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La Lettera Spuntata All’improvviso vuole essere sin da subito testimonianza degli abitanti dell’Isola di Teseo e delle loro storie, ed è letta da un giovane e da una donna con attenzione. Tramite essa si compiono una riflessione sul tempo, sulla sua conservazione, sulla capacità della scrittura di riportare nuovamente in presenza ciò che è stato […]

La Lettera Spuntata All’improvviso vuole essere sin da subito testimonianza degli abitanti dell’Isola di Teseo e delle loro storie, ed è letta da un giovane e da una donna con attenzione. Tramite essa si compiono una riflessione sul tempo, sulla sua conservazione, sulla capacità della scrittura di riportare nuovamente in presenza ciò che è stato a chi non c’era, o a chi c’era e l’ha perduto, di rendere visibile l’invisibile. Come i simboli, che rinviano ad altro, così la parola scritta riesce a rendere visibili immagini, eventi, persone che pur non avendo davanti riusciamo a vedere, a conoscere e a ri-conoscere, a realizzare anche la possibilità di contrastarne la mancanza. Una lettera da cui traspare una concezione del tempo non circolare, ma lineare, una linea che va avanti e cambia le cose. Pur tuttavia, esse hanno bisogno che sia qualcuno a prendersi il compito di cambiarle, per riuscire a cambiare, e così vi si racconta del contributo delle donne, per esempio delle artiste, a mutare un assetto di condizioni che le dava per marginali, così le origini narrate da chi scrive, possono essere le colonne fondanti da cui ricominciare a costruire il futuro di tutta l’Isola, dopo un suo punto di rottura. In effetti la vita è spesso quella che si vive ma anche che si ricorda per raccontarla. Senza questo ricordo, senza quel che ha preceduto il presente attuale il futuro sarebbe svuotato, non sarebbe comunque l’epoca promettente che soltanto se consapevole di da dove proviene può rimanere un approdo di speranza, edificante. La speranza, cone nella metafora, è evidente che viene e va. Infine sembra tornare, grazie soprattutto all’attività di chi ricordando continua a nutrirla nella sua vita, spesso senza sapere il dono che costituisce per una comunità, in cui ciascuno, vivendo, è parte attiva.

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