A Whispering Falls niente è come sembra.
Quando Oliver si trasferisce nella piccola città del Massachusetts insieme a suo padre, dopo la morte della madre, spera solo di ricominciare da capo. Ma Whispering Falls non è un posto qualunque: i boschi sussurrano segreti, i sogni diventano presagi e un corvo misterioso sembra seguirlo ovunque.
Tra nuovi amici, incantesimi e verità nascoste, Oliver scoprirà di appartenere a un mondo magico di cui non sapeva nulla, un’eredità antica che lo lega a poteri che non può più ignorare.
E poi c’è Jake, il ragazzo che sembra capirlo più di chiunque altro, con un sorriso che può spezzare maledizioni.
Amore, magia, identità e destino si intrecciano in un romanzo queer travolgente, dove crescere significa imparare a controllare le proprie paure… e il proprio cuore.
La magia è reale. L’amore, ancora di più.
Perché ho scritto questo libro?
Ho iniziato a scrivere questo libro dopo la perdita di mia nonna, in un periodo segnato dai lutti. È nato dal dolore, ma anche dal bisogno di ritrovare la magia. Cresciuto tra film e serie tv inglesi e americane, le storie erano la mia fuga da una realtà fatta di ospedali e cicatrici. L’ho scritto per il bambino queer che ero e per chiunque si senta “sbagliato”, per ricordare che anche noi meritiamo amore, magia e rappresentazione. È il libro che avrei voluto leggere da piccolo.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Rimasi sul portico. Non mi ero ancora reso conto di quello che era successo. Ma più di tutto ripetevo nella mia testa il momento in cui Jake mi prese la mano. Avrei voluto che mi baciasse.
«Tutto bene?» mio padre era appena uscito. Non gli risposi.
«Hai voglia di parlare?» si era seduto vicino a me.
«N-no…» non riuscivo a mentire. In quel momento, mio padre era la persona di cui avevo bisogno.
«Va bene, ma sappi che io ci sono sempre per te. Anche se mi odi.» quelle parole mi fecero sentire meglio.
«Io non ti odio.» lo guardai. Lui mi sorrise.
«Odio che tu mi abbia nascosto così tante cose.» continuai.
«Lo so, mi dispiace davvero tanto, Ollie… ma sono pronto a raccontarti tutto, se lo vuoi.» mi toccò la spalla.
A quel punto cedetti.
«Papà… c’è qualcosa che non va in me.» le lacrime iniziarono a uscire dai miei occhi.
«Oliver…» respirò profondamente.
«Stai parlando di Jake?» mi guardò negli occhi.
Rimasi sorpreso. Più di tutto pensavo ai miei poteri, al mio sangue e agli incantesimi; avevamo un mucchio di cose di cui parlare, ma lui… capì.
«Sai che io ti voglio bene in ogni caso, vero? E poi Jake è un ragazzo meraviglioso.»
Lo guardai. Gli occhi rossi, pieni di lacrime. In quel momento non mi importava più delle cose che mi aveva nascosto. Lui era lì. E aveva capito.
«Ti voglio bene, papà.» risposi io, poggiando la testa sulla sua spalla.
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