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Al mattino, quando il sole, stiracchiandosi, sale lieve nel cielo dorato specchiandosi nelle onde, chi amo nuota ad ampie bracciate verso il largo, mentre io lo guardo diventare piccino dalla spiaggia e intanto arrivano, dall’altra parte della spiaggia, i bagnanti, con gli ombrelloni e le seggioline al seguito e contenti di arrivare finalmente in riva, […]

Al mattino, quando il sole, stiracchiandosi, sale lieve nel cielo dorato specchiandosi nelle onde, chi amo nuota ad ampie bracciate verso il largo, mentre io lo guardo diventare piccino dalla spiaggia e intanto arrivano, dall’altra parte della spiaggia, i bagnanti, con gli ombrelloni e le seggioline al seguito e contenti di arrivare finalmente in riva, trovando a Cala Girgolu l’incanto che ha, tutto speciale. Oggi ho fatto la conoscenza con una coppia che veniva dalle parti di Padova e, nella cantilena dell’italiano loro che mi è famigliare e nel cuore, ho scoperto, trasecolando, che in due spiagge che conosco da quando ero bambina, cioè Lu Impostu e Brandinghi, c’è il numero chiuso e quindi, se non ti sei prenotato, nisba. Il pensiero corre a ritroso, come in una ruota magica, e sono bambina, con la Bea e la sua mamma, bella con i capelli lunghi color rame e gli occhi verdi di gatta. “Betta, vieni con noi a saltare le onde alla spiaggia delle veneri?”. “Posso, posso?” chiedo a mia madre e quando il sì arriva, insperato, siamo già pigiate nella Cinquecento blu notte che pare un paguro da tanto piccola è, e spedite lungo l’orientale sarda verso San Teodoro, perché la spiaggia delle veneri, per me, è e sarà sempre la spiaggia delle veneri (dove trovavamo le conchigliette a ventaglio gialle, rosa violette) e non sarà mai a numero chiuso, ma aperta al vento e alle onde che salavamo ridendo, con i capelli che ci frustavano dietro la schiena…

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