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Pubblico la recensione della mia amica Orietta, che mi lusinga assai: Il romanzo è l’opera prima di Riccardo de Lodi: è una lettura scorrevole e davvero intrigante. Nel leggerlo, ho ricordato un altro libro che ho molto amato: “the Giver” di Luis Lowry (da cui è stato tratto anche un film con protagonisti Jeff Bridges […]

Pubblico la recensione della mia amica Orietta, che mi lusinga assai:

Il romanzo è l’opera prima di Riccardo de Lodi: è una lettura scorrevole e davvero intrigante.
Nel leggerlo, ho ricordato un altro libro che ho molto amato: “the Giver” di Luis Lowry (da cui è stato tratto anche un film con protagonisti Jeff Bridges e Meryl Streep); non per il contesto temporale, in quanto il romanzo di Lowry si svolge in un futuro distopico mentre quello di de Lodi è ambientato ai giorni nostri, ma per la caratteristica di evidenziare personaggi predestinati ad avere un “dono” che possa migliorare l’umanità.
Ma c’è di più: de Lodi tesse un “filo rosso” con il passato; ci si trova a Roma all’epoca dei Borgia, alla corte di Lorenzo il Magnifico, nel 1943 quando viene ricordato il triste episodio del rastrellamento del ghetto con tutte le ingerenze storiche della Chiesa romana.
È un romanzo “corale”: non esiste un unico protagonista ma un gruppo di protagonisti: descritti con la loro storia personale e con il loro percorso di vita che li renderà unici.
Al termine del romanzo, dopo una digressione nel 1270 a.c., si torna all’attualità dei giorni nostri con un velato riferimento ad una situazione che tocca tutti noi da molto vicino.

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