente. “Ma non ti sbagliare, Cassie. Lui è un pericolo reale. Qualunque cosa voglia, non sarà buona per te né per nessun altro.”
Cassie annuì lentamente, anche se non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che ci fosse qualcos’altro. Sapeva che Damiano aveva ragione, ma c’era anche qualcosa negli occhi di Derek, qualcosa che la faceva dubitare. Era solo l’influenza del vampiro? O c’era qualcos’altro in gioco?
Si lasciò cadere sul divano, esausta sia fisicamente che mentalmente. I suoi pensieri giravano attorno a ciò che era appena accaduto, ma non riusciva a trovare alcuna risposta chiara.
“Pensi che stia cercando di legarsi a me?” chiese all’improvviso, ricordando ciò che aveva letto nel libro sui vampiri antichi.
Damiano la guardò con gli occhi socchiusi, ponderando la domanda.
“È una possibilità” ammise, anche se la sua voce suonava inquieta. “I vampiri antichi possono creare legami psichici, specialmente se vedono qualcosa in te che li interessa. Non possiamo sottovalutare Derek. Se sente di avere qualche potere su di te, cercherà di sfruttarlo.”
Cassie sussultò all’idea. La sola possibilità che Derek stesse già infiltrandosi nella sua mente la fece sentire esposta e vulnerabile. Fino a che punto era sotto la sua influenza? Poteva esserlo senza nemmeno rendersene conto?
Damiano fece alcuni passi verso di lei, e la sua espressione si ammorbidì leggermente, anche se rimaneva seria.
“L’importante è che tu rimanga vigile. Non lasciarti ingannare dal suo aspetto o dalle sue parole. I vampiri antichi sono maestri della manipolazione. Qualunque cosa ti abbia detto, qualunque sensazione ti abbia provocato… fa parte del suo gioco.”
Cassie annuì, ma i dubbi erano ancora lì, come una nebbia che non riusciva a dissipare. Sapeva che doveva essere forte, che non poteva permettere a Derek di destabilizzarla, ma c’era qualcosa in lui che la faceva mettere in discussione tutto. E questo era il più pericoloso di tutto.
Damiano si diresse verso la porta, la sua presenza imponente riempiendo lo spazio.
“Vigilerò i dintorni per questa notte. Ma se si avvicina di nuovo, se senti qualcosa di strano, devi dirmelo subito. Non possiamo lasciare che questo vada fuori controllo.”
Cassie annuì di nuovo, sentendo il peso delle sue parole. Sapeva che il pericolo era vicino, ma non comprendeva ancora del tutto la sua magnitudo. Mentre Damiano usciva di casa, rimase sola con i suoi pensieri, il silenzio attorno a lei amplificando le domande a cui non poteva rispondere.
Cosa voleva davvero Derek da lei?
E, cosa ancora più inquietante, perché una parte di lei non riusciva a smettere di pensare a lui?
sabrinaflorenzano1970
il romanzo sorprende per la maturità narrativa, soprattutto considerando che è uno dei primi romanzi dell’autore. Si riesce a coniugare la tradizione del paranormal romance con una voce originale, arricchita da atmosfere cupe e una tensione palpabile tra i personaggi.
Il romanzo gioca bene con i cliché del genere, ma li rinfresca con dialoghi vivaci, una protagonista che evolve in modo credibile e un worldbuilding solido. È una lettura coinvolgente, perfetta per chi ama i vampiri con un’anima e le storie d’amore tormentate ma mai banali.
Vincenzo Morrone (proprietario verificato)
L’autore mescola abilmente tensione, azione e romanticismo, costruendo un mondo oscuro ma affascinante, dove i vampiri non sono solo mostri, ma esseri tormentati e complessi.
La protagonista è ben caratterizzata, forte ma umana, e il suo legame con il vampiro ha quel mix irresistibile di attrazione e pericolo che tiene incollati fino all’ultima pagina. I colpi di scena sono ben dosati, e la narrazione ha un ritmo che non lascia respiro. Una lettura perfetta per chi ama le atmosfere gotiche e le storie d’amore impossibili.