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Questa mattina, inseguita dal venticello fresco di Elia, eccomi a San Teodoro, dove ho appuntamento mobile con Fabio, libraio, sardo della costa occidentale, con il quale parleremo, nella “Piccola libreria giardino” Mondadori, di “Cuoresardo” e anche di altro. Dopo l’incontro, china sui libri sardi che si trovano proprio dietro la cassa, cercando (invano) un libro […]

Questa mattina, inseguita dal venticello fresco di Elia, eccomi a San Teodoro, dove ho appuntamento mobile con Fabio, libraio, sardo della costa occidentale, con il quale parleremo, nella “Piccola libreria giardino” Mondadori, di “Cuoresardo” e anche di altro. Dopo l’incontro, china sui libri sardi che si trovano proprio dietro la cassa, cercando (invano) un libro sul costume tradizionale della Sardegna, pesco un librino dal titolo, per me, molto invitante: “Leggende e tradizioni di Sardegna!. L’autore è un glottologo del Continente Gino Bottiglioni (normalista come mio marito), che, nell’Ottocento, ebbe la ventura di insegnare nell’isola di Grazia. E scrisse questo bel libro. Tornata a casa, dopo i doveri quotidiani che ricamano la mia vita di semplice allegria, mi sono dedicata alla lettura e d’un tratto, in una breve frase, ho ritrovato lì, tra le pagine di questo librino, il mio cuoresardo per come lo concepisco: “Il popolo sardo ha tutti i caratteri di una gente che, attraverso una storia millenaria, ha conservato una fresca e ardente giovinezza!. Sì, era questa la Sardegna mia perduta, che oggi lumeggia tra ginepri, lentischi e corbezzoli…

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