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Aggiornamento

Pubblico la recensione del mio caro ed eclettico amico Marzio Lenzi: già definito nella prefazione di un suo libro (perché anche lui scrive) “uomo dal multiforme ingegno”. La sua amicizia è un dono e la sua stima è un onore: “Ho letto in anteprima il libro dello scrittore esordiente Riccardo De Lodi, I Dominatori dell’Aldilà […]

Pubblico la recensione del mio caro ed eclettico amico Marzio Lenzi: già definito nella prefazione di un suo libro (perché anche lui scrive) “uomo dal multiforme ingegno”. La sua amicizia è un dono e la sua stima è un onore:

“Ho letto in anteprima il libro dello scrittore esordiente Riccardo De Lodi, I Dominatori dell’Aldilà che, per i tipi di bookabook, è disponibile da subito (ottobre 2020) per la prevendita online al costo di 14 euro in cartaceo e a 6,99 euro in versione eBook sul sito www.bookabook.it

Si tratta di un romanzo storico “gotico”, in stile giallo-fantasy, ambientato in Italia, soprattutto Milano e Roma, e in Calabria, in Sicilia, nell’isola della Maddalena, a Sestri Levante, in Spagna a Valencia, e in Vaticano. L’Autore inserisce in cronaca, insieme a personaggi inventati, figure storiche e vicende realmente esistite.

La narrazione, incalzante e serrata, è prevalentemente svolta ai nostri tempi, con numerosi flashback negli anni passati e nel Medioevo, da cui – anzi – trae origine la vicenda, andando poi ancor più indietro nel tempo al 410 d.C. del Sacco di Roma da parte dei Visigoti di Alarico e con antefatti fino ai tempi della guerra di Troia (1270 a.c.).

I dialoghi tra i protagonisti si alternano con la voce narrante esterna.
Convivono diversi registri ed il lessico altalena volutamente tra il ricercato: “E perché mai si decise in siffatta guisa?”, con uso anche di figure retoriche, e forme di dialogo e di esposizione più comuni: “Un arruso?” urlò alla moglie davanti al figlio “mio figlio non può essere un arruso…”, ovvero: “I due si guardavano con quell’amore che può esistere solo tra una madre e un figlio ancora infante…”.

L’intreccio narrativo scelto dall’autore non è disposto in ordine cronologico e il ritmo è spesso invertito nei tempi, rendendo la storia più misteriosa e avvincente.

Si racconta dei rapporti tra la Chiesa e una ristretta organizzazione segreta di uomini in grado di percepire qualche istante prima l’imminenza della morte delle persone, con la possibilità – in certi casi – di cambiarne il destino nefasto.

Questo club così peculiare attraversa tremila anni di storia con alterne vicende che si intrecciano con avvenimenti italiani ed europei conosciuti e sconosciuti, finché arriva un momento di grave pericolo con un finale rocambolesco che rivela sorprendenti riscontri con la realtà attuale.

I riferimenti culturali e storici sono numerosi: la troiana Cassandra, il senatore romano Publicola, il re Alarico dei Visigoti, il Sacco di Roma, la vergine Melania, il Papa di Avignone, la vita sfarzosa e licenziosa della curia romana nel 1400 rinascimentale, la Bolla e il nepotismo di Papa Alessandro VI per i propri figli Cesare Borgia e Lucrezia Borgia, i Medici, Lorenzo il Magnifico, la congiura dei Pazzi, l’obolo di Caronte, Thanatos, il Dharma, Tagaste, il libero arbitrio, la figura del filosofo nolano, anticipatore di Galileo Galilei, Giordano Bruno.

E proprio questo protagonista (questa “falena dello spirito”, come diceva Anacleto Verrecchia), che fu una delle menti più lucide e ispirate del suo tempo contro il fanatismo religioso che per secoli insanguinò l’Europa e fece più vittime delle pestilenze, ha un ruolo rilevante nel racconto, interfacciandosi tra la Chiesa, i Dominatori e il resto del mondo.

I Personaggi chiave del romanzo (Edoardo, Alessandro, Aimone, Salvatore, Antonello) sembrano persone comuni, di oggi, con vite e professioni normali. Hanno però la capacità peculiare e straordinaria (direi incredibile e fantastica) di vedere la Morte quando si appresta a mietere le sue vittime e di poterla interrogare (quasi come Omero interroga le urne nei Sepolcri di Foscolo) e – in qualche caso – di poter interferire e rimandare la tragedia.

Il nostro scrittore è esordiente, ma sostenuto da una robusta preparazione storica e umanistica, proveniente dagli studi classici, da una forte passione per la cultura letteraria italiana, greca e romana (vedi la citazione dalle Odi di Orazio nell’epigrafe latina e poi del De bello gallico di Cesare, etc.), dall’amore per i viaggi e per i luoghi visitati e – verosimilmente – dall’esperienza derivante dalla propria professione di avvocato.

Sembra proprio che il nostro (che è anche un consumato gourmet) si sia divertito a inserire citazioni frammenti luoghi cose e persone tratti dalla propria esperienza personale:
Sestri Levante, il famoso bar Basso di Milano, il Negroni con il Carpano classico, l’Hotel Gallia, Viale Abruzzi, Via Plinio, Locri, Siderno, Ortigia, la granita ai fichi d’India, il Duomo di Milano (che pochi conoscono come Basilica Cattedrale della Natività della Beata Vergine Maria),
e poi:
Piazza S. Babila, Via Montenapoleone, il ristorante “Papà Francesco” con il suo mitico proprietario Augusto, gli spaghetti alla bottarga, Padova, lo Champagne AR Lenoble e l’Henriot, San Giovanni fuori le Mura a Roma, la Scuola Grande di San Marco e quella di San Rocco a Venezia, Perugia, il bridge, Villa Balbi a Sestri, il bar Gattullo con i suoi aperitivi milanesi, la trattoria del Pescatore, Aimo e Nadia, etc.

Come diceva Cesare Musatti, padre della psicoanalisi italiana, qualunque cosa si scriva, si scrive sempre e solo di se stessi!

Buona lettura!

Marzio Lenzi”

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