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Un tiepido pomeriggio di qualche anno fa, io e Daniele, compagni di scuola, percorrevamo assieme un sentiero. Rupi, pascoli, praterie, un lago. Alla superficie del lago una moltitudine di piccoli insetti acquatici. Curiosità. Si divertivano a emergere, ad intervalli regolari, portando in profondità una goccia d’aria tra infinite gocce d’acqua, per farne provvista, per respirare […]

Un tiepido pomeriggio di qualche anno fa, io e Daniele, compagni di scuola, percorrevamo assieme un sentiero. Rupi, pascoli, praterie, un lago. Alla superficie del lago una moltitudine di piccoli insetti acquatici. Curiosità. Si divertivano a emergere, ad intervalli regolari, portando in profondità una goccia d’aria tra infinite gocce d’acqua, per farne provvista, per respirare sott’acqua. «Sono ditischi!», sentenziò sicuro Daniele, incuriosito e desideroso di accudirne qualcuno. Si costruì un piccolo acquario dove i ditischi si ambientarono, in poco tempo, grazie alle sue cure. Quel piccolo acquario oggi è uno stagno. Si trova nel giardino di casa, dove Daniele sperimenta ogni giorno il suo personale microcosmo urbano. Allora Daniele, al tempo del lago con i ditischi, era già un naturalista. Il nostro sentiero non si è mai separato. Io, oggi, insegno all’Università come trarre beni dalle risorse naturali, e godere dei loro servizi, senza intaccarne il patrimonio. Daniele, oggi, è l’Ernesto di questo libro, che impara, giorno per giorno, ciò che la natura ha da offrire. Di questo libro, è anche la Mantide, che conduce per mano i bambini e gli adulti, appagandone il desiderio di scoprire. In questo libro c’è il ricordo di quei ditischi e qualcosa di più: lo spunto per i bambini di tutte le età a non smettere mai di esplorare. Per questo il nostro sentiero non si è mai separato. Invito tutti a percorrerne, assieme, un tratto.

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