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NOTE SULLA STESURA DEL ROMANZO. Scrivere è fare a botte. La traiettoria della redenzione mi ha costretto a un estenuante combattimento con il linguaggio, nel tentativo di mettere alle corde la voce sgusciante del Far West. Sono consapevole – e lo ero anche prima di iniziare con la stesura del romanzo, ci mancherebbe – che […]

NOTE SULLA STESURA DEL ROMANZO.

Scrivere è fare a botte. La traiettoria della redenzione mi ha costretto a un estenuante combattimento con il linguaggio, nel tentativo di mettere alle corde la voce sgusciante del Far West. Sono consapevole – e lo ero anche prima di iniziare con la stesura del romanzo, ci mancherebbe – che sfidare il linguaggio è una impresa al limite della follia, che nella migliore delle possibilità posso tutt’al più strappare un pareggio ai punti. Non importa: era – è, sarà – mio dovere rimanere in piedi. Dovere, sì. Il dovere di ChiScrive risiede nel tacito patto con ChiLegge: “Abbandonati tra le pieghe di questo mondo, non troverai parole o immagini innocue.”
Scrivere è roba da equilibristi. In ogni romanzo esiste un filo che unisce ChiScrive e ChiLegge; compito del romanzo è raggiungere ChiLegge percorrendo quel filo, unico modo per superare il precipizio dell’incomprensione. Sì, il filo in questione è fatto di parole, parole che ChiScrive utilizza per creare il mondo all’interno del romanzo. E qui sta la fatica: se ChiLegge reputa quelle parole approssimative, inesatte, superficiali, deboli o prive di conflitto, il filo si spezza, il romanzo precipita, lo sguardo di ChiLegge volge altrove.
La voce del Far West ha voluto fin dalla prima pagina mostrare che se esiste davvero un equilibrio, beh, questo non è altro che la somma di infiniti squilibri. Una voce burbera, talvolta sbrigativa e inconcludente, ma essenziale per portarci al silenzio che merita una buona storia. Dico portarci perché la stesura del romanzo mi ha visto parte non sempre attiva: sono convinto che la leggenda di PocaLuce Miller e Condanna sia stata scritta attraverso me, non grazie a me. O meglio: è stata scritta per ChiLegge. Per quanto mi riguarda, questo romanzo ha smesso di “essere mio” dall’istante successivo al punto finale.
I romanzi appartengono a chi li legge. Con La traiettoria della redenzione ho scritto la Ballata del caos, ma sta al lettore improvvisare il ritmo e i passi.
Insomma: questo romanzo è pericoloso, quasi quanto te.

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