Sono passati 3 mesi dalla pubblicazione di Né di sangue né di sesso, e vorrei condividere con i miei potenziali lettori alcune considerazioni, che nascono dai molti feed-back che sin qui ho ricevuto da chi mi ha già letto.
1) Innanzitutto, ciò che più mi ha sorpreso: il libro è piaciuto alla generazione dei trenta-quarantenni. Mai più pensavo di bypassare il gap generazionale, ero convinto che sarei piaciuto solo ai miei coetanei over sessanta.
2) I miei tre racconti hanno ricevuto gradimento differente secondo la sensibilità di ciascun lettore, ma è difficile fare una graduatoria e stabilire quale sia il preferito. È però da sottolineare come la storia della libreria Read only abbia suscitato un vivace dibattito sui temi che ne accompagnano la trama.
3) Qualcuno ha suggerito che di Né di sangue né di sesso possa essere letto quasi come un testo di meditazione. Forse esagera; tuttavia, senza scoraggiare chi cerca una lettura da ombrellone, mi piacerebbe ingolosire quelli che in vacanza amano concedersi anche una fuga dalle banalità quotidiane.