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Un mondo di parole Di notte, nel silenzio che è per me pieno di voce, rimetto a posto il pensiero, mentre il cielo mi parla in quell’indaco suo incantato che è per per me un’autostrada aperta, libera, che mi trasporta lassù. Il mondo, quaggiù, costruito dagli uomini in liquido mutare, non mi tocca né mi […]

Un mondo di parole
Di notte, nel silenzio che è per me pieno di voce, rimetto a posto il pensiero, mentre il cielo mi parla in quell’indaco suo incantato che è per per me un’autostrada aperta, libera, che mi trasporta lassù. Il mondo, quaggiù, costruito dagli uomini in liquido mutare, non mi tocca né mi ferisce.
Vivo con i piedi sulla terra, ma il cuore nelle radici del divino, forte nell’orme sacre, nella mia casa sicura, costruita sulla roccia, percorro, a passi leggeri, tortuosità, inciampi e pericoli, e giungo alla meta, nel tramonto del giorno che mi accoglie, silente, tra le braccia delle ore del sonno.
Così, anche se a volte mi perdo, affronto anche questo strano crowd funding elegante che m’obbliga a parlar di me, quando non vorrei e mi mette in un giro di mondo che non è il mio, resto in piedi, vigilante e non mi perdo punto nelle chiacchiere né mi ferisce l’agitato altrui comportamento. Avanti, col vento in poppa, bordeggiando via terra, un porticciuolo via l’altro e spesso amico fino, forse (o forse no) alla meta, E ora opla, in un balzo allegro, scendo d’un rigo per tornare a dire grazie grazie a quanti hanno risposto e, fidandosi di me, ordinato un libro che ancora non c’è se non in un computer. Stappo una bottiglia, dico evviva e vi rimando alla prossima puntata, mentre Tavolara mi guarda e mi sorride.

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